Born Villain - Marilyn Manson (2012)
Ogni volta che penso a Brian Hugh Warner, aka Marilyn Manson, mi viene da sorridere pensando a quelli che ancora oggi lo vedono come un pagliaccio ininfluente, nel panorama musicale. Poco importa se nell'apocalittica Overneath the Path of Misery si diverte a citare Macbeth, o se in Pistol Whipped interpreta uno dei drammi casalinghi dei nostri tempi ("You look so pretty when you cry. Don't wanna hit you but the only thing, between our love is a bloody nose, a busted lip and a blackened eye"). Ottavo disco, primo per la sua personale etichetta, Born Villain si presenta immediatamente in maniera inequivocabile come un ottimo disco di heavy metal industrial, con l'apertura deragliante di Hey, Cruel World ("we don't need your faith, we've got fucking fate"), e con testi che, come sempre, denunciano l'ipocrisia strisciante, e la voce di Manson continua ad essere una delle più oneste (e rabbiose) voci di protesta dei nostri tempi.
Alla chitarra sempre il fido Twiggy Ramirez, al basso il nuovo entrato Fred Sablan, alle tastiere, batteria, programming, e partner di Manson sia nella composizione sia nella produzione, l'ex NIN Chris Vrenna.
Summa di tutte le direzioni musicali intraprese fino ad oggi, questo ulteriore ottimo disco interesserà i più superficiali perché, nella interessante cover di Carly Simon, il classico You're So Vain (dove, chissà, Manson ripensa a qualcuno dei suoi vecchi amori perduti), interpretato tutto sommato in maniera "elegante", suona la chitarra nientemeno che Johnny Depp.
Perdona loro, Reverendo.
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