La struttura interna da cui dipendo, la Supply Chain, si è dotata di un'ulteriore struttura interna, una Academy, che organizza corsi di formazione interni. Uno dei miei capi, mi ha segnalato i corsi disponibili questo autunno/inverno, con la raccomandazione di iscrivermi a quelli che reputavo interessanti. Sto cercando di iscrivermi a tutti, districandomi tra gli impegni, e oggi, martedì 25 settembre, mi dirigo a Bruxelles per partecipare al corso denominato Cross Functional Collaboration, come migliorare la cooperazione interna tra le diverse strutture della nostra compagnia. La partenza è con l'ormai "solito" volo Ryanair per Charleroi da Pisa delle 9,15. Arrivo poco dopo le 11, e trovo una modifica ulteriore allo scalo belga, una struttura prefabbricata immediatamente all'esterno, che serve da pre-filtraggio in entrata (ed effettivamente evita le lunghissime code che si formavano sotto la tettoia dello scalo, ancora troppo piccolo per il volume di voli acquisito). Mi reco al solito ufficio delle società di noleggio auto, riconosco l'operatore Avis che somiglia vagamente al cantante dei Meshuggah, salto la coda con la mia carta Preferred, e risalgo per prendere la navetta per il parcheggio delle auto (se vi ricordate, dalla parte opposta della pista d'atterraggio). E' una bella giornata, richiamo dei numeri che ho trovato sul telefono, leggo le mail. Ritiro l'auto (una Twingo, modello recente), e si è già fatto quasi mezzogiorno. Comincio la strada per Bruxelles, e capisco che non ce la farò mai per l'ora di pranzo ad essere in sede, mando un messaggio alla collega che mi doveva attendere proprio per pranzare insieme, ma mi dice che ha una serie di riunioni non programmate, e quindi non potrà essere la mia ospite. Poco male, a mezzogiorno e mezzo sono all'altezza della Butte du Lion, mi sovviene che l'ultima volta abbiamo preso un aperitivo ma che c'è un capiente (e invitante) ristorante, svolto a destra all'incrocio e pranzo.
Mi rimetto in auto, e quando entro sul Ring di Bruxelles cominciano ovviamente i rallentamenti.
Poco male, a questo punto, se non che oggi pomeriggio avrei dovuto lavorare ad una cosa che mi prenderà almeno un paio d'ore. Pazientemente mi faccio la strada fino alla sede, dove arrivo dopo le 14. All'ingresso, due ragazze che non ho mai visto, siedono alle postazioni dove i visitatori esterni devono dotarsi di pass, presidiate dalla ditta che cura la sicurezza del campus. Scelgo la più carina, davvero bella, provo a parlare francese, ma, forse complice la sua avvenenza, mi impappino, e chiedo di passare all'inglese. Chiedo lumi sul perché, le ultime due volte, entrando con l'auto e pur avendo lasciato la targa, mi è stato lasciato un avvertimento sul parabrezza. Finalmente capisco che, dei due pass che mi vengono dati, uno va lasciato sul cruscotto bene in vista. Entro, parcheggio, e salgo al secondo piano dell'edificio dove lavorano colleghi e capi, parto dal primo ufficio di persone che conosco e con le quali lavoro. Ogni volta c'è una novità, o qualcuno che non ho incrociato la volta precedente, le quali comunque conosco via telefono o via mail. Stavolta la novità è una nuova assunta, una ragazza carinissima che scopro essere livornese di scoglio. Passo all'altro ufficio, dove mi trattengo chiacchierando con colleghi già conosciuti, e in particolar modo con uno col quale ho legato particolarmente, e faccio le 17 circa. A quel punto, salgo di un piano, e mi reco nell'ufficio della mia collega citata prima per il pranzo, lei non c'è ma c'è un altro collega, D., quello col quale ho passato tra l'altro la mia settimana francese. Convenevoli di rito, mi siedo nell'ufficio e mi metto al lavoro. Dopo un po', il collega va a casa, io rimango fino a termine lavoro, in pratica mi caccia il signore delle pulizie, dopo le 19. Ormai sono in giro, quindi utilizzo gli ultimi 5 minuti per scegliere un ristorante vicino all'hotel che ho prenotato per i primi due giorni (la scelta è caduta su Zaventem, dato che gli hotel di Vilvoorde, dove prenoto abitualmente quando debbo recarmi alla sede, che esattamente si trova a Neder-Over-Heembeek, amichevolmente abbreviato in NOH - an o asch - erano tutti pieni o avevano prezzi troppo alti; lo so che non pago io, ma quando si può, si cerca di contenere le spese). Scelgo il ristorante pizzeria Mercato, che ovviamente è popolato da camerieri che parlano italiano e che vengono dal sud Italia, ma dove mangio discretamente, dopo di che finalmente faccio il check in al Campanile Bruxelles - Airport Zaventem, scelta di ripiego che si rivelerà di scarso appeal. Non ho tempo per il disappunto per il wifi che non funziona, che mi addormento.
La mattina di mercoledì 26 settembre, nonostante mi alzi con largo anticipo, arrivo con qualche minuto di ritardo all'appuntamento, che è alla Business Faculty, un luogo vicinissimo alla sede, che affitta sale per riunioni, convegni eccetera, dove sono già stato, se non ricordo male, un paio di anni fa (nelle foto, il ponte Buda, vicinissimo alla sede e alla Business Faculty, nonché probabilmente il mio scorcio preferito della periferia di BXL). Il traffico di Bruxelles è incredibile anche nelle periferie; parcheggio l'auto e in quel mentre, ecco anche la collega K., quella del pranzo. La conosco da un paio d'anni, e il fatto che lei sia colombiana e che tra di noi parliamo in spagnolo, oltre alla sua simpatia (per non parlare delle sue scarpe), ha fatto scattare una specie di amicizia. La aspetto, così entriamo insieme.
Lascio i particolari del training al prossimo episodio, per oggi vi lascio col particolare dei vespasiani dei bagni degli uomini alla Business Faculty.
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