No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20190106

Il miracolo

Circuit Des Yeux + Anna von Hausswolff + Lolina, Dampfzentrale (Saint Ghetto Festival), Bern CH, 23 novembre 2018

Ad un certo punto mi sono detto: chi voglio assolutamente vedere dal vivo a breve, visto che magari me li sono persi già quando sono passati in Italia, perché non potevo? Ho pensato a Zola Jesus e ad Anna von Hausswolff, mi sono messo a spulciare le loro date entro la fine dell'anno, per vedere quelle che potevo raggiungere in qualche modo, e farle incastrare con il mio lavoro. Di Zola Jesus vi racconterò, mentre per la svedese mi piace questa data svizzera, che inizialmente penso di raggiungere direttamente in auto, poi pochi giorni prima riesco a posizionarla perfettamente con un impegno di lavoro in Francia, zona Lione. Partenza dopo pranzo del venerdì 23 novembre, arrivo a Berna (albergo già conosciuto, a neppure 10 minuti d'auto dal luogo dell'evento) verso le 17, un po' di riposo e via verso la Dampfzentrale, vecchia stazione adibita da una parte a ristorante, dall'altra ad ampio locale atto anche ad ospitare concerti di piccolo taglio. Ho già il biglietto, ma il fatto di non avere moneta locale mi mette un po' in difficoltà: impossibile pagare piccoli importi con carta di credito, quindi mi fanno un favore non facendomi pagare il guardaroba, ma non c'è verso di avere una birra o un toast. Sopravviverò. 
Sta già suonando Circuit Des Yeux, o meglio Haley Fohr da Chicago, mi addentro solo appena appena dentro la sala concerto, e sembra di essere in un'altra dimensione. Dopo pochi secondi capisco che l'abbinamento di questa serata non poteva essere più azzeccato, anche se ascoltarsi un paio d'ore di musica del genere è veramente da temerari. La ragazza, vestita con un abito che sembra uscito dagli anni '50, è sola sul palco, con una chitarra e un sacco di effettistica; la cosa che naturalmente colpisce fortemente è l'uso della voce. Vette altissime, riverberi che in alcuni momenti fanno pensare a Diamanda Galàs (in alcuni momenti si ha la netta impressione di sentire due voci: la Galàs, così come il mitico Demetrio Stratos, studiarono questa possibilità dello sdoppiamento vocale, da quel che so; non so se, nel caso di Circuit Des Yeux sia la stessa cosa oppure semplicemente un loop), canzoni asimmetriche, caotiche, stranissime, a tratti alienanti. Senza dubbio coraggiosa, seppur sembri piuttosto timida quando riesce a dire qualche frase tra una canzone e l'altra. Sorpresa totale e positiva.
Eccoci finalmente all'esibizione della piccola svedese dalla voce magica. Band composta da ben cinque elementi (tastiere, batteria, due chitarre e un basso), e lei che per lo più, occuperà la posizione centrale rialzata sul palco, dietro ad un altro gruppo di tastiere. Si parte fortissimo con The Truth, the Glow, the Fall, e poi, in ordine sparso, gli altri 4 pezzi di Dead Magic. L'intensità è alta, la presenza e soprattutto, la voce potentissima, colorata di una tavolozza che sembra infinita, assolutamente varia e spiazzante, della piccola ragazza svedese, mi rapisce completamente, sono quasi ipnotizzato. La resa live dei pezzi è estremamente precisa (il set è cominciato in leggero ritardo, ed ho seguito con gli occhi il puntiglioso tecnico del suono, adesso al mixer a pochi passi da me: soprattutto sul microfono della voce di Anna è stato molto pignolo), le emozioni che suscitano sono travolgenti. Dopo aver eseguito, come detto, tutto l'ultimo disco, è la volta di Come Wander With Me / Deliverance, da The Miraculous, altri 11 minuti devastanti, che sembrano chiudere il set. C'è stato perfino il tempo di una sorta di battibecco tra Anna e un gruppetto di spettatori decisamente ubriachi nelle prime file e particolarmente fastidiosi, battibecco che la stessa Anna rintuzza amabilmente al termine del pezzo durante il quale si è svolto (e io onestamente non so dove abbia trovato la calma per farlo, vi assicuro che queste persone sono state molto maleducate, a dir poco). Eppure, dopo qualche minuto la band rientra ed attacca un pezzo che io non conosco, ma che chiude sempre i concerti di Anna von Hausswolff: Gosta. Non vedo però Anna. Intuisco che c'è quando inizia la parte vocale. Mi alzo in punta di piedi e finalmente, la vedo. E' scesa in mezzo al pubblico, che possiamo valutare sulle duecento unità, forse meno, per camminare, cantare questa bella ballata, e scambiare sguardi con il suo pubblico. Ringrazia e saluta. Retorico e prevedibile, ma ne è valsa decisamente la pena.




Here we are finally at the exhibition of the little Swede with a magical voice. Band composed of five elements (keyboards, drums, two guitars and a bass), and she who mostly will occupy the central position raised on the stage, behind another group of keyboards. It starts very strong with The Truth, the Glow, the Fall, and then, in no particular order, the other 4 tracks from Dead Magic. The intensity is very high, the presence and above all, the powerful voice, colored by a palette that seems endless, absolutely varied and unsettling, of the little Swedish girl, completely kidnapped me, I'm almost hypnotized. The live rendition of the tracks is extremely precise (the set started slightly late, and I followed the meticulous sound technician with the eyes, now at the mixer a few steps away from me: especially on the microphone of Anna's voice was very fussy) , the emotions that arouse are overwhelming. After having performed, as mentioned, the last record, it's the turn of Come Wander With Me / Deliverance, from The Miraculous, another devastating 11 minutes, which seem to close the set. There was even the time of a sort of bickering between Anna and a group of spectators decidedly drunk in the first rows and particularly annoying, bickering that Anna herself end up amiably at the end of the track during which it took place (and I honestly I do not know where she found the calm to do it, I assure you that these people were very rude, to say the least). Yet, after a few minutes, the band returns and attacks a track that I do not know, but that always closes the concerts of Anna von Hausswolff: Gosta. But I do not see her. I realize she's here  when the vocal part begins. I stand on tiptoe and finally, I see her. She has came down in the audience, that we can evaluate on the two hundred units, maybe less, to walk, sing this beautiful ballad, and exchange glances with its audience. She thanks and greets. Rhetorical and predictable, but it was definitely worth it.

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