Mercoledì 6 ottobre io e L. siamo ancora i primi a scendere per colazione, come già anticipato, si risale per raccogliere i bagagli, e per anticiparci per il check out e non fare la coda. Il secondo giorno si svolgerà interamente al Lamot, un ex birreria convertita in moderno centro multifunzionale, corredato da gran café e ristorante, precisamente in riva al Dyle. Il Lamot è esattamente davanti all'hotel, quindi nessuna paura di tardare.
La giornata passa tra interventi di "esterni" alla supply chain, per illustrare le novità che sono in procinto di accadere anche negli altri servizi, qualche "lavoro di gruppo", e il classico pranzo in piedi. Fuori un'altra bella giornata, ma fredda.
Nel pomeriggio arriva la notizia del ferimento di due poliziotti in centro a Bruxelles, e di qualche allarme bomba. I lavori terminano alle 16, in orario, e noi alle 16,30 dovremmo avere l'appuntamento con la nostra navetta. Saluti di rito, usciamo e la navetta, con lo stesso autista, è in anticipo. Si parte. Naturalmente, il Ring è ingorgato, e ci si mette qualche minuto di più, ma in realtà neppure troppo. Si arriva all'aeroporto di Charleroi che il sole è ancora alto, il volo è alle 21 e qualcosa, quindi abbiamo tempo per una birra e uno spuntino prima di passare i controlli. I miei due colleghi posizionano i loro bagagli a due metri da loro, e in cinque minuti di orologio arrivano due poliziotti con il cane a controllare, e a chiedere se sono i loro. Aspettiamo ancora un poco, poi passiamo i controlli, e perdiamo un altro po' di tempo al duty free: io devo comprare i cioccolatini di rito, ormai non si scappa. Non so se ve l'avevo già detto, ma una collega che ormai è in pensione, mi disse che quando una persona va a Bruxelles per lavoro, quando torna deve portare i cioccolatini agli altri. Sono l'unico che lo fa, costano un bel po', non li metto in nota spese, e me ne faccio quasi un vanto.
Si attende la comunicazione del gate di partenza ridendo e scherzando sul lavoro che ci attende. Quando ci mettiamo in coda, incontriamo altri tre colleghi, e l'attesa diventa come un pomeriggio al bar. Poi si sale, e si decolla. Si dorme anche. Siamo a casa oltre la mezzanotte, e l'indomani sarà ancora l'alba.
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