No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130714

Mamaia (Romania) - Aprile 2013 (3)

Insomma, alla fine non è che ci sia niente di particolarmente divertente, eccitante, intrigante da raccontare. Le tre giornate si sono susseguite senza sussulti particolari. La mattina mi svegliavo dopo aver dormito almeno 10 ore, se non 12, scendevo a fare colazione, uscivo per una passeggiata di un paio d'ore tanto per guardarmi attorno. Rientravo in albergo, mi riposavo un poco, pranzavo in albergo in modo molto leggero, mi sdraiavo a pelle di leone a prendere il sole, rientravo in camera, mi riposavo ancora, scendevo per la cena, facevo due chiacchiere, e via così. Quindi mi sono riposato, rilassato, abbronzato, ho mangiato benissimo tra l'altro, il decantato chef del ristorante dell'hotel non c'era ancora, vista la bassa stagione, ma devo dire che il vice mi ha sorpreso non poco, e il simpatico cameriere che parlava l'italiano mi ha sorpreso pure lui servendomi vini locali davvero interessanti. La mia innata indole di conversatore mi ha portato a parlare con tutti, o quasi. Ognuno ha qualcosa da dire. La receptionist carina era scioccata quanto me dopo aver visto Dupa delauri, il direttore mi ha detto che se fossi tornato, visto che mi ero interessato, potevo accompagnare il manager quando va a fare spesa nei mercati locali (ho suggerito loro di sottolineare questa loro politica di km zero sui rifornimenti alimentari sul loro sito), il manager ha concordato con me che il comunismo privava forse di un po' di libertà, ma c'era un po' meno di tutto, e nessuno che non riusciva ad arrivare alla fine del mese (discorso vecchio, lungo, ma alla fine lo sentirete fare da molti di quelli che vivevano sotto regimi comunisti, solo in Polonia ho trovato parecchia resistenza in proposito, e sarebbe interessante cercare di capire perché), mi ha spiegato che la Romania sta soffrendo di un tremendo giro di vite sulle tasse, sempre per riuscire a rientrare nei famosi parametri europei, che la benzina costa più o meno come in Italia ma uno stipendio medio lì è cinque volte inferiore, e che lui come tanti altri, l'auto è andato a comprarla in Bulgaria perché costa maledettamente meno, il cameriere mi ha fatto capire che anche loro si sentono molto affini a noi italiani, ci vedono come un punto d'arrivo, vogliono lavorare sodo e crescere, il barista si è augurato che riportassi indietro una buona impressione del loro amato Paese. Mi hanno invitato a tornare, a viaggiare lungo la loro nazione, mi hanno spiegato che c'è di tutto, dal mare alla montagna, dai piccoli villaggi medievali alla suggestione della Transilvania, dalla buona cucina ai buoni vini. Sono stati a mia disposizione per riportarmi all'aeroporto quando desideravo, mi hanno lasciato usare la camera fino nel pomeriggio del mio giorno di check out. Ho speso una cifra che tenderei a considerare quasi ridicola.
E poi, due ultimissime considerazioni sugli ultimi minuti in terra romena. Quando il manager mi ha accompagnato all'aeroporto, il Mihail Kogalniceanu, da vero parvenu, mi sono stupito del fatto che non ci fosse il tabellone arrivi/partenze: lui si è stupito a sua volta, e mi ha detto che il mio era l'unico volo della giornata. Dopo i controlli, dopo l'attesa, ecco l'imbarco. Se vi ricordate cosa ho detto all'imbarco a Pisa, alla partenza, ecco, qua tutto perfetto, tutti in fila uno dietro l'altro. Sarò anche anti-italiano, iper-critico verso il mio Paese natale, starò pure esagerando: ma nessuno mi toglie dalla testa che chi va in un altro paese a lavorare, si adegua alle usanze di quel paese, comportandosi come i suoi abitanti nativi. Magari sbaglio.
Un'altra veduta del mar Nero, con annesso spicchio di spiaggia: la foto è venuta decisamente peggio di quella pubblicata ieri, lo so.

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