Broken Politics - Neneh Cherry (2018)
Sempre con il suo ritmo estremamente lento, sembra che Neneh Mariann Karlsson, meglio conosciuta come Neneh Cherry, sia decisa a continuare la sua longeva carriera musicale, che va avanti dal 1980 circa. Il suo disco precedente risale al 2014, Blank Project, e il precedente, non esattamente a suo nome, era del 2012, The Cherry Thing; quest'ultimo mi dette la sensazione di aver ritrovato una vecchia amica, che dal 1996 (Man) avevo perso di vista, anche se nel frattempo, lei aveva fatto uscire due dischi sotto il monicker CirKus. Detto tutto questo, per farvi capire che la signora è navigata, e soprattutto, che fa dischi quando sente di avere davvero qualcosa da dire, nonostante i due dischi precedenti fossero davvero dei dischi difficili da superare, anche questo Broken Politics è uno di quei lavori da ascoltare con i testi (e magari il traduttore) a portata di mano, causa l'importanza e il coinvolgimento socio-politico molto attuale delle liriche, e che potrebbe spiazzare l'ascoltatore vista la trasversalità dello stile. Cherry si è sempre definita non una rapper, ma una cantante che "fa un po' di rap"; è passata dal punk, del quale conserva l'attitudine, e attraverso tutti gli stadi evolutivi della musica dance. Si è messa nelle sapienti mani di Four Tet (Kieran Hebden), si è fatta dare un aiuto da Robert Del Naja (Massive Attack) per il singolo Kong (un singolo che lancia l'album e che parla di immigrati), e per la composizione, troviamo quasi sempre la collaborazione del marito Cameron McVey, grande orecchio pop ma anche radici che affondano nella tradizione trip hop. Il risultato è un disco che potrebbe a prima vista sembrare leggermente inferiore ai due precedenti, solo perché il loro ricordo è, credetemi, davvero ingombrante. Al contrario, questo disco ha uno stile al tempo stesso inconfondibile, e sempre più raffinato, orecchiabile ma intellettuale, mentre Cherry parla, in maniera soffusa, di aborto, rifugiati, violenza armata, e della facilità con la quale le cospirazioni entrano nella vita di tutti i giorni. Se vi pare poco.
Still with its extremely slow pace, it seems that Neneh Mariann Karlsson, better known as Neneh Cherry, is determined to continue her long musical career, which has been going on since about 1980. Her previous record dates back to 2014, Blank Project, and the previous one, not exactly in her name, was from 2012, The Cherry Thing; the latter gave me the feeling of having found an old friend, who since 1996 (Man) I had lost sight of, even if in the meantime, she had released two records under the CirKus monicker. Having said all this, to make you understand that the lady is navigated, and above all, making records when she feels she really has something to say, despite the two previous records were really difficult to overcome, this Broken Politics is one of those works to listen with the lyrics (and perhaps the translator) at hand, because of the importance and the very current socio-political involvement of the lyrics itself, and that could displace the listener considering the transversality of the style. Cherry has always defined herself as not a rapper, but a singer who "does a bit of rap"; she has passed from punk, of which it retains the attitude, and through all the evolutionary stages of dance music. She has put herself in the expert hands of Four Tet (Kieran Hebden), has been helped by Robert Del Naja (Massive Attack) for the single Kong (a single that launches the album and that speaks of immigrants), and for the composition, we almost always find the collaboration of her husband Cameron McVey, big pop ear but also roots that sink in the trip hop tradition. The result is a record that may at first sight seem slightly inferior to the previous two, just because their memory is, believe me, really cumbersome. On the contrary, this record has a style that is at once unmistakable, but increasingly refined, catchy but intellectual, while Cherry speaks, in a suffused way, of abortion, refugees, gun violence, and the ease with which conspiracies enter the life of everyday. If you think it's a nothing...
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