Echo Street - Amplifier (2013)
Fin'ora ho sempre apprezzato la band di Manchester, e non ne ho mai fatto mistero, così come vi ho raccontato diverse volte come li ho mancati dal vivo, pentendomene ripetutamente. Come notavo in occasione delle precedenti recensioni, impressione che ogni appassionato attento ha, gli Amplifier se la sono sempre presa comoda, segno evidente di passione e al tempo stesso, di minuziosità e grande lavoro. E forse, stavolta ha ragione chi sottolinea che, per i loro standard, è passato troppo poco tempo dal precedente lavoro The Octopus, "solo" due anni. Insomma, senza girarci troppo attorno, il nuovo Echo Street, che segna l'avvicendamento al basso di Alexander Magnum Redhead al posto di Neil Mahony, e l'ingresso di Steve Durose alla chitarra (che si aggiunge a quella del leader Sel Balamir, anche voce principale), ex membro degli Oceansize, band di riferimento degli stessi mancuniani, è un disco che non si può definire brutto, ma che lascia decisamente un po' di amaro in bocca. Come si direbbe per un film, suona come decisamente irrisolto, non soddisfa fino in fondo, nonostante ci sia naturalmente la solita maestria tecnica e i soliti riferimenti di fondo (Tool, Pink Floyd, Soundgarden, ma secondo me anche molto i Genesis; ad essere pignoli, stavolta, soprattutto con la parentesi acustica di Between Today and Yesterday, dimostrano di poter ricordare perfino Crosby, Stills, Nash & Young), la solita (siano letti in senso positivo, questi "soliti") pulizia sonora che ogni tanto dà grandi soddisfazioni. Il disco suona un po' troppo pacato, senza troppi affondi, le dilatazioni strumentali sono o troppo poche oppure insoddisfacenti, il cantato di Balamir troppo indulgente, levigato, troppi la la la e pa pa pa.
Paradossalmente, la parte migliore di questo Echo Street è "relegata" nel disco extra della Deluxe Edition, che soprattutto con tre dei quattro pezzi che compongono questo dischetto, Spaceman, Sunriders e Never and Always, ci ricordano come dovrebbero suonare gli Amplifier. Probabilmente sono stato troppo esigente, stavolta, ma come dico sempre dai primi della classe è lecito pretendere sempre qualcosa di più.
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