Mosquito - Yeah Yeah Yeahs (2013)
Insomma, mi dispiace proprio dirlo, ma a me il quarto disco degli YYYs non è piaciuto granché, e ripensando agli episodi precedenti, mi tocca dire che sono in parabola discendente. Ed è pure una cosa che risulta difficile da descrivere, perché anche in Mosquito, il fatto che sappiano scrivere, interpretare ed arrangiare pezzi semplici e diretti, è innegabile: l'apertura di Sacrilege, a questo proposito, è più che esplicativa. Un pezzo semplice, che parte lento e si sviluppa con un mid-tempo quasi discotecaro, con i soliti armonici di chitarra di Nick Zinner (che sono ormai divenuti il marchio di fabbrica YYYs oltre alla voce di Karen), e che immediatamente dopo il giro di boa del pezzo diventa un gospel dalle dimensioni epiche.
Poi, però, il disco si perde lungo il dispiegarsi degli altri pezzi, alla ricerca di una nuova Maps, sarò fissato ma, forse proprio per quel marchio di fabbrica che citavo prima, il terzetto formatosi nella Grande Mela mi è sempre sembrato inseguire la perfezione tecnica, stilistica ma soprattutto emozionale di quel pezzo, incastonato in un disco d'esordio con un'energia sicuramente maggiore dei successori. Il carisma di Karen O continua ad essere tangibile, esce dalle tracce e si fa praticamente palpabile, così come, mi ripeto, il talento di Zinner, ma c'è qualcosa di debole che, almeno personalmente, rende faticoso premere play quando termina Wedding Song, il pezzo che chiude, piuttosto stancamente, il disco.
Qualche sussulto con Slave e con Area 52, ma complessivamente Mosquito non mi pare un degno erede di quella bomba che era stato, a suo tempo, Fever To Tell. Magari sbaglio. Magari no.
Nessun commento:
Posta un commento