No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130404

pope and rope

L'elezione di un nuovo "capo" della Chiesa Romana è sempre una notizia. Ho seguito con una certa attenzione, un po' come seguo con attenzione la risposta di una donna quando le chiedo qualcosa di sentimentale. Ho avuto occasione di fare diverse chiacchierate con amici e amiche, alcuni cattolici praticanti, altri tiepidi, altri laici. Nonostante la nota positiva data dal fatto che questo papa non è europeo, molto presto è uscita la notizia che Horacio Verbitsky (tanto per capirci, visto che scrive per Pàgina 12: è una sorta di Manifesto argentino) aveva (già, prima dell'elezione) criticato aspramente Jorge Mario Bergoglio (ora papa Francesco) per il suo rapporto non proprio conflittuale con la spietata dittatura argentina dei generali.
Conscio di non avere la verità in tasca, di sbagliare certamente il mio giudizio, visto che posso solo leggere, ascoltare e valutare, e di attirarmi alcune antipatie anche tra gli amici, ecco alcune mie riflessioni (dopo aver letto anche i tre articoli in proposito, su Internazionale numero 992, quello di Verbitsky da Pàgina 12, contro, quello di Thomas Reese sul National Catholic Reporter, pro, e quello di George Monbiot sul The Guardian, contro) sul nuovo papa.


A me sembra stia snocciolando l'ABC del catechismo, e la cosa sembri rivoluzionaria semplicemente perché l'opinione pubblica si è abituata a vedere il Vaticano come una sorta di mafia, e lui predichi l'amore universale (ma sottolineando che l'omosessualità è opera del diavolo e le donne devono stare all'acquaio) e di aiutare i poveri (però di lasciarli poveri).
Quest'ultima parentesi è rafforzata dal fatto che come la maggior parte della chiesa sudamericana, si è opposto al movimento ecclesiastico che supportava la Teologia della liberazione. Se non ne avete mai sentito parlare vi invito a dare un'occhiata al link.


La differenza tra evitare di mettersi mocassini da 300 euro ed essere un "cura villero" (come chiamano in Argentina i preti che vivono nei quartieri degradati aiutando materialmente i poveri, l'esempio è quello dei due preti protagonisti di Elefante blanco), ai nostri occhi, può essere difficile da distinguere. E capisco anche che non appena uno arriva al soglio pontificio, ci sarà sempre qualcuno che tenta di screditarlo. Però ecco, mi aspettavo una rivoluzione, ma mi rendo conto che la chiesa non potrà mai dire "usate il preservativo" e "fate l'ammmore non importa se siete dello stesso sesso", ma anche "basta col fascismo, ci vuole uguaglianza perché siamo tuti uguali agli occhi di dio", primo perché è indietro di 2000 anni, secondo perché (la chiesa cattolica) ha un potere in mano, e tra gente che ha il potere non ci si pestano i piedi.

Detto questo, spero vivamente di sbagliarmi.

2 commenti:

monty ha detto...

Interessante

drunkside ha detto...

C'è anche questo che non è male
http://www.gennarocarotenuto.it/22713-il-papa-argentino-francesco-i-il-conservatore-popolare-nei-torbidi-della-dittatura/