Iron Man - di Jon Favreau (2008)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio personale: perché?
USA. Tony Stark è un geniale ingegnere progettista di armi, co-proprietario della Stark Industries. Uomo ricchissimo, anche se dalla grande intelligenza difetta in modestia ed ha una vita decisamente votata allo sfarzo. Si accompagna continuamente da donne bellissime, sempre differenti e spesso poco profonde. Uno stereotipo nello stereotipo. Personaggio comunque carismatico e brillante, durante una visita in Afghanistan, per una dimostrazione, a favore dell'US Army, del suo nuovo prodotto, un missile dalla tecnologia avanzata chiamato Jericho, rimane vittima di un attentato e viene rapito da un'unità terroristica. Tutti conoscono Tony Stark, e i terroristi vogliono costringerlo a progettare nuove armi per loro. Tony non sta molto bene, nell'attentato è rimasto ferito da alcune schegge di bomba; il suo compagno di prigionia, un altro scienziato che risponde al nome di Yinsen, lo aiuta e lo salva, impiantandogli nel centro del petto, a protezione del cuore, un elettromagnete alimentato da una batteria da auto. I terroristi cominciano ad avanzare le loro richieste: aiutato da Yinsen, Stark dovrà cominciare costruendo per loro un missile Jericho. A loro disposizione, un intero arsenale tutto firmato Stark Industries. Tony e Yinsen cominciano a lavorare, però, ad una sorta di armatura impenetrabile, non prima di aver realizzato un reattore Arc, potente generatore di energia elettrica inizialmente progettato dal padre di Tony, che gli servirà così ad essere quasi autosufficiente per quanto riguarda l'elettromagnete che lo tiene in vita. Passano poi all'armatura, terminata a tempo di record entro l'ultimatum dato loro dai terroristi. Tony riesce a fuggire, ma Yinsen ci lascia la pelle, non prima di aver supplicato Tony di non sprecare una seconda opportunità. Tornato in patria, Tony annuncia che la Stark Industries cesserà la produzione di armi. Mentre Tony lavora alacremente al miglioramento dell'armatura, la fedele segretaria, innamorata di lui in un religioso silenzio, Pepper Potts, scopre che il socio storico di Tony, Obadiah Stane, inizialmente socio di suo padre, sta tramando alle sue spalle, oltre ad essere particolarmente scontento del cambiamento di rotta della Stark Industries.
L'ennesimo tentativo di trasporre un comics character della Marvel al cinema, che tra l'altro si colloca in un contesto ancora più ampio, quello del crossover di The Avengers, da parte della Paramount, è ovviamente spettacolare, consta di un budget stimato di 140 milioni di dollari statunitensi, si avvale della regia dell'ancora mediamente giovane (mi pare un bell'eufemismo per descrivere un coetaneo) ma espertissimo Jon Favreau, inizialmente una promessa del cinema indipendente trasformatosi in una macchina da soldi mainstream in maniera direttamente proporzionale al suo aumento di peso, di una colonna sonora roboante che sciorina pezzi prevedibili ma mitici (naturalmente Iron Man dei Black Sabbath, ma pure l'immarcescibile Back in Black degli AC/DC), e dell'innegabile carisma del rinato Robert Downey Jr. nei panni di un Tony Stark che agisce come un cocainomane incallito, e che regala al film una bella vena ironica che lo alleggerisce. Dopo una partenza memorabile (la sequenza dell'attentato con il pezzo degli AC/DC sparato a mille nell'Humvee in corsa), il film cade via via nella spirale degli stereotipi da film di supereroi (amori nascosti e rivelati, folgorazioni sulle vie di Damasco, villains della porta accanto e scontri epici), déjà vu che neppure il rispetto che suscitano le ripetute apparizioni di Jeff Bridges nei panni di Obadiah Stane e, mi ripeto, il carisma di Downey Jr., riescono ad attutire. Gwyneth Paltrow nei panni della goffa Pepper Potts, Terrence Howard nella parte di Rhodey, e poi un miliardo di bravi caratteristi. Naturalmente, c'è la ghost scene dopo i titoli di coda.
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