No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130720

tredici

13 - Black Sabbath (2013)

Bisogna togliersi questo dente, come si dice. Ero partito per recensire immediatamente questa cosa che, non ci crederete, ma è arrivata all'improvviso. Non sono più tra quelli che amano quello che personalmente definisco il gossip musicale, e quindi si, avevo sentito più volte notizie sulla reunion della line-up originale, tour con concerti perennemente annullati (sempre con la formazione dei primi album), ma ingenuamente, non mi aspettavo avessero il coraggio di far uscire un disco nuovo, dopo tutti questi anni, queste traiettorie soliste, reality show, cambi di formazione, morti di ex membri, insomma, 13 è arrivato e come un bambino sorpreso da un regalo per la promozione quando i tuoi genitori continuano a ripeterti che andare a scuola ed essere promosso è soltanto il tuo lavoro.
Poi, il lavoro, il caldo, la pigrizia, le serie tv mi hanno travolto, e il pensiero di scriverci sopra è passato in cavalleria. Diversi eventi scatenanti mi "costringono" a farlo, alla fine: l'amico Ale che incrocio alla porta dello stabilimento e mi prega di scrivere di musica, che di film e tv non se ne può più; l'amico Leo che domanda il mio parere, perché lui ed io siamo stati reciprocamente i primi due ad amare i Sabbath, tra le nostre conoscenze; l'esaurimento di "scorte" cinematografiche o seriali da recensire; ed infine, il rinnovo dell'abbonamento a Rumore, che recensisce questo disco dandogli un'insufficienza e trattando l'oggetto e la band quasi con disprezzo, da vecchi rincoglioniti.
Ecco, semplicemente non sono d'accordo. Certo, se non fosse l'album della reunion, che poi in realtà diciamocelo, manca Bill Ward alla batteria, e c'è nientemeno che Brad Wilk (ex Rage Against the Machine e Audioslave), molte altre testate non avrebbero osannato il disco, e probabilmente anche noi fan non saremmo stati così eccitati. Però mica sono d'accordo sul fatto che, se fosse un disco di una band sconosciuta, l'avremmo liquidato come spazzatura. No, no davvero.
Ecco, siccome tra l'altro i Sabbath, assieme forse ai Led Zep, sono tra i pochi gruppi che possono permettersi di essere autocelebrativi, secondo me 13 funziona molto bene. Per assurdo, il punto debole è la voce di Ozzy; e non solo perché è probabilmente completamente re-inventata in studio (da più parti si sostiene che ormai dal vivo non ne ha proprio più), ma soprattutto perché, vuoi perché c'è Rubin, quel volpone di Rick, a produrre, vuoi perché negli anni delle vacche grasse della carriera solista, Ozzy si è spogliato dei panni monocordi ma assolutamente evocativi della voce diabolica e ipnotica, per indossare una versione più comoda, catchy, mainstream e commerciale di se stesso. E qui, su 13, complice appunto la pesante manipolazione del mixer, sfoggia una via di mezzo, che a volte riesce a raggiungere la sufficienza, a volte no. Ma, per quanto riguarda la parte musicale, diamine, sarò regredito, sarò nostalgico, sarò invecchiato, sarà che mi mancavano, secondo me è pressoché inappuntabile. Qualsiasi riff suoni Tony Iommi, anche se somiglia a qualcosa che lui ha già inventato, mi lascia sempre a bocca aperta. E non solo, perché ad esempio, il solo finale di God is Dead? a me fa proprio venire la pelle d'oca (così come i giri di basso sotto); devo ammettere che lo stile di Iommi mi causa spesso fenomeni simili, e la patologia non cessa certo con la sua prestazione su 13. Lo stile di Geezer Butler, forse me lo ricordavo male, ma pare addirittura maturato. Wilk, che chi mi conosce sa cosa ne penso, si limita a fare il turnista, picchiando come si deve fare. Poi, francamente, che Zeitgest sia la versione pop di Planet Caravan, o che la stessa God is Dead? scopiazzi War Pigs, a me importa davvero poco, anzi, mi fa anche un po' piacere. Sorprendente trovare un pezzo come Age of Reason, che con quelle tastiere ricorda molto più i Sabbath dell'era-Dio (Ronnie James, pace all'anima sua), che quelli precedenti.
Insomma, evito di dirvi che probabilmente le bonus track (tre nella versione iTunes, quattro in quella Deluxe, le stesse più Naiveté in Black, un corto circuito di citazioni) sono le più immediate, ma al tempo stesso quelle che incarnano la versione più mainstream e ruffiana dell'Ozzytudine, ma quel che mi preme dire (ripetere) per concludere è che ben venga l'autocitazione, quando a farla sono (tre quarti dei) i Black Sabbath originali, e mai dimenticati. Dal vivo saranno un naufragio, ma in studio possono ancora insegnare a stare al mondo, musicalmente parlando.

2 commenti:

monty ha detto...

Finalmente!
P.S. Hai ripreso il giro con le rece
dei dischi?

jumbolo ha detto...

risposta joke: non mi mettere troppa pressione
risposta seria: concomitanza vuole che ho finito, come scritto, tutti i film visti e ancora da rece, sono in fissa con la tv e quindi a meno che non abbia una serie terminata non recensisco, e l'unico libro che ho finito di leggere (libro secondo delle cronache del ghiaccio e del fuoco) non posso recensirlo perché TU mi hai chiesto di sottolineare nella rece le differenze tra il libro e la serie, per cui ho ripreso a vedere la seconda stagione ma ancora non ho finito. naturalmente ho fatto "gli orecchi" al libro nei passaggi che mi sembrano diversi, per poi verificare.
risposta breve: forse.