Defenders of the Faith 30th Anniversary Edition - Judas Priest (2015)
La prima cosa che mi viene da pensare davanti ad operazioni di questo genere, è che a volte, i metallari non sanno andare avanti. Poi, ovviamente, siccome la verità sta sempre nel mezzo, e col tempo spero di aver imparato la diplomazia e l'arte del ragionamento, almeno un poco, mi fermo a riflettere. Se esistono operazioni come queste, a parte la crisi del mercato discografico, significa che dischi come questo, band come questa, hanno avuto un significato profondo, ed hanno lasciato un segno evidentemente indelebile.
L'occasione, tra l'altro, è stata invitante per me, visto che la mia conoscenza della discografia dei Judas non era così perfetta, quindi cosa c'è di meglio, a distanza di oltre 30 anni (il trentesimo cadeva nel 2014, dato che Defenders of the Faith uscì nel gennaio del 1984, un anno che se mi metto a pensare cosa ha rappresentato, non mi fermo più...), di riascoltarsi con calma (un eufemismo, di questi tempi) una pietra miliare, con un regalino di due cd live (un concerto completo del 1984, tra l'altro, con la band probabilmente al top della forma)?
Beh, che dire. Defenders of the Faith, oltre che diventare una sorta di motto, usato per gli anni a venire (sopratutto dai Manowar), un po' da tutti quelli che si consideravano "veri" metallari, è stato un gran cazzo di disco. Un po' uno spartiacque, a dire il vero, inquadrandolo storicamente: venne dopo il mitico ed osannato Screaming For Vengeance, e prima di Turbo, che per molti rappresentò l'inizio della fine. Defenders è in pratica una summa dello stile Judas, come detto al top della forma. Rob Halford a livelli statosferici con quella voce che pareva creata per l'heavy metal, i "duelli" Tipton / Downing (i due chitarristi) sempre più studiati, strutturati e mozzafiato, la sezione ritmica (l'indomabile Hill al basso, onnipresente nella vita della band, e Holland alla batteria, in questo caso) impeccabile.
Incredibile dire quello che sto per dire, e difficilmente condivisibile, ma mai come con questo disco, la musica dei Judas potrebbe essere definita elegante, pur nella sua potenza (esaltata dalla re-masterizzazione) e nella sua tamarraggine. Paradossi su paradossi, un po' come l'immagine macho di Halford, stampata nell'immaginario collettivo dei fan per anni (pelle nera, borchie e Harley Davidson), poi rivelatosi un gay mai dichiarato, con relative atroci sofferenze personali interiori (rivelate in alcuni testi dei suoi dischi da solista), è un po' quello che ha significato per me, e per molti, ne sono sicuro, il metal. Musica a volte schifata da quelli che si ritenevano intenditori, ma che è stata palestra non solo musicale, per moltissimi. Volendo potrei essere ancor più retorico, ma per oggi mi fermo qui.
Heavy metal music has represented many things to me, and to many other people all around the world. "Defenders of the Faith", came out in January 1984, was maybe the higher point of Judas Priest, one of the greatest band in heavy metal music.
This box contains a remastered version of that album, plus other 2 cd with an entire concert of the 1984's tour.
After more than 30 years, we can truly realize the greatness of Judas Priest here. Even if heavy metal music was always considered rough and white trash music, we can appreciate the elegance of their compositions. As usual, the album contains so many classics, and the remastered version achieves the mission to let us enjoy of them at the maximum.
1 commento:
Molto bene
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