Lone Star - di Kyle Killen (2010)
Miniserie a episodi - Fox
Texas. Bob Allen è un cosiddetto con-man, un truffatore. Ha un ottimo maestro: il padre John, insieme al quale fugge dalle ire delle loro vittime, ormai da tempo immemorabile. Bob, però, sta esagerando: si è costruito due vite parallele, tutte studiate nei minimi particolari. A Houston, è sposato con Cat Thatcher, bella e imponente figlia di Clint Thatcher, un potentissimo imprenditore petrolifero, che guida con mano ferma una compagnia altrettanto potente. Nella scala gerarchico-familiare dei Thatcher, ci sono poi Trammell, il figlio più grande, che non si fida per niente di Bob, e il più giovane Drew, ingenuo ed interessato soprattutto alle ragazze: a lui, Bob sta simpatico. Clint, sorpreso dal successo di Bob, gli offre un posto nell'azienda di famiglia, scontrandosi con le ire di Trammell.
Ma a 400 miglia, a Midland, sempre in Texas, Bob diventa Robert, ed è fidanzato con la giovane e semplice Lindsay; i due convivono, e hanno la benedizione dei genitori di lei. Robert ha venduto quote di una società inesistente agli stessi genitori della sua fidanzata, e a tutti i loro conoscenti. Ma la truffa sta per venire scoperta. Bob, anziché scappare, viene preso da una strana voglia di normalità, solo, sui due fronti. Ed è convinto di poterla mettere in atto. Quindi, anziché lasciare il tavolo, rilancia.
Come vi raccontavo nella recensione di Awake, Lone Star (il simbolo del Texas, anche sulla bandiera) è l'ennesimo progetto di Killen che non ha avuto grande fortuna. Anzi, Lone Star è proprio quello più sfortunato, tra tutti: tra la scheda Wikipedia, e quella su imdb.com, non si riesce a capire neppure quanti episodi sono stati effettivamente girati. Sei, forse sette. Attori che fanno parte del cast che non risultano. Confusione. Tutto questo, perché in realtà Lone Star doveva essere una serie, probabilmente di 10, 12 episodi, ma è stata cancellata appena dopo la messa in onda del secondo episodio. Eppure, il pilot aveva avuto buone recensioni, e un discreto share. Ma a volte non basta.
E' vero, di protagonisti di una serie con una doppia vita, è piena la televisione. Ma a dire la verità, questi due episodi reperibili, quelli andati in onda, non mi sono sembrati così pessimi, soprattutto se li metto a confronto con alcune serie durate una sola stagione. L'intreccio è intrigante, l'idea, seppur non originale, regge. Certo, difficile pensare che nessuno si accorga di qualcosa, ed ovviamente tutto si gioca sul filo del fuorigioco. Ma non mi sarebbe dispiaciuto vedere qualche altro episodio. Magari sempre perché sono uno che si affeziona facilmente.
Gli scenari sono, come accennato, quelli texani, i cieli sono quelli di Friday Night Lights, ma qui siamo nel campo del petrolio. Le regie sono piuttosto regolari. Il collegamento con FNL c'è, ed è uno di quelli che toccano uno dei miei punti deboli: Adrianne Palicki. Lì era Tyra Collette, qui è Cat Thatcher. Ed è sempre molto bella (qui, appartenendo ad un'altra classe sociale, è pure ben vestita). Altro punto forte del cast è Jon Voight: nei panni di Clint Thatcher, sembra la scelta più ovvia. Il protagonista Bob/Robert Allen è affidato a James Wolk: l'abbiamo visto di recente in una parte marginale nella seconda stagione dello Shameless statunitense, ma non è molto conosciuto. Non ha ancora trent'anni, una faccia da bravo ragazzo, forse un po' impersonale, chissà se ce l'avrebbe fatta: non lo sapremo mai. Chissà se in futuro si farà strada: di tempo ne ha. Faccia particolare quella di David Keith, qui nei panni di John, il padre di Bob, espertissimo caratterista visto tante volte (era co-protagonista in Ufficiale e gentiluomo, aveva una piccola parte in Brubaker), qui in ottima forma.
Giusto per curiosità.
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