Cold War - Di Pawel Pawlikowski (2018)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, in una Polonia comunista, Wiktor e Irena sono incaricati di tenere audizioni e di formare un ensemble di musica e danza folk sponsorizzato dallo Stato. L'attenzione di Wiktor viene catturata immediatamente da Zula, una giovane bella e ambiziosa, che finge di essere una contadina ed è in libertà vigilata per aver assalito il padre, che abusava di lei. I due si innamorano perdutamente e ossessivamente.
Secondo film polacco come ambientazione, per il regista polacco ma dal respiro internazionale, già ottimo documentarista, e già vincitore dell'Oscar nella categoria Miglior film in lingua non inglese con il suo precedente Ida, Cold War era un altro film concorrente nella cinquina della stessa categoria, agli Oscar 2019 (con Roma, Cafarnao, Never Look Away e Shoplifters). E' un film molto bello anche questo, un film d'amore si, ma pure sulla Guerra Fredda (come recita il titolo), e tutto quello che ne ha conseguito. Recitato con un'intensità ragguardevole dai due splendidi protagonisti, anche questo è un film che mi sento decisamente di consigliare.
Second Polish film, as setting, for the Polish director but with an international touch and inspiration, already an excellent documentarian, and already winner of the Oscar in the Best non-English language film category with his previous Ida, Cold War was another competing film in the same five category, at the 2019 Oscars (with Rome, Capernaum, Never Look Away and Shoplifters). This film is also very beautiful, a love film yes, but also about the Cold War (as the title goes), and all that it has coming with. Acted with a remarkable intensity by the two splendid protagonists, this is also a film that I definitely want to recommend.
4 commenti:
Lasciami manifestare un po' di delusione riguardo alla "cold war" del titolo, che si vede e si percepisce poco (a parte nella scena in cui loro si separano). Francamente dopo Ida - un po' acerbo ma intensissimo - speravo in qualcosa di meglio.
E' un punto di vista rispettabile, come tutti, ma mi lascia perplesso, Filo. A partire dalla scena iniziale, e dal concetto su cui si basa la messa in piedi della scuola dove Wiktor insegna, e Zula diventa una star, è ben presente la sovietizzazione della Polonia, di quei tempi, arrivata fino a quelli di Solidarnoszc (o come si scrive). E questo, per me, ha fatto ben parte della Guerra Fredda. Si prosegue con il desiderio di fuggire, con la scena che hai citato tu, con le differenze tra la Polonia e la Francia, con l'incontro di sguardi nella ex Jugoslavia, altro teatro (anche nel vero senso della parola) di un'altra sfaccettatura della Guerra Fredda, con il finto matrimonio di Zula per oltrepassare la Cortina di Ferro, e per finire, il sacrificio corporale di Wiktor per rientrare nella sua terra di origine, enorme paradosso. Ripeto, rispetto il tuo punto di vista, ma mi riesce difficile mettermici dentro. Io l'ho "percepita" eccome.
sei stato chiarissimo. Punti di vista differenti. Ailoviù, as well.
ok
Posta un commento