No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130802

la stanza blu

The Blue Room - Madeleine Peyroux (2013)

Quando ti capita un disco come questo, c'è veramente poco da dire. Il riassunto è: nessuna novità, ma classe in abbondanza. E siccome siamo anziani e scafati, non siamo hipster e non facciamo tendenza, se qualcuno mi chiede: "ma allora, ti è piaciuto o no?", la risposta è decisamente si.
Dieci pezzi (in alcune versioni, a dire il vero, sono undici), dieci cover, dieci standard jazz (o fatti diventare), con quella sua voce decisamente alla Billie Holiday, con una band ovviamente all'altezza (Larry Goldings alle tastiere, David Pilch al basso, Jay Bellerose alla batteria, Dean Parks alla chitarra) e arrangiamenti degli archi a cura di Vince Mendoza, che fa un grande lavoro.
Il disco è focalizzato su Ray Charles, in particolare sul suo Modern Sounds in Country and Western Music (del 1962). Infatti, in The Blue Room troviamo infatti ben 4 (5 nella versione iTunes) pezzi che erano originariamente nel disco di The Genius (anche se naturalmente erano già cover all'epoca). Bye Bye Love (ottima rivisitazione), You Don't Know Me, Born To Lose, I Can't Stop Loving You, e (scusate se mi ripeto) nella versione iTunes pure I Love You So Much It Hurts.
Solamente rileggendosi le storie di questi pezzi, si capisce quanto il jazz e la musica americana in generale deve al folk e al country. Ma passiamo oltre.
Il disco è completato da Take These Chains From My Heart (e qui bisogna aprire una parentesi: il pezzo è si di Hank Williams, già rivisitato dalla Peyroux, ma in realtà continua il discorso aperto prima, perché, rifatta da Ray Charles, era anche in Modern Sounds in Country and Western Music Volume Two), Changing All Those Changes (di Buddy Holly), Guilty (Randy Newman), Bird on the Wire (Leonard Cohen), Gentle on my Mind (scritta da John Hartford per Glenn Campbell, ma coverizzata da una miriade di artisti: Aretha Franklin, Dean Martin, Elvis, i R.E.M., Johnny Cash, Roberto Carlos) e chiude (non lo ripeterò più, ad ogni modo chiude la versione da dieci pezzi) una bellissima versione di Desperados Under the Eaves, di Warren Zevon, un pezzo già di per sé straziante ma al tempo stesso graffiante ed ironico, reso vibrante dalla Peyroux.
Insomma, è chiaro che questo disco non sarà nella top del 2013, e che, come detto in apertura, non aggiunge assolutamente niente di nuovo al panorama musicale. Ma, se avete passato la vostra fase ribelle, adolescenziale, se avete sempre bisogno di musica che vi scuota le ossa ma ogni tanto sapete concedervi il lusso di musica raffinata, giusto perché dopo qualche anno avete capito che la musica è bella tutta, se apprezzate l'arte della reinterpretazione, The Blue Room non vi deluderà di certo.

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