Synecdoche, New York - di Charlie Kaufman (2008)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: si pol vedere ma prima prendete un moment
Caden Cotard è un regista teatrale che vive a Schenectady. Nonostante superficialmente la sua realtà sia invidiabile (una bella moglie con velleità artistiche, una figlia piccola, un percorso artistico - suo - rispettabile), la sua vita sta andando in pezzi, e lui non riesce a capire perché. Sua moglie Adele è sempre più distante, lui ha problemi fisici costanti, e dentro ha un'insoddisfazione galoppante. Le cose proseguono in modo alterno. Adele se ne va per un lungo periodo a Berlino, portandosi dietro la figlia, e lui ci mette un bel po' di tempo a capire che in realtà l'ha lasciato. Ferito e a pezzi, riceve però un premio importante, che gli permette di realizzare un sogno artistico. Decide di buttarsi anima e corpo nella realizzazione di uno spaccato di realtà a grandezza praticamente naturale. In un enorme magazzino di New York, ricrea un quartiere intero, con gli attori che sono incoraggiati e guidati a vivere una sorta di vita parallela: una celebrazione del quotidiano, in grande stile. Mentre Caden è sempre più preoccupato per come la figlia viene cresciuta, visto che praticamente Adele si è messa insieme alla sua migliore amica Maria, la sua realizzazione vive di una vita propria, isolata dall'esterno, e i confini tra realtà e opera d'arte si confondo sempre più, compresa la vita privata e sentimentale di Caden, complicatissima e ai limiti del grottesco.
Charlie Kaufman è proprio quello che state pensando: lo sceneggiatore di Se mi lasci ti cancello, Il ladro di orchidee (dove in pratica dava il nome al protagonista), Human Nature, Essere John Malkovich. Un tipo geniale. Questo film lo rispecchia in pieno, ed è quindi ottimo, ma, dopo averlo visto, si capisce perfettamente anche il perché abbia avuto enormi problemi di distribuzione (tanto è vero che in Italia è ancora inedito). Synecdoche, New York, un gioco di parole tra Schenectady (il luogo dove vive il protagonista) e la sineddoche, figura retorica dove un qualcosa prende il posto di qualcosa d'altro (così come nel film i doppi prendono il posto dell'originale), è, come gran parte dei lavori di Kaufman, una riflessione sul senso della vita che passa attraverso la crisi d'identità, il confronto col senso di mortalità. Metafisico e surrealista, psicanalitico e introspettivo, cervellotico e insicuro, rappresentato credo alla perfezione da un (per l'ennesima volta) eccezionale Philip Seymour Hoffman (Caden Cotard), Kaufman va visto anche se complicato e leggermente inconcludente. Il resto del cast annovera una serie quasi infinita di grandi attrici ed attori, non solo caratteristi, oltre a quello già citato: Catherine Keener, Tom Noonan, Michelle Williams, Samantha Morton, Hope Davis, Jennifer Jason Leigh, Emily Watson, Dianne West, Alice Drummond, Daniel London.
2 commenti:
ci faccio il filo da tempo ma non è mai stato pubblicato in Italia. mi toccherà vederlo con i sottotitoli.
eh mi sa di si
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