No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130429

Il Valentino

Borgia - di Tom Fontana - Stagione 2 (12 episodi; Canal Plus) - 2013


1494, Stato Pontificio. Mentre Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI, è alle prese con gli intrecci vaticani, le manovre per desituirlo, le sue personali crisi mistiche, l'insofferenza dell'amante Giulia Farnese che si portano dietro quelle della famiglia Farnese tutta, la sua dipendenza dal vitriolo (e, di conseguenza, quella di lei), gli amori dell'amata figlia Lucrezia, le difficoltà finanziarie delle casse vaticane, il figlio Cesare, spogliato dagli abiti cardinalizi per perseguire fama, amore, libertà, conquiste, sta cercando il suo posto nel mondo, senza capire perfettamente da che parte viene questa inarrestabile sete di qualcosa di diverso, di nuovo, di grande. Arriverà alla corte di Francia, laddove incontrerà gran parte di queste cose inseguite da tempo, si convincerà (e lo convinceranno, molti suoi ammiratori) di essere quasi un dio in Terra, ma tutto ciò non arresterà, in lui, la sua sete di onnipotenza.
Con uno slancio di generosità, il vostro recensore preferito stavolta, alzando l'asticella, si è cimentato in un'ulteriore impresa pur di darvi una primizia: mi sono visto l'intera seconda stagione dei Borgia di Tom Fontana nella versione francese, visto che, al momento, è andata in onda solo su Canal Plus, ed arriverà su Sky Cinema, nella versione italiana, a breve.
Ora, ovviamente un certo spaesamento indotto dal doppiaggio (che però era presente anche nella prima stagione, visto che, se non ho capito male, la serie si recita in inglese, e la prima stagione me la sono vista doppiata in italiano), si somma, inutile negarlo, al fatto che, come già accennato, la serie va in onda più o meno contemporaneamente alla terza stagione di The Borgias, che, in maniera diversa, parla delle stesse cose. E giocoforza i personaggi vengono confrontati.
Dopo una prima stagione girata soprattutto in Repubblica Ceca, i produttori stessi, vedendosi alzare il budget, hanno ottenuto di girare spesso in Italia, per questa seconda stagione. Gli esterni, non esattamente per questo motivo (probabilmente semplicemente perché si usano meno i fondali sovrapposti con la computer graphic), ne risentono favorevolmente, mentre per gli interni rimane forte l'impressione di una messa in scena teatrale e profondamente ingessata. A dispetto della storia, che seppur, come sempre, piegata in un certo qual modo per adattarsi alla sceneggiatura, e tra l'altro generando dubbi su come una quantità tale di avvenimenti importantissimi possano essersi svolti nel solo arco di pochi mesi di uno stesso anno (1494), le figure degli attori che impersonano personaggi fondamentali della storia non solo italiana, lasciano ancora una volta a desiderare (e qui, bisogna dirlo, la produzione europea perde fragorosamente contro quella statunitense). Fermo restando l'ottima interpretazione di John Domani nei panni di Rodrigo Borgia - Alessandro VI, è soprattutto Mark Ryder che funge da punto debole, visto che lui interpreta Cesare Borgia, e che questa stagione si incentra soprattutto sulla sua ascesa (le indiscrezioni indicano che la prossima, che dovrebbe essere l'ultima, verterà invece sulla figura di Lucrezia). Si vede che il ragazzo si impegna, ma sarà la sua faccia di c****, saranno i capelli stile spot della L'Oreal, non convince nemmeno per un istante. Rimandando il giudizio complessivo sull'interpretazione della stupenda Isolda Dychauk (Lucrezia Borgia) alla prossima stagione (al momento siamo sul senza infamia e senza lode, pur riconoscendo  alla giovane delle alte potenzialità ed una boccuccia inverosimilmente stretta), vorrei soffermarmi su un paio di personaggi marginali, ma storicamente importanti, ai quali il confronto con The Borgias serve per essere distrutti.
Il primo è Niccolò Machiavelli. Qui interpretato dall'anonimo Thibaut Evrard, esce annientato dal confronto con il non conosciutissimo, ma molto intenso Julian Bleach. La seconda è Caterina Sforza. La prova di Valentina Cervi (e, come saprà chi mi conosce, io amo moltissimo questa attrice italiana) viene oscurata da quella di Gina McKee. La colpa è evidentemente da attribuire allo script (e di sicuro The Borgias non è scritto da Hitchcock), ma anche alle direzioni registiche: ecco spiegato, forse, il motivo dell'ingessatura alla quale mi riferisco spesso, sia qui che nella recensione della prima stagione.
Insomma, non è sicuramente facile portare sul piccolo schermo la storia con la esse maiuscola, e di sicuro va dato atto a Canal Plus di essere una rete coraggiosa che prova a stare al passo con i tempi della fiction moderna, ma lascia l'amaro in bocca vedere tanto materiale potenzialmente esplosivo come la storia dei Borgia sprecato così, e con nomi importanti nel cast e nel team di scrittura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

proprio un commento inutile,un commento del c****