Viaje - Ricardo Arjona (2014)
Prima o poi doveva accadere. Sono passati anni, probabilmente 6 o 7, da quando, per la prima volta, ascoltai un pezzo di questo cantautore guatemalteco, piuttosto famoso in tutta l'America Latina; il pezzo era Quiero, e mi colpì un verso in particolare, buffo ma efficace ("y levantarle la falda / a la gorda del barrio", qualcosa tipo "e alzare la gonna alla cicciona del quartiere", per esprimere la voglia di vivere senza regole e barriere), durante uno dei miei viaggi in Sud America. Qualche tempo dopo, scoprii un suo duetto nientemeno che con Eros Ramazzotti (A ti), e cominciai a raccogliere qualche informazione sul suo conto.
Edgar Ricardo Arjona Morales, più semplicemente Ricardo Arjona o addirittura solo Arjona è, soprattutto, un tamarro di dimensioni cosmiche (basta osservare qualche sua foto, vedere qualche suo video, oppure una qualunque foto della sua attuale compagna). Una sorta di uomo tutto di un pezzo, probabilmente buono come il pane, con pregi e difetti, e, fondamentale, piuttosto lontano, come genere musicale, da tutto quello che di solito mi interessa. Eppure, quelle sue melodie ruffiane, quel suo stile di canto talmente ridicolo da risultare accattivante, il suo stile particolarissimo nello scrivere i testi, un po' retorico, un po' paradossale, un po' Serrat dei poveri, continuano ancora oggi, ogni tanto, ad affascinarmi. Quando ho visto la (bruttissima) copertina del suo ultimo disco, in un negozio di CD in Perù, mi sono ripromesso di ascoltarlo, e di mettermi al passo con le sue ultime peripezie.
Di certo, Arjona, come molti artisti pop (penso ai nostri Ramazzotti o Pausini), ha fatto molta strada (questo è il suo quattordicesimo disco, il secondo sulla sua etichetta personale), anche stilisticamente. Se andate ad ascoltarvi i suoi grandi successi del passato, lo capirete subito. Questo Viaje è, quasi davvero, un viaggio tra molti ritmi latino-americani (e non solo, basta ascoltare Pedigri per rimanere quantomeno sorpresi), tanto che mi ha ricordato quello (per me) splendido Abriendo Puertas della immensa Gloria Estefan, disco del quale vi parlai tempo fa, un disco che ha "aperto" le mie orecchie alle complesse atmosfere latine. Ecco, la lingua spagnola. Un punto fondamentale, per ascoltare musica del genere. Apro l'ennesima parentesi, per cercare di spiegare perché mi ritrovi, a volte, così "lontano da casa", musicalmente parlando. L'ascolto di musica cantata in castigliano, seppur influenzato da accenti vari, è stato inizialmente un'esigenza, ai fini di perfezionare la lingua, ma adesso non posso più accamparla come scusa. Dentro di me, evidentemente, cova un'anima pop, e anche di quelle più (vedi sopra) tamarre e dal cuore debole, romantica nella più mielosa accezione del termine. Non solo: la lingua iberica mi rende ancor più tenero, tanto che non riesco a non commuovermi, sia che ascolti mariachi, sia che ascolti Manu Chao. Le storie di Arjona sono, spesso, scontate, ma raccontate con ironia a volte grezza, a volte sorprendente, e con un piglio quasi prepotente, ma simpatico, in fondo. Il classicone Tu fantasma, l'irresistibile tormentone di Cavernicolas, l'avvolgente A la luna en bicicleta, la crooneriana (se ne fosse capace) e rabbiosa, seppur delicata Tu boca, la cubanissima Cisnes, la già-sentita-chissà-quante-volte Lo poco que tengo, la travolgente Apnea, hanno un fascino ruvido, scontato, commerciale, sanremese oserei dire, ma impeccabile.
Naturalmente, non consiglio a nessuno dei lettori di fassbinder l'ascolto di Arjona, perché questo potrebbe darvi un'arma per prendermi per il culo. Io, però, continuerò ad ascoltarlo.
PS alcune curiosità sul personaggio, che me lo rendono simpatico oltremodo. E' un orgoglioso guatemalteco, si dedicò allo sport e all'insegnamento, dopo l'insuccesso del suo debutto nel 1985. E' stato un cestista professionista, e ha militato nella nazionale di basket del Guatemala (per anni è stato il cestista guatemalteco con il record di punti segnati in un solo incontro, 78). Ha dato il via ad una fondazione che crea opportunità per bambini poveri guatemaltechi. La sua etichetta personale pubblica i dischi della compatriota Gaby Moreno, voce interessantissima, con la quale ha diviso il successo del singolo Fuiste tu. Ed infine, sua figlia maggiore Adria, è attrice, la stiamo vedendo in Person of Interest, nei panni della poliziotta Dani Silva, ma soprattutto la vedremo tra pochissimo nei panni di Emily in True Detective stagione 2.
It is really difficult to me, explain why I like Ricardo Arjona. His style, his music, is so far from my usual taste in music. Nevertheless, since I've heard his "Quiero" song, some years ago during one of my trips in South America, I love this guatemalan pop singer/songwriter and his odd lyric style. This is his fourteenth record, and is, as the title says (Viaje means "journey"), a journey into many latin rhythms, and not only those.
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