Soap and Skin + Jungstoetter, Santeria Social Club MI, 8 aprile 2019
L'occasione è ghiottissima. Alla Santeria in Milano, Anja Franziska Plaschg aka Soap&Skin, con, in apertura, il suo protégée Fabian Alstotter aka Jungstotter. Quindi, seppure sia lunedì, tocca andare, toccare, e fuggire. Nonostante sia effettivamente, in questo ultimo periodo, IL posto dove c'è la miglior musica, in Italia, è la prima volta che ci entro. Locale sobrio, acustica ottima. Si attende l'inizio, il giovane tedesco arriva sul palco da solo, si siede al piano timidamente, e ci regala sei pezzi (Wound Wrapped in Song, I Wonder Why, Love Is, Silence, The Rain, Black Hair) ovviamente scarnificati (ma neppure troppo) rispetto al suo ottimo disco di debutto, ringrazia ed emoziona.
Con un poco di ritardo, ecco arrivare Anja, attorniata da ben otto musicisti (quattro archi, percussioni, chitarra, basso, un tuttofare). Anche lei, esattamente come chi l'ha preceduta, sprizza timidezza da tutti i pori, e appare sinceramente toccata dal calore con il quale le poche centinaia della Santeria la accolgono, la applaudono, la sostengono e la ringraziano. Parte con This Day, con la voce che ancora deve ingranare alla perfezione, e poi non ce n'è più per nessuno. Circa un'ora e mezzo di musica ai confini della sperimentazione, tra il rock d'autore e la classica, sette cover (molte concentrate nella parte finale), molte tracce, naturalmente, dall'ultimo disco, e pure un piccolo spazio per alcune canzoni dai suoi due dischi precedenti. Voce impeccabile, musicisti perfetti, un viaggio a tratti allucinante tra le sette note, per un concerto tra i migliori ai quali mi sia capitato di presenziare. Tornerà in Italia questa estate, non fatevela scappare. Qui la scaletta.
With a little delay, here comes Anja, surrounded by eight musicians (four strings, percussion, guitar, bass, and a "handyman"). She too, exactly like the one who preceded her, oozes timidity from all the pores, and appears genuinely touched by the warmth with which the few hundreds of Santeria welcome her, applaud her, support her and thank her. She starts with This Day, with the voice that still has to get to the way of perfection, and then there's none left for anyone. About an hour and a half of music at the boundaries of experimentation, between the refined rock and the classic, seven covers (many concentrated in the final part), many tracks, of course, from the last record, and even a small space for some songs from her two previous records. Impeccable voice, perfect musicians, a journey at times hallucinating among the seven notes, for a concert among the best to which I happened to be present. She'll be back in Italy this summer, don't miss her. Here the setlist.
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