Giudizio sintetico: da non perdere (4,5/5)
Zain ha 12 anni, è cresciuto in un quartiere poverissimo di Beirut, e sta scontando una pena detentiva di cinque anni in carcere, per aver pugnalato una persona alla quale, al processo con il quale si apre il film, lui stesso si riferisce come "figlio di puttana". Il processo di cui sopra non è, come si potrebbe pensare, quello a Zain, ma lo stesso Zain è il querelante: ha denunciato i due genitori per averlo messo al mondo, condannandolo così ad una vita miserabile.
Ecco. Ci sono storie che vanno raccontate. Quella di Cafarnao è una di queste. Il fatto che ce la racconti una regista libanese, tra l'altro una donna bellissima, al suo terzo film, dopo averne fatti altri due, il primo, Caramel, meraviglioso, il secondo, E ora dove andiamo?, spassoso e divertente, è curioso, ma non troppo. Cafarnao è un film necessario, bellissimo, imperdibile, commovente, divertente, toccante, miracoloso, che poggia quasi interamente sulle spalle di un ragazzino debuttante la cui storia è in parte simile a quella del protagonista del film: infatti, Zain al-Rafeea (vero nome dell'interprete di Zain), è siriano, sfollato dal suo paese in un campo profughi di Beirut a causa della guerra, analfabeta (fortunatamente, la sua famiglia non è come quella che lo Zain del film). Detto questo, il film ha vinto molti premi, ed è stato in lizza per l'Oscar 2019 al miglior film in lingua non inglese: quell'Oscar l'ha vinto Roma, ma io lo avrei dato senza alcun dubbio a Cafarnao. Giudicate voi, ma l'importante è che non ve lo perdete.
Here it is. There are stories that need to be told. That of Capernaum is one of these. The fact that was a Lebanese director to recount it, among other things, a beautiful woman, in her third film, after having made two more, the first, Caramel, wonderful, the second, Where Do We Go Now?, hilarious and amusing, it's curious, but not too much. Capernaum is a necessary film, beautiful, unmissable, moving, funny, touching, miraculous, which rests almost entirely on the shoulders of a debutante boy whose story is partly similar to that of the protagonist of the film: in fact, Zain al-Rafeea (true name of the interpreter of Zain), is Syrian, displaced from his country in a Beirut refugee camp due to the war, illiterate (fortunately, his family is not like the one that the Zain of the film). That being said, the film won many awards, and was in the running for the 2019 Oscar for best non-English language film: Roma won that Oscar, but I would have given it without any doubt to Capernaum. Judge for yourself, but the important thing is that you don't miss it.
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