Werk ohne Autor - Di Florian Henckel von Donnersmarck (2018)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Bambino durante l'era nazista, il protagonista Kurt Barnert (ispirato a Gerhard Richter) visita la mostra itinerante "Entartete Kunst" ("Arte degenerata") a Dresda con la sua bella ed eccentrica zia Elisabeth. Kurt è particolarmente affascinato dalla ragazza con i capelli blu, una scultura di Eugen Hoffmann. In seguito Elisabeth suona il pianoforte nuda, e dice a Kurt di "non distogliere mai lo sguardo" perché "tutto ciò che è vero trattiene la bellezza". Terrà questo consiglio nel suo cuore per il resto della sua vita, anche quando sua zia viene uccisa dai nazisti perché sospettata di essere schizofrenica. Il medico che le ordina la sterilizzazione forzata e la manda alla morte è il professore di ginecologia Carl Seeband, il direttore della clinica femminile di Dresda e un membro di alto rango del corpo medico delle SS.
Filmone (tre ore di durata) che potremmo definire classico, anche questo nella cinquina dei candidati all'Oscar per il miglior film in lingua straniera agli ultimi Academy Awards, nel quale ho rivisto un poco dell'Heimat di Reitz, ovviamente edulcorato, senza la sua forza secca, ma comunque rispettabile e toccante. Ottima la prova dell'intero cast.
Almost a colossal (three hours in duration) that we could call classic, even this in the five candidates for the Oscar for best foreign language film at the last Academy Awards, in which I viewed a little of Reitz's Heimat, obviously sweetened, without its dry strength, but still respectable and touching. Excellent performance of the entire cast.
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