The Nothing - Korn (2019)
Eccoci al tredicesimo disco in studio per i Korn, probabilmente LA band che ha inventato il cosiddetto nu metal, che ha poi dato vita ad altri sottogeneri, arrivati fino al giorno d'oggi. C'è da chiedersi cosa abbiano da dire i Korn, oggi, fatto salvo che le liriche di Jonathan Davis non sono mai banali. Beh, la risposta è naturalmente soggettiva, io per primo mi rendo conto che spesso stronco dischi di band sempre uguali a se stesse e completamente fuori dal tempo, quando "allungano il brodo", ma ci sono delle eccezioni, ed evidentemente, The Nothing dei Korn fa parte di queste ultime. Il disco è interessante, non rinnega nessuno dei marchi di fabbrica della band di Bakersfield, California: cornamuse, rantoli di sofferenza, chitarre più basse del basso, alternanza di cantato pulito a quello "sporco", ritmiche super stoppate, tracce robuste con stop ed aperture melodiche, quasi pop. Tutto quello che ha definito il nu metal, e a seguire "prelevato" dal metalcore. Eppure, convince, con i suoi suoni moderni, ed alcuni tentativi che fanno dapprima sobbalzare (Surrender to Failure, dove Davis prova a fare il cantante pop), dopo di che ti fanno pensare che quantomeno non stanno diventando la cover band di se stessi.
Here we are at the thirteenth studio album for Korn, probably THE band that invented the so-called nu metal, which then gave birth to other subgenres, which have arrived up to the present day. Some wonders what the Korn have to say today, except that the lyrics of Jonathan Davis are never trivial. Well, the answer is naturally subjective, I am the first to realize that I often treat badly bands record's that are always the same to themselves and completely out of time, when they "lengthen the soup", but there are exceptions, and evidently, The Nothing of the Korn is part of the latter. The album is interesting, it does not deny any of the trademarks of the band from Bakersfield, California: bagpipes, rales of suffering, guitars lowere than the bass, alternation of clean singing to the harsh one, super-stopped guitar rhythms, robust tracks with stops and melodic openings, almost pop. All that has defined the nu metal, and then "taken" from the metalcore. And yet, with its modern sounds, it convinces, and some attempts that surprises at first (Surrender to Failure, where Davis tries to be a pop singer), after which they make you think that at least they are not becoming the cover band of themselves.
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