Crushing - Julia Jacklin (2019)
Secondo album per la giovane (28 anni) australiana, dalla storia abbastanza curiosa (comincia a prendere lezioni di canto e si unisce ad una high school band a 10 anni, ispirata da Britney Spears, Avril Lavigne ed Evanescence; crescendo, dopo aver studiato ed aver iniziato un lavoro piuttosto umile, non conosceva nessuno che fosse un musicista a tempo pieno, e i suoi genitori proprio non comprendevano cosa significasse "essere un musicista"), che dopo il debutto del 2016 Don't Let the Kids Win esce adesso con questo Crushing, dove ci parla di "vita, amore, cuori infranti" (cit. PopMatters), e viene definita da AllMusic "una fusione di dreamy indie pop e di confessional alt-country". E' sempre divertente e al tempo stesso interessante, è un po' la stessa ragione per cui non professionalmente scrivo di musica, come i critici veri si inventano neologismi ed etichette, ma rimango convinto che servano per rendere l'idea. Julia Jacklin a volte somiglia a Feist, dice che si ispira a Fiona Apple, e quel che ne esce è appunto quello che potete immaginare leggendo tutte queste informazioni. Canzoni delicate, a volte dai ritmi un poco più sostenuti ma sempre molto soffici, carine, a volte qualcosa di più. Uno di quei dischi dei quali, a seconda del vostro momento psicologico, potreste anche innamorarvi perdutamente.
Second album for the young (28 years) Australian, with a rather curious story (she starts taking singing lessons and joins a high school band when she's 10, inspired by Britney Spears, Avril Lavigne and Evanescence; growing up, having studied and having started a rather humble job, she didn't know anyone who was a full-time musician, and her parents just didn't understand what "being a musician" meant), that after the 2016 debut Don't Let the Kids Win comes out now with this Crushing, where she talks about "life, love, broken hearts" (cit. PopMatters), and is defined by AllMusic "a meld of dreamy indie pop and confessional alt-country". It's always fun and at the same time interesting, at the end of the day it's the same reason why I write about music unprofessionally, like real critics invent neologisms and labels, but I remain convinced that they serve to make the idea. Julia Jacklin sometimes resembles Feist, says she is inspired by Fiona Apple, and what comes out of it is precisely what you can imagine reading all this information. Delicate songs, sometimes with slightly more sustained rhythms but always very soft, pretty, sometimes something more. One of those discs which, depending on your psychological moment, you could even fall in love with, hopelessly.
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