No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130421

giustificato

Justified - di Graham Yost - Stagioni 1, 2, 3 e 4 (13 episodi ciascuna; FX) - 2010/2013

Raylan Givens, come lo descrivono molti dei riassunti di Justified e come pensano molti di quelli che lo incontrano, è un uomo di legge del diciannovesimo secolo, che però è uno U.S. Marshal dei giorni nostri. Nato e cresciuto in Kentucky, cosa che per chi conosce gli USA dovrebbe già spiegare molte cose, agli inizi di questa storia è in servizio a Miami, Florida. Ha dato una sorta di ultimatum ad un boss del traffico di droga: entro 24 ore dovrà lasciare la città, altrimenti lui lo farà fuori. Non propriamente un comportamento da manuale. Eppure, quando lo incontra allo scadere delle 24 ore, mentre lui sta cenando, il malavitoso tenta di sparargli, senza sapere che Raylan è un tiratore come non ce ne sono più (e ricordiamoci della cosa del diciannovesimo secolo). Morale della favola, il boss muore, Raylan viene messo sotto inchiesta per verificare se la sparatoria fosse giustificata, e il suo capo lo trasferisce. Givens, da Miami, viene destinato a Lexington, Kentucky. Esattamente l'unico luogo dove Raylan non avrebbe mai voluto tornare. Troppo vicino ad Harlan, il luogo dove è nato. Scopriremo che il selvaggio Kentucky, terra che mischia religione, armi, droga, fuorilegge come nel diciannovesimo secolo (e dagli), dotata un tempo di una bellezza, appunto, selvaggia, ma devastata dalle miniere, ridotta alla fame da questo tipo di sfruttamento. Scopriremo che Raylan è figlio di Arlo, un fuorilegge ormai vecchio ma ancora stronzo, che è rimasto orfano della madre in tenera età e che è stato cresciuto dalla zia, che poi ha finito per fare coppia con lo stesso Arlo, che ha lavorato in miniera insieme ad altri vecchi amici, questi tutti finiti a fare qualcosa di illegale. Scopriremo infine che Raylan era sposato con Winona, una donna bellissima, e che i due probabilmente ancora si amano, ma che la loro storia era destinata a non durare a causa del lavoro, e soprattutto per come svolge il suo lavoro, lo stesso Raylan. Lo U.S. Marshal Raylan Givens, dunque, torna vicino a casa, sotto il vecchio amico Art Mullen, e quasi immediatamente si ritrova a dover fare i conti con un altro vecchio amico, divenuto un boss del movimento della Supremazia Bianca, Boyd Crowder (una famiglia che ha sempre avuto una faida in corso con i Givens, tra l'altro), mentre fa conoscenza con i suoi nuovi colleghi di lavoro.

Ecco, tanto per darvi un'idea della densità di questa serie, quello che ho tentato di riassumere è contenuto nel primo episodio della prima stagione, durata circa 40 minuti. Potete solo provare ad immaginare cosa ci sia dentro quattro stagioni formate da 13 episodi ciascuna. Non ricordo neppure come mi sono avvicinato a Justified, probabilmente perché era un momento in cui c'era poco al cinema e pure alla televisione. E, vi giuro, come spesso capita non avrei creduto che potesse interessarmi così tanto. Invece, questa serie ispirata a due romanzi e ad un racconto breve dello scrittore e sceneggiatore Elmore Leonard (leggendo la sua scheda vi stupirete venendo a conoscenza di quante delle sue storie sono divenute film), che non ho mai letto ma che sono abbastanza sicuro, adesso, che mi piacerebbe, ti prende ben bene e non ti molla. Oltre al fatto che in qualche modo si capisce un pochino meglio la differenza tra i vari corpi che vegliano sulla legge negli Stati Uniti, illustrandoci le dinamiche spesso piene di attriti, nonché i compiti degli U.S. Marshals, e la descrizione, magari un po' esagerata e caricaturale, ma non essendoci mai stato non mi spingerei a credere sia una bugia, della Bible Belt, della sua gente e del valore della vita in quella zona, Justified ti trafigge e ti affascina per i suoi dialoghi, naturalmente creati da Leonard, ma ricostruiti ed adattati alla perfezione dagli sceneggiatori e messi in scena alla grande da registi capaci e da un cast a volte stupefacente, dialoghi di una finezza, e al tempo stesso grevi e violenti, dialoghi intrisi di cultura letteraria e biblica, dialoghi taglienti e dotati di cinismo ed ironia, dialoghi che risultano essere uno spettacolo nello spettacolo.
Così come affascinante risulta la figura del protagonista Raylan Givens, interpretato magistralmente dall'ottimo Timothy Olyphant, fin'ora relegato a parti non particolarmente rilevanti ma evidentemente degno di altre opportunità, così la sua nemesi, quel Boyd Crowder al quale dà corpo quel Walton Goggins che tanto avevamo odiato per il suo Shane in The Shield; belle anche tutte le altre interpretazioni, da segnalare la presenza di Margo Martindale nei panni di Mags Bennett durante la seconda stagione, e decisamente interessanti le prestazioni di Joelle Carter (Ava Crowder) e pure di Natalie Zea (Winona), decisamente sempre un bel vedere (e sempre con delle bellissime scarpe, tra le altre cose). Sorprendente anche come la serie riesca a caratterizzare benissimo anche i personaggi minori. Davvero ben fatta.
La colonna sonora, sempre misurata, naturalmente ingloba soprattutto country, nei dialoghi a volte ci sono spassosi riferimenti musicali, e, come già vi avevo anticipato tra le righe, ogni tanto fa capolino il clogging.

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