i, i - Bon Iver (2019)
Quarto disco in studio per i Bon Iver di Justin Vernon, disco che completa la tetralogia delle stagioni, cominciata con For Emma, Forever Ago (inverno), proseguita con Bon Iver, Bon Iver (primavera) e 22, A Million (estate), rappresentando l'autunno. Lo stile è sempre quello, ovviamente un poco differenziato (già in 22, A Million, c'era uno strappo dai precedenti), e lo sperimentalismo qua assume, almeno ogni tanto, tratti meno malinconici, più "felici". Il risultato, però, se confrontato appunto con i dischi precedenti, è quello che personalmente mi convince meno, anche se, ad esempio con Hey, Ma, Vernon ci ricorda (e si ricorda) che è ancora capace di scrivere grandi canzoni. Partecipano alla scrittura anche James Blake, Aaron Dessner, Bruce Hornsby, Moses Sumney, Channy Leaneagh.
Fourth studio album for Justin Vernon's Bon Iver, an album that completes the tetralogy of the seasons, started with For Emma, Forever Ago (winter), continued with Bon Iver, Bon Iver (spring) and 22, A Million (summer), representing the autumn. The style is always that, obviously a little differentiated (already in 22, A Million, there was a little rip from the previous ones), and the experimentalism here assumes, at least every now and then, less melancholy, more "happy" traits. The result, however, if compared with previous records, is the one that personally convinces me the least, even if, for example with Hey, Ma, Vernon reminds us (and remembers) that he is still capable of writing great songs. James Blake, Aaron Dessner, Bruce Hornsby, Moses Sumney, Channy Leaneagh also participate in the writing.
No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20191031
20191030
Carla
Charli - Charli XCX (2019)
Terzo album in studio per Charlotte Emma Aitchison, in arte Charli XCX, una delle stelle dell'electropop, contesa anche dai colleghi, a livello di composizione. Il suo terzo disco, inizialmente previsto per il 2017, fu rimandato e rifatto da capo, in seguito ad una fuga del materiale originale, appunto, nel 2017. Ballabile in maniera irresistibile, moderno, pieno di collaborazioni (Christine and the Queens, Sky Ferreira, Troye Sivan, Kim Petras, Tommy Cash, Haim, Lizzo, Big Freedia, Cupcakke, Brooke Candy, Pabllo Vittar, Clairo, Yaeji), quasi troppo lungo. Sicuramente non sono il più accreditato per criticarla, ma riconosco la sua bravura: per l'attesa che c'era, a dispetto dalla bontà di gran parte delle composizioni, mi aspettavo qualcosa di maggiormente innovativo.
Third studio album for Charlotte Emma Aitchison, aka Charli XCX, one of the stars of the electropop, also desired by colleagues, in terms of composition. Her third album, initially scheduled for 2017, was postponed and redone from scratch, following a leak of the original material, precisely, in 2017. Danceable in an irresistible, modern way, full of collaborations (Christine and the Queens, Sky Ferreira , Troye Sivan, Kim Petras, Tommy Cash, Haim, Lizzo, Big Freedia, Cupcakke, Brooke Candy, Pabllo Vittar, Clairo, Yaeji), almost too long. I am certainly not the most credited for judge her, but I recognize her skill: for the waiting that was there, despite the goodness of most of the compositions, I was expecting something more innovative.
Terzo album in studio per Charlotte Emma Aitchison, in arte Charli XCX, una delle stelle dell'electropop, contesa anche dai colleghi, a livello di composizione. Il suo terzo disco, inizialmente previsto per il 2017, fu rimandato e rifatto da capo, in seguito ad una fuga del materiale originale, appunto, nel 2017. Ballabile in maniera irresistibile, moderno, pieno di collaborazioni (Christine and the Queens, Sky Ferreira, Troye Sivan, Kim Petras, Tommy Cash, Haim, Lizzo, Big Freedia, Cupcakke, Brooke Candy, Pabllo Vittar, Clairo, Yaeji), quasi troppo lungo. Sicuramente non sono il più accreditato per criticarla, ma riconosco la sua bravura: per l'attesa che c'era, a dispetto dalla bontà di gran parte delle composizioni, mi aspettavo qualcosa di maggiormente innovativo.
Third studio album for Charlotte Emma Aitchison, aka Charli XCX, one of the stars of the electropop, also desired by colleagues, in terms of composition. Her third album, initially scheduled for 2017, was postponed and redone from scratch, following a leak of the original material, precisely, in 2017. Danceable in an irresistible, modern way, full of collaborations (Christine and the Queens, Sky Ferreira , Troye Sivan, Kim Petras, Tommy Cash, Haim, Lizzo, Big Freedia, Cupcakke, Brooke Candy, Pabllo Vittar, Clairo, Yaeji), almost too long. I am certainly not the most credited for judge her, but I recognize her skill: for the waiting that was there, despite the goodness of most of the compositions, I was expecting something more innovative.
20191029
Nascita della violenza
Birth of Violence - Chelsea Wolfe (2019)
Ritorno al passato, per questo sesto disco in studio di Chelsea Joy Wolfe, un po' la sacerdotessa di un nuovo genere, oggi chiamato death gospel. Si, perché dopo due dischi decisamente "pesanti", sicuramente metal, questo Birth of Violence vede solo voce e chitarra acustica, poco altro. Dodici tracce che oserei definire bellissime, se questo superlativo non fosse ormai abusato. Dodici tracce dove la voce di Chelsea, che, come saprà chi l'ha vista almeno una volta dal vivo, è straordinaria, piena di sfumature, è libera di esprimersi al meglio, e di far provare emozioni. C'è veramente poco altro da aggiungere, se non consigliarvi di ascoltarlo, se non l'avete ancora fatto.
Back to the past, for this sixth studio album by Chelsea Joy Wolfe, a bit of the priestess of a new genre, now called death gospel. Yes, because after two decidedly "heavy" records, certainly metal, this Birth of Violence sees only voice and acoustic guitar, little else. Twelve tracks that I would dare to call beautiful, if this word was not abused. Twelve tracks where the voice of Chelsea, which, as anyone who has seen her at least once live will know, is extraordinary, full of nuances, is free to express itself to the fullest, and to make people feel emotions. There is really little else to add, if not to advise you to listen to it, if you haven't done it yet.
Ritorno al passato, per questo sesto disco in studio di Chelsea Joy Wolfe, un po' la sacerdotessa di un nuovo genere, oggi chiamato death gospel. Si, perché dopo due dischi decisamente "pesanti", sicuramente metal, questo Birth of Violence vede solo voce e chitarra acustica, poco altro. Dodici tracce che oserei definire bellissime, se questo superlativo non fosse ormai abusato. Dodici tracce dove la voce di Chelsea, che, come saprà chi l'ha vista almeno una volta dal vivo, è straordinaria, piena di sfumature, è libera di esprimersi al meglio, e di far provare emozioni. C'è veramente poco altro da aggiungere, se non consigliarvi di ascoltarlo, se non l'avete ancora fatto.
Back to the past, for this sixth studio album by Chelsea Joy Wolfe, a bit of the priestess of a new genre, now called death gospel. Yes, because after two decidedly "heavy" records, certainly metal, this Birth of Violence sees only voice and acoustic guitar, little else. Twelve tracks that I would dare to call beautiful, if this word was not abused. Twelve tracks where the voice of Chelsea, which, as anyone who has seen her at least once live will know, is extraordinary, full of nuances, is free to express itself to the fullest, and to make people feel emotions. There is really little else to add, if not to advise you to listen to it, if you haven't done it yet.
20191028
Immunità
Immunity - Clairo (2019)
Claire Cottrill nasce 21 anni fa circa ad Atlanta, Georgia, e cresce a Carlisle, Massachusetts. Figlia di un importante direttore di marketing, che ha lavorato per quasi tutte le più grandi multinazionali, e pure per MusiCares, comincia a registrare cover a 13 anni, imparando a suonare la chitarra tramite dei tutorial su internet. Come molti nuovi fenomeni contemporanei, comincia a pubblicare cose proprie su YouTube e Bandcamp. Nel 2017, il suo brano Pretty Girl diventa, come si sul dire oggi, virale. Dopo un EP nel 2018 (Diary 001), ecco il suo debutto. Co-prodotto dalla stessa Clairo (il suo nome d'arte) con Rostam Batmanglij (ex Vampire Weekend, fratello di Zal, regista e sceneggiatore - The OA), che l'ha aiutata anche nella scrittura di alcune tracce, il disco denota maturità e sapiente songwriting. Di quelli che ti fanno gridare al miracolo: non snobbatela.
Claire Cottrill was born about 21 years ago in Atlanta, Georgia, and grew up in Carlisle, Massachusetts. Daughter of an important marketing director, who has worked for almost all the biggest multinationals, and also for MusiCares, she starts recording covers at 13, learning to play guitar through tutorials on the internet. Like many new contemporary phenomena, she starts publishing her own stuff on YouTube and Bandcamp. In 2017, her song Pretty Girl becomes, as one says today, viral. After an EP in 2018 (Diary 001), here is her debut. Co-produced by Clairo herself (her stage name) with Rostam Batmanglij (former Vampire Weekend, brother of Zal, director and screenwriter - The OA), who also helped her in writing some tracks, the album denotes maturity and wise songwriting. Of those who make you cry like a miracle: don't snub it.
Claire Cottrill nasce 21 anni fa circa ad Atlanta, Georgia, e cresce a Carlisle, Massachusetts. Figlia di un importante direttore di marketing, che ha lavorato per quasi tutte le più grandi multinazionali, e pure per MusiCares, comincia a registrare cover a 13 anni, imparando a suonare la chitarra tramite dei tutorial su internet. Come molti nuovi fenomeni contemporanei, comincia a pubblicare cose proprie su YouTube e Bandcamp. Nel 2017, il suo brano Pretty Girl diventa, come si sul dire oggi, virale. Dopo un EP nel 2018 (Diary 001), ecco il suo debutto. Co-prodotto dalla stessa Clairo (il suo nome d'arte) con Rostam Batmanglij (ex Vampire Weekend, fratello di Zal, regista e sceneggiatore - The OA), che l'ha aiutata anche nella scrittura di alcune tracce, il disco denota maturità e sapiente songwriting. Di quelli che ti fanno gridare al miracolo: non snobbatela.
Claire Cottrill was born about 21 years ago in Atlanta, Georgia, and grew up in Carlisle, Massachusetts. Daughter of an important marketing director, who has worked for almost all the biggest multinationals, and also for MusiCares, she starts recording covers at 13, learning to play guitar through tutorials on the internet. Like many new contemporary phenomena, she starts publishing her own stuff on YouTube and Bandcamp. In 2017, her song Pretty Girl becomes, as one says today, viral. After an EP in 2018 (Diary 001), here is her debut. Co-produced by Clairo herself (her stage name) with Rostam Batmanglij (former Vampire Weekend, brother of Zal, director and screenwriter - The OA), who also helped her in writing some tracks, the album denotes maturity and wise songwriting. Of those who make you cry like a miracle: don't snub it.
20191027
Espiazione
Atonement - Killswitch Engage (2019)
L'ottavo disco in studio della band di Westfield, Massachusetts, considerata tra le prime band metalcore, è un lavoro onesto e più che apprezzabile da chi ama l'heavy metal da sempre. E', ovviamente, anche pieno di clichés, perché probabilmente, i Killswitch Engage non hanno interesse, capacità o voglia, di far progredire il genere. Certamente, non si può pretendere che ogni band, o che ogni musicista lo faccia: c'è abbastanza spazio anche per chi, avendo contribuito a rinnovare un genere che esiste dagli inizi degli anni '70, decide di rimanere dentro i parametri che ha contribuito a ridefinire.
The eighth studio album by the band from Westfield, Massachusetts, considered among the first metalcore bands, is an honest job and more than appreciable by those who love heavy metal since forever. It is, of course, also full of clichés, because probably the Killswitch Engage have no interest, capacity or desire, to renew the genre. Certainly, every band cannot be expected to do that, or that every musician does it: there is enough space even for those who, having contributed already to renewing a genre that has existed since the early 1970s, decide to stay within the parameters that contributed to redefine.
L'ottavo disco in studio della band di Westfield, Massachusetts, considerata tra le prime band metalcore, è un lavoro onesto e più che apprezzabile da chi ama l'heavy metal da sempre. E', ovviamente, anche pieno di clichés, perché probabilmente, i Killswitch Engage non hanno interesse, capacità o voglia, di far progredire il genere. Certamente, non si può pretendere che ogni band, o che ogni musicista lo faccia: c'è abbastanza spazio anche per chi, avendo contribuito a rinnovare un genere che esiste dagli inizi degli anni '70, decide di rimanere dentro i parametri che ha contribuito a ridefinire.
The eighth studio album by the band from Westfield, Massachusetts, considered among the first metalcore bands, is an honest job and more than appreciable by those who love heavy metal since forever. It is, of course, also full of clichés, because probably the Killswitch Engage have no interest, capacity or desire, to renew the genre. Certainly, every band cannot be expected to do that, or that every musician does it: there is enough space even for those who, having contributed already to renewing a genre that has existed since the early 1970s, decide to stay within the parameters that contributed to redefine.
20191026
20191025
Una diversa tonalità di blu
A Different Shade of Blue - Knocked Loose (2019)
Secondo disco in studio per i giovani musicisti di Oldham County, Kentucky (non una zona usuale per punk e metal band), che continuano a picchiare durissimo, proseguendo, mi viene da dire, sulla strada che i GBH ed i Discharge aprirono tanti anni fa. Si, perché ascoltando attentamente il disco dei Knocked Loose, si capisce che c'è tanto metal quando hardcore punk. I parametri, i clichés sono tutti riconoscibili, ma sono quelli che piacciono a noi che abbiamo vissuto quegli anni dove tutto ciò nasceva, e sentirli suonati da una band di ragazzi tra i 20 e i 30 anni, ci commuove un po'. Breve e intenso, cattivo e aggressivo.
Second studio record for the young musicians of Oldham County, Kentucky (not a usual area for punk and metal band), who continue to beat hard, continuing, I would say, on the road that GBH and Discharge opened up many years ago. Yes, because listening carefully to this Knocked Loose record, it is clear that there is so much metal as much as hardcore punk. The parameters, the clichés are all recognizable, but they are the ones that we like, especially to us, that we lived those years where all this was born, and hearing them played by a band of boys between 20 and 30 years, moves us a little. Short and intense, bad and aggressive.
Secondo disco in studio per i giovani musicisti di Oldham County, Kentucky (non una zona usuale per punk e metal band), che continuano a picchiare durissimo, proseguendo, mi viene da dire, sulla strada che i GBH ed i Discharge aprirono tanti anni fa. Si, perché ascoltando attentamente il disco dei Knocked Loose, si capisce che c'è tanto metal quando hardcore punk. I parametri, i clichés sono tutti riconoscibili, ma sono quelli che piacciono a noi che abbiamo vissuto quegli anni dove tutto ciò nasceva, e sentirli suonati da una band di ragazzi tra i 20 e i 30 anni, ci commuove un po'. Breve e intenso, cattivo e aggressivo.
Second studio record for the young musicians of Oldham County, Kentucky (not a usual area for punk and metal band), who continue to beat hard, continuing, I would say, on the road that GBH and Discharge opened up many years ago. Yes, because listening carefully to this Knocked Loose record, it is clear that there is so much metal as much as hardcore punk. The parameters, the clichés are all recognizable, but they are the ones that we like, especially to us, that we lived those years where all this was born, and hearing them played by a band of boys between 20 and 30 years, moves us a little. Short and intense, bad and aggressive.
20191024
Il niente
The Nothing - Korn (2019)
Eccoci al tredicesimo disco in studio per i Korn, probabilmente LA band che ha inventato il cosiddetto nu metal, che ha poi dato vita ad altri sottogeneri, arrivati fino al giorno d'oggi. C'è da chiedersi cosa abbiano da dire i Korn, oggi, fatto salvo che le liriche di Jonathan Davis non sono mai banali. Beh, la risposta è naturalmente soggettiva, io per primo mi rendo conto che spesso stronco dischi di band sempre uguali a se stesse e completamente fuori dal tempo, quando "allungano il brodo", ma ci sono delle eccezioni, ed evidentemente, The Nothing dei Korn fa parte di queste ultime. Il disco è interessante, non rinnega nessuno dei marchi di fabbrica della band di Bakersfield, California: cornamuse, rantoli di sofferenza, chitarre più basse del basso, alternanza di cantato pulito a quello "sporco", ritmiche super stoppate, tracce robuste con stop ed aperture melodiche, quasi pop. Tutto quello che ha definito il nu metal, e a seguire "prelevato" dal metalcore. Eppure, convince, con i suoi suoni moderni, ed alcuni tentativi che fanno dapprima sobbalzare (Surrender to Failure, dove Davis prova a fare il cantante pop), dopo di che ti fanno pensare che quantomeno non stanno diventando la cover band di se stessi.
Here we are at the thirteenth studio album for Korn, probably THE band that invented the so-called nu metal, which then gave birth to other subgenres, which have arrived up to the present day. Some wonders what the Korn have to say today, except that the lyrics of Jonathan Davis are never trivial. Well, the answer is naturally subjective, I am the first to realize that I often treat badly bands record's that are always the same to themselves and completely out of time, when they "lengthen the soup", but there are exceptions, and evidently, The Nothing of the Korn is part of the latter. The album is interesting, it does not deny any of the trademarks of the band from Bakersfield, California: bagpipes, rales of suffering, guitars lowere than the bass, alternation of clean singing to the harsh one, super-stopped guitar rhythms, robust tracks with stops and melodic openings, almost pop. All that has defined the nu metal, and then "taken" from the metalcore. And yet, with its modern sounds, it convinces, and some attempts that surprises at first (Surrender to Failure, where Davis tries to be a pop singer), after which they make you think that at least they are not becoming the cover band of themselves.
Eccoci al tredicesimo disco in studio per i Korn, probabilmente LA band che ha inventato il cosiddetto nu metal, che ha poi dato vita ad altri sottogeneri, arrivati fino al giorno d'oggi. C'è da chiedersi cosa abbiano da dire i Korn, oggi, fatto salvo che le liriche di Jonathan Davis non sono mai banali. Beh, la risposta è naturalmente soggettiva, io per primo mi rendo conto che spesso stronco dischi di band sempre uguali a se stesse e completamente fuori dal tempo, quando "allungano il brodo", ma ci sono delle eccezioni, ed evidentemente, The Nothing dei Korn fa parte di queste ultime. Il disco è interessante, non rinnega nessuno dei marchi di fabbrica della band di Bakersfield, California: cornamuse, rantoli di sofferenza, chitarre più basse del basso, alternanza di cantato pulito a quello "sporco", ritmiche super stoppate, tracce robuste con stop ed aperture melodiche, quasi pop. Tutto quello che ha definito il nu metal, e a seguire "prelevato" dal metalcore. Eppure, convince, con i suoi suoni moderni, ed alcuni tentativi che fanno dapprima sobbalzare (Surrender to Failure, dove Davis prova a fare il cantante pop), dopo di che ti fanno pensare che quantomeno non stanno diventando la cover band di se stessi.
Here we are at the thirteenth studio album for Korn, probably THE band that invented the so-called nu metal, which then gave birth to other subgenres, which have arrived up to the present day. Some wonders what the Korn have to say today, except that the lyrics of Jonathan Davis are never trivial. Well, the answer is naturally subjective, I am the first to realize that I often treat badly bands record's that are always the same to themselves and completely out of time, when they "lengthen the soup", but there are exceptions, and evidently, The Nothing of the Korn is part of the latter. The album is interesting, it does not deny any of the trademarks of the band from Bakersfield, California: bagpipes, rales of suffering, guitars lowere than the bass, alternation of clean singing to the harsh one, super-stopped guitar rhythms, robust tracks with stops and melodic openings, almost pop. All that has defined the nu metal, and then "taken" from the metalcore. And yet, with its modern sounds, it convinces, and some attempts that surprises at first (Surrender to Failure, where Davis tries to be a pop singer), after which they make you think that at least they are not becoming the cover band of themselves.
20191023
Norman Percevel Rockwell
Norman Fucking Rockwell! - Lana Del Rey (2019)
Intitolato come uno dei più grandi pittori e illustratori statunitensi (ma con quel "fuckin'" in mezzo, forse solo come rafforzativo), il sesto disco della 34enne newyorkese, adesso di base a LA, California, è prima di tutto bellissimo; dopo aver detto questo, la figura scelta per intitolarlo è sintomatica, un illustratore che è riuscito a dipingere l'essenza degli US. Delicatissimo per lunghi tratti, ma con liriche che possiamo definire senza dubbio poesie (già solo un titolo come Hope Is a Dangerous Thing for a Woman Like Me to Have – but I Have It basterebbe), femminili e femministe, cantato da crooner al femminile e con un tessuto musicale che del pop non ha nulla. Non ve lo lasciate scappare, amanti della buona musica, perché questo è uno dei migliori dischi del 2019.
Named as one of the greatest American painters and illustrators (but with that "fuckin" in the middle, perhaps only as a reinforcement), the sixth album of the 34-year-old New Yorker, now based in Los Angeles, California, is first of all, absolutely beautiful; having said this, the figure chosen to name it is symptomatic, an illustrator who has managed to paint the essence of the United States. Delicate for long stretches, but with lyrics that undoubtedly we can label as poems (just a title like Hope Is a Dangerous Thing for a Woman Like Me to Have - But I Have It, could be enough), feminine and feminist, sung by a sort of a female crooner and with a musical tissue that has nothing to do with pop. Don't let it escape, lovers of good music, because this is one of the best records of 2019.
Intitolato come uno dei più grandi pittori e illustratori statunitensi (ma con quel "fuckin'" in mezzo, forse solo come rafforzativo), il sesto disco della 34enne newyorkese, adesso di base a LA, California, è prima di tutto bellissimo; dopo aver detto questo, la figura scelta per intitolarlo è sintomatica, un illustratore che è riuscito a dipingere l'essenza degli US. Delicatissimo per lunghi tratti, ma con liriche che possiamo definire senza dubbio poesie (già solo un titolo come Hope Is a Dangerous Thing for a Woman Like Me to Have – but I Have It basterebbe), femminili e femministe, cantato da crooner al femminile e con un tessuto musicale che del pop non ha nulla. Non ve lo lasciate scappare, amanti della buona musica, perché questo è uno dei migliori dischi del 2019.
Named as one of the greatest American painters and illustrators (but with that "fuckin" in the middle, perhaps only as a reinforcement), the sixth album of the 34-year-old New Yorker, now based in Los Angeles, California, is first of all, absolutely beautiful; having said this, the figure chosen to name it is symptomatic, an illustrator who has managed to paint the essence of the United States. Delicate for long stretches, but with lyrics that undoubtedly we can label as poems (just a title like Hope Is a Dangerous Thing for a Woman Like Me to Have - But I Have It, could be enough), feminine and feminist, sung by a sort of a female crooner and with a musical tissue that has nothing to do with pop. Don't let it escape, lovers of good music, because this is one of the best records of 2019.
20191022
Verso il Cile
Al Chile - Lila Downs (2019)
Decimo album in studio per la cantante messicana, ormai una istituzione musicale latino americana. Come spesso capita con Lila Downs, un viaggio dentro la musica tradizionale di quelle parti: due originali e poi tantissimi traditionals o classici di autori importanti del passato, dal Messico alla Terra del Fuoco, incluso un duetto con Norah Jones sulle note di Dear Someone della premiata ditta Rawlings/Welch. Più di 180 musicisti diversi, incluse diverse bande (bandas de viento) della regione di Oaxaca. Cumbia sonidera, pop latino urbano, tropipop, son istmeño e chilena sono i generi che attraverserete, ascoltando questo ennesimo disco, rivolto a chi non teme il "confronto" con qualcosa di completamente diverso dal solito.
Tenth studio album for the Mexican singer, now a Latin American musical institution. As often happens with Lila Downs, a journey into the traditional music of those parts: two originals and then many traditionals or classics of important authors of the past, from Mexico to Tierra del Fuego, including a duet with Norah Jones on the notes of Dear Someone of the awarded Rawlings/Welch company. More than 180 different musicians, including several bands (bandas de viento) from the Oaxaca region. Cumbia sonidera, urban Latin pop, tropipop, son istmeño and chilena are the genres you will go through, listening to this latest album, aimed at those who are not afraid of "confrontation" with something completely different from the usual.
Decimo album in studio per la cantante messicana, ormai una istituzione musicale latino americana. Come spesso capita con Lila Downs, un viaggio dentro la musica tradizionale di quelle parti: due originali e poi tantissimi traditionals o classici di autori importanti del passato, dal Messico alla Terra del Fuoco, incluso un duetto con Norah Jones sulle note di Dear Someone della premiata ditta Rawlings/Welch. Più di 180 musicisti diversi, incluse diverse bande (bandas de viento) della regione di Oaxaca. Cumbia sonidera, pop latino urbano, tropipop, son istmeño e chilena sono i generi che attraverserete, ascoltando questo ennesimo disco, rivolto a chi non teme il "confronto" con qualcosa di completamente diverso dal solito.
Tenth studio album for the Mexican singer, now a Latin American musical institution. As often happens with Lila Downs, a journey into the traditional music of those parts: two originals and then many traditionals or classics of important authors of the past, from Mexico to Tierra del Fuego, including a duet with Norah Jones on the notes of Dear Someone of the awarded Rawlings/Welch company. More than 180 different musicians, including several bands (bandas de viento) from the Oaxaca region. Cumbia sonidera, urban Latin pop, tropipop, son istmeño and chilena are the genres you will go through, listening to this latest album, aimed at those who are not afraid of "confrontation" with something completely different from the usual.
20191021
Discussioni
Threads - Sheryl Crow (2019)
Nonostante il massimo rispetto che ho per l'artista, questo undicesimo disco di Sheryl Crow, composto tutto da duetti o comunque collaborazioni multiple (qui la lista delle tracce e degli ospiti, roba da far impallidire qualunque appassionato di musica), a mio modesto parere denota un inaridimento della vena compositiva, già rilevato pochi anni fa, veramente preoccupante, al punto da far pensare che, appunto, l'eccesso di collaborazioni sia un po' come il cosiddetto fumo negli occhi. Essendo anche un disco molto molto lungo (75 minuti), vi confesso che ho fatto moltissima fatica ad ascoltarlo per intero almeno un paio di volte, per una sorta di strana etica (che non posso definire professionale, essendo un amatore delle recensioni). Questo dovrebbe darvi un'idea piuttosto chiara del mio giudizio su Threads.
Despite the utmost respect I have for the artist, this eleventh album of Sheryl Crow, composed entirely of duets or at least multiple collaborations (here the list of tracks and guests, enough to embarrass any music fan), in my humble opinion denotes a drying up of the compositional vein, already noted a few years ago, really worrying, to the point of suggesting that, in fact, the excess of collaborations is a bit like the so-called smoke in the eyes. Being also a very long record (75 minutes), I confess that I had a lot of trouble listening to it in full at least a couple of times, for a sort of strange ethics (which I can't define professional, being an amateur of reviews). This should give you a pretty clear idea of my judgment on Threads.
Nonostante il massimo rispetto che ho per l'artista, questo undicesimo disco di Sheryl Crow, composto tutto da duetti o comunque collaborazioni multiple (qui la lista delle tracce e degli ospiti, roba da far impallidire qualunque appassionato di musica), a mio modesto parere denota un inaridimento della vena compositiva, già rilevato pochi anni fa, veramente preoccupante, al punto da far pensare che, appunto, l'eccesso di collaborazioni sia un po' come il cosiddetto fumo negli occhi. Essendo anche un disco molto molto lungo (75 minuti), vi confesso che ho fatto moltissima fatica ad ascoltarlo per intero almeno un paio di volte, per una sorta di strana etica (che non posso definire professionale, essendo un amatore delle recensioni). Questo dovrebbe darvi un'idea piuttosto chiara del mio giudizio su Threads.
Despite the utmost respect I have for the artist, this eleventh album of Sheryl Crow, composed entirely of duets or at least multiple collaborations (here the list of tracks and guests, enough to embarrass any music fan), in my humble opinion denotes a drying up of the compositional vein, already noted a few years ago, really worrying, to the point of suggesting that, in fact, the excess of collaborations is a bit like the so-called smoke in the eyes. Being also a very long record (75 minutes), I confess that I had a lot of trouble listening to it in full at least a couple of times, for a sort of strange ethics (which I can't define professional, being an amateur of reviews). This should give you a pretty clear idea of my judgment on Threads.
20191020
Emiro
Amir - Tamino (2018)
Segnalato qualche tempo fa dal batterista dei Gojira Mario DuPlantier sul suo Instagram, Tamino è l'esempio positivo dell'integrazione. Mi scuserete se userò questa recensione per riaffermare le mie convinzioni socio-politiche, tanto i pochi che leggono la pensano più o meno come me. Tamino-Amir Moharam Fouad nasce quasi 23 anni fa a Mortsel, vicino Anversa, in Belgio, da padre egiziano (musicista e organizzatore di eventi) e madre belga (antropologa ma molto appassionata di musica): è il nipote di Muharram Fouad, cantante ed attore molto famoso in Egitto. Studia al Conservatorio di Amsterdam, lascia, debutta nel 2016 con il singolo Habibi, viene immediatamente paragonato a Jeff Buckley (ancora oggi, se escolterete questo disco, sarà la prima cosa che vi verrà in mente), e prosegue partecipando a concorsi e suonando anche in Nord America. Data la sua esposizione (ed essendo esteticamente piacente, nonché alto 1,98), viene perfino notato dal mondo della moda, e sfila per alcune importante case di moda.
Il disco come detto risente fortemente dell'influenza buckleyiana, ma pure di quella araba; è molto bello ed emozionante, e denota anche un ottimo songwriting. Ascoltatelo.
Reported some time ago by Gojira drummer Mario DuPlantier on his Instagram, Tamino is the positive example of integration. I apologize if I'll use this review to reaffirm my socio-political beliefs, but the few who read it think more or less like me. Tamino-Amir Moharam Fouad was born almost 23 years ago in Mortsel, near Antwerp, Belgium, from an Egyptian father (musician and event organizer) and Belgian mother (anthropologist but very passionate about music): he is the nephew of Muharram Fouad, singer and very famous actor in Egypt. He studies at the Conservatory of Amsterdam, not fo a long time, debuts in 2016 with the single Habibi, is immediately compared to Jeff Buckley (even today, if you will listen to this record, it will be the first thing that will come up to your mind), and continues participating in competitions and also playing in Europe and North America. Given his exposure (and being aesthetically pleasing, as well as 1.98 high), he is even noticed by the fashion world, and worked for some important fashion houses.
The album, as mentioned, is strongly Buckley-ish, but also influenced by the Arab music; it is very beautiful and emotional, and also denotes an excellent songwriting. Listen to him.
Segnalato qualche tempo fa dal batterista dei Gojira Mario DuPlantier sul suo Instagram, Tamino è l'esempio positivo dell'integrazione. Mi scuserete se userò questa recensione per riaffermare le mie convinzioni socio-politiche, tanto i pochi che leggono la pensano più o meno come me. Tamino-Amir Moharam Fouad nasce quasi 23 anni fa a Mortsel, vicino Anversa, in Belgio, da padre egiziano (musicista e organizzatore di eventi) e madre belga (antropologa ma molto appassionata di musica): è il nipote di Muharram Fouad, cantante ed attore molto famoso in Egitto. Studia al Conservatorio di Amsterdam, lascia, debutta nel 2016 con il singolo Habibi, viene immediatamente paragonato a Jeff Buckley (ancora oggi, se escolterete questo disco, sarà la prima cosa che vi verrà in mente), e prosegue partecipando a concorsi e suonando anche in Nord America. Data la sua esposizione (ed essendo esteticamente piacente, nonché alto 1,98), viene perfino notato dal mondo della moda, e sfila per alcune importante case di moda.
Il disco come detto risente fortemente dell'influenza buckleyiana, ma pure di quella araba; è molto bello ed emozionante, e denota anche un ottimo songwriting. Ascoltatelo.
Reported some time ago by Gojira drummer Mario DuPlantier on his Instagram, Tamino is the positive example of integration. I apologize if I'll use this review to reaffirm my socio-political beliefs, but the few who read it think more or less like me. Tamino-Amir Moharam Fouad was born almost 23 years ago in Mortsel, near Antwerp, Belgium, from an Egyptian father (musician and event organizer) and Belgian mother (anthropologist but very passionate about music): he is the nephew of Muharram Fouad, singer and very famous actor in Egypt. He studies at the Conservatory of Amsterdam, not fo a long time, debuts in 2016 with the single Habibi, is immediately compared to Jeff Buckley (even today, if you will listen to this record, it will be the first thing that will come up to your mind), and continues participating in competitions and also playing in Europe and North America. Given his exposure (and being aesthetically pleasing, as well as 1.98 high), he is even noticed by the fashion world, and worked for some important fashion houses.
The album, as mentioned, is strongly Buckley-ish, but also influenced by the Arab music; it is very beautiful and emotional, and also denotes an excellent songwriting. Listen to him.
20191019
20191018
Risveglio
Awakening - Sacred Reich (2019)
Guardate un po' chi si rivede. Nonostante si fossero rimessi insieme nel 2006, non era più uscito nessun disco della band di Phoenix, Arizona, dal 1996 (Heal). Sostituiti un paio di elementi (batteria e chitarra ritmica) tra il 2018 e il 2019, ecco il loro quinto album, che suona come fossimo ancora alla fine degli anni '80. La peculiarità dei Sacred Reich, fin dagli inizi, erano i testi densi di impegno sociale e politica (indimenticabili i versi della loro Surf Nicaragua, che dava anche il titolo ad un EP di 4 pezzi del 1988, dove rifacevano, ovviamente, War Pigs dei Black Sabbath), ottima cosa che hanno mantenuto fino ad oggi, e che ritroviamo anche in questo Awakening.
Look at those who see each other again. Although they got back together in 2006, no record of the band from Phoenix, Arizona, was released since 1996 (Heal). Replaced a couple of elements (drums and rhythm guitar) between 2018 and 2019, here is their fifth album, which sounds like we were still in the late 80s. The peculiarity of the Sacred Reich, from the beginning, were the lyrics full of social and political commitment (the lyrics of their Surf Nicaragua were unforgettable, track which also gave the title to an EP of 1988, where they obviously reworked War Pigs of the Black Sabbath), a very good thing that they have maintained until today, and that we also find in this Awakening.
Guardate un po' chi si rivede. Nonostante si fossero rimessi insieme nel 2006, non era più uscito nessun disco della band di Phoenix, Arizona, dal 1996 (Heal). Sostituiti un paio di elementi (batteria e chitarra ritmica) tra il 2018 e il 2019, ecco il loro quinto album, che suona come fossimo ancora alla fine degli anni '80. La peculiarità dei Sacred Reich, fin dagli inizi, erano i testi densi di impegno sociale e politica (indimenticabili i versi della loro Surf Nicaragua, che dava anche il titolo ad un EP di 4 pezzi del 1988, dove rifacevano, ovviamente, War Pigs dei Black Sabbath), ottima cosa che hanno mantenuto fino ad oggi, e che ritroviamo anche in questo Awakening.
Look at those who see each other again. Although they got back together in 2006, no record of the band from Phoenix, Arizona, was released since 1996 (Heal). Replaced a couple of elements (drums and rhythm guitar) between 2018 and 2019, here is their fifth album, which sounds like we were still in the late 80s. The peculiarity of the Sacred Reich, from the beginning, were the lyrics full of social and political commitment (the lyrics of their Surf Nicaragua were unforgettable, track which also gave the title to an EP of 1988, where they obviously reworked War Pigs of the Black Sabbath), a very good thing that they have maintained until today, and that we also find in this Awakening.
20191017
Cacciatore di menti
Mindhunter - Di Joe Penhall - Stagioni 1 e 2 (10 e 9 episodi; Netflix) - 2017/2019
L'agente speciale dell'FBI Holden Ford non riesce a prevenire il suicidio di Cody Miller in una situazione con ostaggi nel 1977 a Braddock, in Pennsylvania. Al ritorno di Ford alla base dell'FBI, gli viene detto che la sua "negoziazione" ha avuto successo da quando ha salvato la vita dell'ostaggio, e viene promosso alla formazione. Ford è interessato a un'altra formazione, che scava nelle menti degli assassini, insegnata da Peter Rathman. Ford, che è single e viveva solo all'epoca, incontra Debbie, una studentessa che studia sociologia. Con l'incoraggiamento di Debbie, Ford si iscrive alla formazione in psicologia criminale. Ford viene accoppiato a Bill Tench, responsabile della scienza comportamentale. Tench accompagna Ford nelle sue lezioni di insegnamento lungo tutto il paese, che hanno il fine ultimo di unire le tecniche dell'FBI con le forze dell'ordine locali. In Iowa, la polizia locale si offende quando Ford suggerisce che Charles Manson è una vittima. Mentre Tench consiglia a Ford di semplificare il suo metodo, i due vengono avvicinati da un detective locale, Frank McGraw, in cerca di aiuto in un brutale caso di omicidio e stupro.
Ecco una serie tv Netflix che vale davvero la pena seguire. Basato sul libro biografico Mindhunter: Inside the FBI's Elite Serial Crime Unit, scritto da John E. Douglas e Mark Olshaker, la serie ci racconta, romanzandolo, come è nata l'investigazione psicologica dei comportamenti degli assassini seriali. E' recitato divinamente, ed ha tutto quello che serve per essere una grande serie: sceneggiatura, fotografia, ambientazione. Prodotto di gran classe, decisamente avvincente.
Here is a Netflix TV series that is really worth following. Based on the biographical book Mindhunter: Inside the FBI's Elite Serial Crime Unit, written by John E. Douglas and Mark Olshaker, the series recount us, novelizing it, how the psychological investigation of the behavior of serial murderers was born. It is divinely recited, and has everything it takes to be a great series: screenplay, photography, setting. High class product, very compelling.
L'agente speciale dell'FBI Holden Ford non riesce a prevenire il suicidio di Cody Miller in una situazione con ostaggi nel 1977 a Braddock, in Pennsylvania. Al ritorno di Ford alla base dell'FBI, gli viene detto che la sua "negoziazione" ha avuto successo da quando ha salvato la vita dell'ostaggio, e viene promosso alla formazione. Ford è interessato a un'altra formazione, che scava nelle menti degli assassini, insegnata da Peter Rathman. Ford, che è single e viveva solo all'epoca, incontra Debbie, una studentessa che studia sociologia. Con l'incoraggiamento di Debbie, Ford si iscrive alla formazione in psicologia criminale. Ford viene accoppiato a Bill Tench, responsabile della scienza comportamentale. Tench accompagna Ford nelle sue lezioni di insegnamento lungo tutto il paese, che hanno il fine ultimo di unire le tecniche dell'FBI con le forze dell'ordine locali. In Iowa, la polizia locale si offende quando Ford suggerisce che Charles Manson è una vittima. Mentre Tench consiglia a Ford di semplificare il suo metodo, i due vengono avvicinati da un detective locale, Frank McGraw, in cerca di aiuto in un brutale caso di omicidio e stupro.
Ecco una serie tv Netflix che vale davvero la pena seguire. Basato sul libro biografico Mindhunter: Inside the FBI's Elite Serial Crime Unit, scritto da John E. Douglas e Mark Olshaker, la serie ci racconta, romanzandolo, come è nata l'investigazione psicologica dei comportamenti degli assassini seriali. E' recitato divinamente, ed ha tutto quello che serve per essere una grande serie: sceneggiatura, fotografia, ambientazione. Prodotto di gran classe, decisamente avvincente.
Here is a Netflix TV series that is really worth following. Based on the biographical book Mindhunter: Inside the FBI's Elite Serial Crime Unit, written by John E. Douglas and Mark Olshaker, the series recount us, novelizing it, how the psychological investigation of the behavior of serial murderers was born. It is divinely recited, and has everything it takes to be a great series: screenplay, photography, setting. High class product, very compelling.
20191016
Il centro non regge
The Center Won't Hold - Sleater-Kinney (2019)
Oggi parliamo del nono album di quella che è, probabilmente, la band tutta femminile più longeva della storia della musica rock. C'è da premettere che non sono mai stato un fan in passato, e quindi non starò a raccontarvi aneddoti, o a fare paragoni. Quello che c'è da sottolineare è che l'album è prodotto nientemeno che da St. Vincent, e che purtroppo, la batterista Janet Weiss ha lasciato la band immediatamente dopo l'uscita del disco (c'è che dice perché non era d'accordo con la direzione musicale intrapresa). Il disco suona molto onesto, con reminiscenze punk e new wave, e una grande dose di alt rock mischiato a volte con un poco di elettronica, con testi encomiabili e diretti, la voce di Carrie Brownstein è emozionata ed emozionante, le melodie sghembe ma spesso toccanti, la grinta c'è, così come la maturità di essere donne ultra-quarantenni in un mondo ancora molto misogino.
Today we talk about the ninth album of what is probably the longest-lived all-female band in the history of rock music. It must be said that I have never been a fan in the past, and therefore I will not be telling you anecdotes, or making comparisons. What needs to be emphasized is that the album is produced by none other than St. Vincent, and that unfortunately, the drummer Janet Weiss left the band immediately after the release of the album (it seems because she was not agree with the musical direction undertaken). The record sounds very honest, with punk and new wave reminiscences, and a great dose of alt rock mixed, sometimes, with electronic, with praiseworthy and direct lyrics, Carrie Brownstein's voice is emotional and moving, the oblique but often touching melodies, the grit is there, as is the maturity to be women over forty in a world that is still very misogynistic.
Oggi parliamo del nono album di quella che è, probabilmente, la band tutta femminile più longeva della storia della musica rock. C'è da premettere che non sono mai stato un fan in passato, e quindi non starò a raccontarvi aneddoti, o a fare paragoni. Quello che c'è da sottolineare è che l'album è prodotto nientemeno che da St. Vincent, e che purtroppo, la batterista Janet Weiss ha lasciato la band immediatamente dopo l'uscita del disco (c'è che dice perché non era d'accordo con la direzione musicale intrapresa). Il disco suona molto onesto, con reminiscenze punk e new wave, e una grande dose di alt rock mischiato a volte con un poco di elettronica, con testi encomiabili e diretti, la voce di Carrie Brownstein è emozionata ed emozionante, le melodie sghembe ma spesso toccanti, la grinta c'è, così come la maturità di essere donne ultra-quarantenni in un mondo ancora molto misogino.
Today we talk about the ninth album of what is probably the longest-lived all-female band in the history of rock music. It must be said that I have never been a fan in the past, and therefore I will not be telling you anecdotes, or making comparisons. What needs to be emphasized is that the album is produced by none other than St. Vincent, and that unfortunately, the drummer Janet Weiss left the band immediately after the release of the album (it seems because she was not agree with the musical direction undertaken). The record sounds very honest, with punk and new wave reminiscences, and a great dose of alt rock mixed, sometimes, with electronic, with praiseworthy and direct lyrics, Carrie Brownstein's voice is emotional and moving, the oblique but often touching melodies, the grit is there, as is the maturity to be women over forty in a world that is still very misogynistic.
20191015
Hemos vuelto
La casa de papel - Di Alex Pina - Stagione 3 (8 episodi; Netflix) - 2019
Inconsolabile a causa della cattura di Rio, Tokyo ricorre al professore. Dopo aver pianificato un nuovo e audace piano per salvarlo, non resta che riunire il resto della band.
Mi spiace molto per i numerosi appassionati de La casa de papel, ma se la prima stagione poteva essere carina, e la seconda, seppur ridondante, poteva essere passabile, la terza proprio non ha ragione di esistere. Tutti i limiti diventano stridenti: sceneggiatura esile e ripetitiva, sottotrame insopportabili e recitazioni deboli, e neppure l'inserimento nel cast di due attori veri quali Najwa Nimri (Alicia Sierra) e Rodrigo de la Serna (Martin detto Palermo) riesce a sollevare la serie dal baratro della noia. Il problema è che a gennaio arriverà la quarta stagione: mi auguro che sia l'ultima.
I am very sorry for the many fans of La casa de papel, but the first season could be nice, and the second, though redundant, used to be passable, the third season has no reason to exist. All limits become important: a thin and repetitive script, unbearable subplots and weak acting, and even the inclusion in the cast of two real actors such as Najwa Nimri (Alicia Sierra) and Rodrigo de la Serna (Martin aka Palermo) is able to save it from the abyss of boredom. The problem is that the fourth season will come in January: I hope it's the last.
Inconsolabile a causa della cattura di Rio, Tokyo ricorre al professore. Dopo aver pianificato un nuovo e audace piano per salvarlo, non resta che riunire il resto della band.
Mi spiace molto per i numerosi appassionati de La casa de papel, ma se la prima stagione poteva essere carina, e la seconda, seppur ridondante, poteva essere passabile, la terza proprio non ha ragione di esistere. Tutti i limiti diventano stridenti: sceneggiatura esile e ripetitiva, sottotrame insopportabili e recitazioni deboli, e neppure l'inserimento nel cast di due attori veri quali Najwa Nimri (Alicia Sierra) e Rodrigo de la Serna (Martin detto Palermo) riesce a sollevare la serie dal baratro della noia. Il problema è che a gennaio arriverà la quarta stagione: mi auguro che sia l'ultima.
I am very sorry for the many fans of La casa de papel, but the first season could be nice, and the second, though redundant, used to be passable, the third season has no reason to exist. All limits become important: a thin and repetitive script, unbearable subplots and weak acting, and even the inclusion in the cast of two real actors such as Najwa Nimri (Alicia Sierra) and Rodrigo de la Serna (Martin aka Palermo) is able to save it from the abyss of boredom. The problem is that the fourth season will come in January: I hope it's the last.
20191014
Amante
Lover - Taylor Swift (2019)
Sono sommariamente d'accordo con la mia "bibbia" personale, Pitchfork, e Anna Gaca, che riassume tutto dicendo che con questo suo settimo disco, Taylor Swift è un po' più saggia e molto più innamorata. Ridendo e scherzando, come si dice da noi, vi ho parlato spesso di Swifty, sicuramente non un'artista che pratica il mio genere musicale preferito, ma che mi fa simpatia; questo nuovo Lover è decisamente più centrato del precedente Reputation, dove la quasi 30enne originaria di Reading, Pennsylvania, flirtava con quasi tutte le nuove tendenze musicali, risultando a tratti inconcludente. Qua, invece, sembra quasi che le nuove tendenze siano un po' scremate, e vengano messe a servizio del suo sapiente songwriting (intendiamoci, stiamo sempre parlando di pop, e di guilty pleasures), dando luce ad un lavoro, appunto, più convincente. Unico difetto, un po' troppo lungo. Concludo con un applauso per il suo scoperto anti-trumpismo, ed il suo attivismo pro-LGBTQ.
I agree with my personal "bible", Pitchfork, and Anna Gaca, which sums it all up by saying that on this seventh album, Taylor Swift is a little wiser and a lot more in love. Laughing and joking, as we say, I have often spoken to you about Swifty, certainly not an artist who practices my favorite musical genre, but that I like; this new Lover is definitely more centered than the previous Reputation, where the almost 30 year old girl from Reading, Pennsylvania, flirted with almost all the new musical trends, resulting at times inconclusive. Here, instead, it seems that the new trends are a bit skimmed, and are put at the service of her wise songwriting (mind you, we are always talking about pop, and guilty pleasures), giving light to a work, in fact, more convincing . Only flaw, a little too long. I conclude with a round of applause for her overt anti-trumpism and her pro-LGBTQ activism.
Sono sommariamente d'accordo con la mia "bibbia" personale, Pitchfork, e Anna Gaca, che riassume tutto dicendo che con questo suo settimo disco, Taylor Swift è un po' più saggia e molto più innamorata. Ridendo e scherzando, come si dice da noi, vi ho parlato spesso di Swifty, sicuramente non un'artista che pratica il mio genere musicale preferito, ma che mi fa simpatia; questo nuovo Lover è decisamente più centrato del precedente Reputation, dove la quasi 30enne originaria di Reading, Pennsylvania, flirtava con quasi tutte le nuove tendenze musicali, risultando a tratti inconcludente. Qua, invece, sembra quasi che le nuove tendenze siano un po' scremate, e vengano messe a servizio del suo sapiente songwriting (intendiamoci, stiamo sempre parlando di pop, e di guilty pleasures), dando luce ad un lavoro, appunto, più convincente. Unico difetto, un po' troppo lungo. Concludo con un applauso per il suo scoperto anti-trumpismo, ed il suo attivismo pro-LGBTQ.
I agree with my personal "bible", Pitchfork, and Anna Gaca, which sums it all up by saying that on this seventh album, Taylor Swift is a little wiser and a lot more in love. Laughing and joking, as we say, I have often spoken to you about Swifty, certainly not an artist who practices my favorite musical genre, but that I like; this new Lover is definitely more centered than the previous Reputation, where the almost 30 year old girl from Reading, Pennsylvania, flirted with almost all the new musical trends, resulting at times inconclusive. Here, instead, it seems that the new trends are a bit skimmed, and are put at the service of her wise songwriting (mind you, we are always talking about pop, and guilty pleasures), giving light to a work, in fact, more convincing . Only flaw, a little too long. I conclude with a round of applause for her overt anti-trumpism and her pro-LGBTQ activism.
20191013
Uccidendo Eve
Killing Eve - Sviluppata da Phoebe Waller-Bridge (Stagione 1) e Emerald Fennell (2) - Stagioni 1 e 2 (8 episodi ciascuna; BBC America) - 2018/2019
La psicopatica Villanelle - una giovane e prolifica assassina - lascia una scia di omicidi di alto profilo in diversi paesi. L'ufficiale dell'MI5, Eve Polastri, collega un nuovo assassinio a Vienna a una serie di omicidi di questo tipo, sui quali ha investigato a suo tempo. La sua teoria secondo cui l'assassino è una donna viene respinta dai suoi superiori, ma la sua intervista non autorizzata con l'unico testimone lo conferma. Il testimone viene ucciso mentre si trova in un ospedale di Londra, insieme a un'infermiera e due guardie, costringendo l'MI5 a licenziare Eve e il suo collega Bill. Colpita da Eve, Carolyn Martens, capo della Sezione Russia dell'MI6, la recluta per un incarico fuori dal comune per rintracciare l'assassino.
Tenete conto di questi due fattori. Il primo: gli inglesi sanno davvero come mettere in piedi film o serie tv che trattino di argomenti thriller o di spionaggio, meglio degli altri. Il secondo: Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) è un genio. Ecco, questa serie tratta di donne e spionaggio, ed è stata sviluppata dalla Waller-Bridge, basandosi su una serie di romanzi (Villanelle, di Luke Jennings). Dovreste aver già capito, ma se vi serve una spinta, ve la do: spassosa e affascinante.
Take these two factors into account. The first: the British really know how to make films or TV series that deal with thriller or espionage topics, better than the others. The second: Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) is a genius. Here, this series is about women and espionage, and was developed by Waller-Bridge, based on a series of novels (Villanelle, by Luke Jennings). You should have already understood, but if you need a push, I give you: hilarious and fascinating.
La psicopatica Villanelle - una giovane e prolifica assassina - lascia una scia di omicidi di alto profilo in diversi paesi. L'ufficiale dell'MI5, Eve Polastri, collega un nuovo assassinio a Vienna a una serie di omicidi di questo tipo, sui quali ha investigato a suo tempo. La sua teoria secondo cui l'assassino è una donna viene respinta dai suoi superiori, ma la sua intervista non autorizzata con l'unico testimone lo conferma. Il testimone viene ucciso mentre si trova in un ospedale di Londra, insieme a un'infermiera e due guardie, costringendo l'MI5 a licenziare Eve e il suo collega Bill. Colpita da Eve, Carolyn Martens, capo della Sezione Russia dell'MI6, la recluta per un incarico fuori dal comune per rintracciare l'assassino.
Tenete conto di questi due fattori. Il primo: gli inglesi sanno davvero come mettere in piedi film o serie tv che trattino di argomenti thriller o di spionaggio, meglio degli altri. Il secondo: Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) è un genio. Ecco, questa serie tratta di donne e spionaggio, ed è stata sviluppata dalla Waller-Bridge, basandosi su una serie di romanzi (Villanelle, di Luke Jennings). Dovreste aver già capito, ma se vi serve una spinta, ve la do: spassosa e affascinante.
Take these two factors into account. The first: the British really know how to make films or TV series that deal with thriller or espionage topics, better than the others. The second: Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) is a genius. Here, this series is about women and espionage, and was developed by Waller-Bridge, based on a series of novels (Villanelle, by Luke Jennings). You should have already understood, but if you need a push, I give you: hilarious and fascinating.
20191012
20191011
Paura dell'inoculo
Fear Inoculum - Tool (2019)
Sul nuovo disco dei Tool, che esce a ben 13 anni di distanza dal precedente, e quindi attesissimo, si è già detto tutto ed il suo contrario, ed ognuno si è già formato la sua personale opinione. Questa recensione, quindi, sarà piuttosto breve, molto più breve della recensione di 10.000 Days. Presi da mille altri impegni, soprattutto Maynard, concordo con chi ha sottolineato che questo è soprattutto il disco di Danny, Adam e Justin, che hanno lavorato molto in studio, dove Maynard è quasi un ospite. La prestazione del cantante è, infatti, la meno brillante, rispetto a quella degli altri. Un difetto piuttosto importante di questo Fear Inoculum, sono i suoni: abbastanza datati, in questi anni di evoluzione velocissima. Certo, suonato ad alto volume, fa sempre il suo grande effetto, soprattutto per quello che dicevamo poc'anzi, ma la sensazione di déjà vu è fortissima, e questo pure non è un pregio. Di un lavoro dei Tool non è possibile parlare male, non perché sia proibito bensì perché non riescono proprio a fare cose brutte, ma i capolavori e i dischi-bomba abitano piuttosto lontani da Fear Inoculum.
On the new Tool album, which comes out 13 years after the previous one, and therefore highly anticipated, everything and its opposite has already been said, and everyone has already formed his personal opinion. So this review will be quite short, much shorter than the 10,000 Days review. Taken from a thousand other commitments, especially Maynard, I agree with those who pointed out that this is above all the record by Danny, Adam and Justin, who worked a lot in the studio, where Maynard is almost a guest. The performance of the singer is, in fact, the least brilliant, compared to that of others. A rather important defect of this Fear Inoculum, are the sounds: quite dated, in these years of fast evolution. Of course, played at high volume, it always has its great effect, above all for what we said earlier, but the feeling of déjà vu is very strong, and this is also not a merit. It is not possible to speak ill of a Tool work, not because it is forbidden but because they are unable to do bad things, but the masterpieces and the bomb-discs live far from Fear Inoculum.
Sul nuovo disco dei Tool, che esce a ben 13 anni di distanza dal precedente, e quindi attesissimo, si è già detto tutto ed il suo contrario, ed ognuno si è già formato la sua personale opinione. Questa recensione, quindi, sarà piuttosto breve, molto più breve della recensione di 10.000 Days. Presi da mille altri impegni, soprattutto Maynard, concordo con chi ha sottolineato che questo è soprattutto il disco di Danny, Adam e Justin, che hanno lavorato molto in studio, dove Maynard è quasi un ospite. La prestazione del cantante è, infatti, la meno brillante, rispetto a quella degli altri. Un difetto piuttosto importante di questo Fear Inoculum, sono i suoni: abbastanza datati, in questi anni di evoluzione velocissima. Certo, suonato ad alto volume, fa sempre il suo grande effetto, soprattutto per quello che dicevamo poc'anzi, ma la sensazione di déjà vu è fortissima, e questo pure non è un pregio. Di un lavoro dei Tool non è possibile parlare male, non perché sia proibito bensì perché non riescono proprio a fare cose brutte, ma i capolavori e i dischi-bomba abitano piuttosto lontani da Fear Inoculum.
On the new Tool album, which comes out 13 years after the previous one, and therefore highly anticipated, everything and its opposite has already been said, and everyone has already formed his personal opinion. So this review will be quite short, much shorter than the 10,000 Days review. Taken from a thousand other commitments, especially Maynard, I agree with those who pointed out that this is above all the record by Danny, Adam and Justin, who worked a lot in the studio, where Maynard is almost a guest. The performance of the singer is, in fact, the least brilliant, compared to that of others. A rather important defect of this Fear Inoculum, are the sounds: quite dated, in these years of fast evolution. Of course, played at high volume, it always has its great effect, above all for what we said earlier, but the feeling of déjà vu is very strong, and this is also not a merit. It is not possible to speak ill of a Tool work, not because it is forbidden but because they are unable to do bad things, but the masterpieces and the bomb-discs live far from Fear Inoculum.
20191010
Across the Barricade
Derry Girls - Di Lisa McGee - Stagione 2 (6 episodi; Channel 4/Netflix) - 2019
La scuola delle ragazze prepara un fine settimana nella quale si svolgerà un'iniziativa di pace - Friends Across the Barricade - con gli allievi di una scuola secondaria per ragazzi protestanti, la Londonderry Boys Academy. A ogni adolescente viene assegnato un compagno dell'altra scuola, ma a causa del numero minore di alunni della LBA, James e Orla devono condividere Jon, un alunno protestante. Peter - che è tornato al sacerdozio dopo che il suo collega di parrucchiere ha concluso la loro relazione - chiede agli alunni di entrambe le scuole di nominare cose che cattolici e protestanti hanno in comune. Gli alunni invece chiamano molte differenze, che Jenny scrive su una lavagna. James non convince gli altri quando tenta di passare per un figlio di classe operaia. Michelle ed Erin fanno entrambi tentativi falliti di sedurre i loro amici: Harry e Dee, rispettivamente. Poiché Harry indossa un braccialetto di castità, Michelle vuole scambiare amici con Erin in modo da poter sedurre Dee. Il gruppo cammina verso una scogliera per calarsi in coppia con la corda, ma Clare è terrorizzata durante la discesa a causa di un malinteso durante una conversazione della notte precedente che le ha fatto credere che il suo amico, Philip, odia tutti i cattolici. Una discussione tra alcuni alunni diventa una lotta fisica che coinvolge molti di loro. Di conseguenza, i genitori delle ragazze e dei ragazzi vengono chiamati, e la lezione che ne deriva è che finalmente, Erin riesce a trovare una cosa che accomuna cattolici e protestanti...
La divertente sit com irlandese continua, e continuerà con una terza stagione già confermata, a divertire con una apparente spensieratezza in una situazione di altissima tensione. Mai banale.
The entertaining Irish sitcom continues, and will continue with a third season already confirmed, to entertain with an apparent lightheartedness in a situation of very high tension. Never banal.
La scuola delle ragazze prepara un fine settimana nella quale si svolgerà un'iniziativa di pace - Friends Across the Barricade - con gli allievi di una scuola secondaria per ragazzi protestanti, la Londonderry Boys Academy. A ogni adolescente viene assegnato un compagno dell'altra scuola, ma a causa del numero minore di alunni della LBA, James e Orla devono condividere Jon, un alunno protestante. Peter - che è tornato al sacerdozio dopo che il suo collega di parrucchiere ha concluso la loro relazione - chiede agli alunni di entrambe le scuole di nominare cose che cattolici e protestanti hanno in comune. Gli alunni invece chiamano molte differenze, che Jenny scrive su una lavagna. James non convince gli altri quando tenta di passare per un figlio di classe operaia. Michelle ed Erin fanno entrambi tentativi falliti di sedurre i loro amici: Harry e Dee, rispettivamente. Poiché Harry indossa un braccialetto di castità, Michelle vuole scambiare amici con Erin in modo da poter sedurre Dee. Il gruppo cammina verso una scogliera per calarsi in coppia con la corda, ma Clare è terrorizzata durante la discesa a causa di un malinteso durante una conversazione della notte precedente che le ha fatto credere che il suo amico, Philip, odia tutti i cattolici. Una discussione tra alcuni alunni diventa una lotta fisica che coinvolge molti di loro. Di conseguenza, i genitori delle ragazze e dei ragazzi vengono chiamati, e la lezione che ne deriva è che finalmente, Erin riesce a trovare una cosa che accomuna cattolici e protestanti...
La divertente sit com irlandese continua, e continuerà con una terza stagione già confermata, a divertire con una apparente spensieratezza in una situazione di altissima tensione. Mai banale.
The entertaining Irish sitcom continues, and will continue with a third season already confirmed, to entertain with an apparent lightheartedness in a situation of very high tension. Never banal.
20191009
Trovare Dio prima che Dio mi trovi
Finding God Before God Finds Me - Bad Omens (2019)
Secondo disco in studio per la band di Richmond, Virginia, una band che, a dispetto di tutte le influenze metal che la band dichiara, non può non richiamare i britannici Bring Me the Horizon, seppure, sempre da dichiarazioni della band, il paragone venga da loro ritenuto "lusinghiero, ma frustrante". Ovviamente, parliamo dei BMTH pre-Amo, ma questa è un'altra storia, e non vorrei rubare righe preziose ai Bad Omens. Il suono è ben impostato, nei parametri del metalcore moderno, con belle aperture melodiche, perfino sinfoniche, chitarre massicce e sezione ritmica possente. Purtroppo, tutto un po' troppo prevedibile, ma chissà che non riescano a trovare, col tempo e con l'esperienza, un loro marchio di fabbrica.
Second studio record for the band from Richmond, Virginia, a band that, despite all the metal influences that the band declares, cannot fail to recall the British band Bring Me the Horizon, although, again from the band's statements, the comparison is from them considered "flattering, yet frustrating". Obviously, we're talking about BMTH pre-Amo, but that's another story, and I wouldn't want to steal precious lines from Bad Omens. The sound is well set, in the parameters of modern metalcore, with beautiful melodic openings, even symphonic, massive guitars and powerful rhythmic section. Unfortunately, everything is a little too predictable, but who knows if they can find, with time and with experience, their trademark.
Secondo disco in studio per la band di Richmond, Virginia, una band che, a dispetto di tutte le influenze metal che la band dichiara, non può non richiamare i britannici Bring Me the Horizon, seppure, sempre da dichiarazioni della band, il paragone venga da loro ritenuto "lusinghiero, ma frustrante". Ovviamente, parliamo dei BMTH pre-Amo, ma questa è un'altra storia, e non vorrei rubare righe preziose ai Bad Omens. Il suono è ben impostato, nei parametri del metalcore moderno, con belle aperture melodiche, perfino sinfoniche, chitarre massicce e sezione ritmica possente. Purtroppo, tutto un po' troppo prevedibile, ma chissà che non riescano a trovare, col tempo e con l'esperienza, un loro marchio di fabbrica.
Second studio record for the band from Richmond, Virginia, a band that, despite all the metal influences that the band declares, cannot fail to recall the British band Bring Me the Horizon, although, again from the band's statements, the comparison is from them considered "flattering, yet frustrating". Obviously, we're talking about BMTH pre-Amo, but that's another story, and I wouldn't want to steal precious lines from Bad Omens. The sound is well set, in the parameters of modern metalcore, with beautiful melodic openings, even symphonic, massive guitars and powerful rhythmic section. Unfortunately, everything is a little too predictable, but who knows if they can find, with time and with experience, their trademark.
20191008
In mia difesa
In My Defense - Iggy Azalea (2019)
E' piuttosto curiosa la mia "conoscenza" con la ancor giovane (ha esordito giovanissima) rapper australiana praticamente "naturalizzata" statunitense (quasi metà della sua vita l'ha passata negli US): me la fece ascoltare mio nipote quando era ancora piccolo, e adesso lui non l'ascolta più, mentre io proseguo. Sfacciata e sboccata, trovo che il suo flow sia uno dei migliori, a livello femminile, e ogni volta mi stupisco di quanto sia americano il suo accento.
Nonostante il gran parlare che si fa su di lei, questo In My Defense è "solo" il suo secondo album, e, al netto delle rituali partecipazioni (Lil Yachty, Kash Doll, Stini, Juicy J), inanella, mi verrebbe da dire come al solito, una serie impressionante di singoli o potenziali singoli, accattivanti e sfacciati, come da suo marchio di fabbrica. Stranamente, una delle mie preferite in questo genere.
My "acquaintance" is rather curious with the still young (she started out very young) Australian rapper practically "naturalized" US (almost half of her life spent in the US): my nephew made me listen to her, when he was still a child, and now he no longer listens to her while I continue. Bold and foul-mouthed, I find her flow to be one of the best, on a female level, and every time I am amazed at how American her accent is. Despite the many chat about her, this In My Defense is "only" her second album, and, took it for grant it the ritual participations (Lil Yachty, Kash Doll, Stini, Juicy J), she is able to put in line, I would say as usual, an impressive series of hit, or potential hits, captivating and bold, as per her trademark. Strangely, one of my favorites in this kind of music.
E' piuttosto curiosa la mia "conoscenza" con la ancor giovane (ha esordito giovanissima) rapper australiana praticamente "naturalizzata" statunitense (quasi metà della sua vita l'ha passata negli US): me la fece ascoltare mio nipote quando era ancora piccolo, e adesso lui non l'ascolta più, mentre io proseguo. Sfacciata e sboccata, trovo che il suo flow sia uno dei migliori, a livello femminile, e ogni volta mi stupisco di quanto sia americano il suo accento.
Nonostante il gran parlare che si fa su di lei, questo In My Defense è "solo" il suo secondo album, e, al netto delle rituali partecipazioni (Lil Yachty, Kash Doll, Stini, Juicy J), inanella, mi verrebbe da dire come al solito, una serie impressionante di singoli o potenziali singoli, accattivanti e sfacciati, come da suo marchio di fabbrica. Stranamente, una delle mie preferite in questo genere.
My "acquaintance" is rather curious with the still young (she started out very young) Australian rapper practically "naturalized" US (almost half of her life spent in the US): my nephew made me listen to her, when he was still a child, and now he no longer listens to her while I continue. Bold and foul-mouthed, I find her flow to be one of the best, on a female level, and every time I am amazed at how American her accent is. Despite the many chat about her, this In My Defense is "only" her second album, and, took it for grant it the ritual participations (Lil Yachty, Kash Doll, Stini, Juicy J), she is able to put in line, I would say as usual, an impressive series of hit, or potential hits, captivating and bold, as per her trademark. Strangely, one of my favorites in this kind of music.
20191007
Alieno
Alien - Northlane (2019)
Eccoci al quinto disco per la band australiana di Sydney, un disco che, al primo ascolto, mi ha fatto pensare "ecco come suonerebbero i Korn se non si fossero persi per strada, e avessero continuato a progredire". Il pensiero, vi avviso, mi è venuto prima di ascoltare il nuovo lavoro degli stessi Korn, del quale parleremo; ma oggi parliamo dei Northlane e del loro Alien, che potrebbe trarre in inganno facendovi supporre che stiano ancora parlando di temi "spaziali", e invece le tematiche fanno riferimento più all'alienazione sofferta dal cantante Marcus Bridge (a proposito: prova strepitosa, la sua) da bambino. Gli australiani proseguono con il loro metalcore ibrido, inserendo potenti dosi di elettronica, industrial, nu metal vecchio stile, progressive e sperimentando a più non posso. Suoni potentissimi, chitarre super ribassate, melodie superlative, danno vita ad un disco davvero tra i migliori sentiti quest'anno.
Here we are on the fifth record for the Australian Sydney band, a record that, at first listening, made me think "this is how the Korn would sound if they weren't lost on the road, and they had continued to progress". The thought, I warn you, came to me before listening to the new work by the Korn themselves, which we will talk about; but today we are talking about the Northlane and their Alien, title which could mislead you into supposing that they are still talking about "space" themes, and instead the themes refer more to the alienation suffered by the singer Marcus Bridge (by the way: amazing performance) as a child. Australians continue with their hybrid metalcore, inserting powerful doses of electronics, industrial, old-fashioned nu metal, progressive and experimenting as much as they can. Powerful sounds, super-lowered guitars, superlative melodies, give life to a record really among the best, this year.
Eccoci al quinto disco per la band australiana di Sydney, un disco che, al primo ascolto, mi ha fatto pensare "ecco come suonerebbero i Korn se non si fossero persi per strada, e avessero continuato a progredire". Il pensiero, vi avviso, mi è venuto prima di ascoltare il nuovo lavoro degli stessi Korn, del quale parleremo; ma oggi parliamo dei Northlane e del loro Alien, che potrebbe trarre in inganno facendovi supporre che stiano ancora parlando di temi "spaziali", e invece le tematiche fanno riferimento più all'alienazione sofferta dal cantante Marcus Bridge (a proposito: prova strepitosa, la sua) da bambino. Gli australiani proseguono con il loro metalcore ibrido, inserendo potenti dosi di elettronica, industrial, nu metal vecchio stile, progressive e sperimentando a più non posso. Suoni potentissimi, chitarre super ribassate, melodie superlative, danno vita ad un disco davvero tra i migliori sentiti quest'anno.
Here we are on the fifth record for the Australian Sydney band, a record that, at first listening, made me think "this is how the Korn would sound if they weren't lost on the road, and they had continued to progress". The thought, I warn you, came to me before listening to the new work by the Korn themselves, which we will talk about; but today we are talking about the Northlane and their Alien, title which could mislead you into supposing that they are still talking about "space" themes, and instead the themes refer more to the alienation suffered by the singer Marcus Bridge (by the way: amazing performance) as a child. Australians continue with their hybrid metalcore, inserting powerful doses of electronics, industrial, old-fashioned nu metal, progressive and experimenting as much as they can. Powerful sounds, super-lowered guitars, superlative melodies, give life to a record really among the best, this year.
20191006
Anno di sangue
Blood Year - Russian Circles (2019)
Con questo Blood Year, la band di base a Chicago, Illinois, arriva al suo settimo lavoro in studio, con un suono sempre più arrabbiato e massiccio, conservando la sua peculiarità di tracce esclusivamente strumentali. Come saprà chiunque faccia musica, ma pure chi la ascolta cercando qualcosa di più, rispetto al pop e alle facili melodie, riuscire a mantenere alta l'attenzione con presupposti come questi (senza il canto, di qualsiasi tipo esso sia), non è per niente facile. Certo, ci sono fulgidi esempi, e non possiamo esimerci, almeno quando si parla di post rock, di citare gli immarcescibili Mogwai, e, sempre per chi fa o ha fatto musica, ascoltare dischi come questo Blood Year, farà venire in mente lunghe session in sala prove senza il cantante, ma bisogna ammettere che i tre bravissimi musicisti che compongono i Russian Circles, possono essere iscritti di diritto nella schiera di chi riesce a trasmettere emozioni anche così. Batteria che non si limita a tenere il tempo, basso che disegna sottotraccia linee dure ma eleganti, chitarre che raccontano fughe e viaggi. Nonostante ci sia un mare di musica, in questi tempi moderni, c'è senz'altro posto per i Russian Circles, ed il loro nuovo, coinvolgente disco.
With this Blood Year, the Chicago, Illinois, based band, arrives at its seventh studio work, with an increasingly angry and massive sound, preserving its peculiarity of purely instrumental tracks. As anyone who does music will know, but also those who listen to it looking for something more, with respect to pop and easy melodies, being able to maintain high attention with parameters such as these (without singing, of whatever type it is), is not for nothing easy. Sure, there are shining examples, and we can't avoid, at least when it comes to post-rock, to mention the incorruptibles Mogwai, and, again for those who make or have made music, listen to records like this Blood Year, it will bring to mind long sessions in the rehearsal room without the singer, but it must be admitted that the three talented musicians who compose the Russian Circles, can be enrolled by right in the ranks of those who manage to convey emotions even so. A drumming that does not just keep time, a bass guitar that draws under the surface hard but elegant lines, guitars that tell about escapes and journeys. Although there is a sea of music, in these modern times, there is certainly room for the Russian Circles, and their new, engaging record.
Con questo Blood Year, la band di base a Chicago, Illinois, arriva al suo settimo lavoro in studio, con un suono sempre più arrabbiato e massiccio, conservando la sua peculiarità di tracce esclusivamente strumentali. Come saprà chiunque faccia musica, ma pure chi la ascolta cercando qualcosa di più, rispetto al pop e alle facili melodie, riuscire a mantenere alta l'attenzione con presupposti come questi (senza il canto, di qualsiasi tipo esso sia), non è per niente facile. Certo, ci sono fulgidi esempi, e non possiamo esimerci, almeno quando si parla di post rock, di citare gli immarcescibili Mogwai, e, sempre per chi fa o ha fatto musica, ascoltare dischi come questo Blood Year, farà venire in mente lunghe session in sala prove senza il cantante, ma bisogna ammettere che i tre bravissimi musicisti che compongono i Russian Circles, possono essere iscritti di diritto nella schiera di chi riesce a trasmettere emozioni anche così. Batteria che non si limita a tenere il tempo, basso che disegna sottotraccia linee dure ma eleganti, chitarre che raccontano fughe e viaggi. Nonostante ci sia un mare di musica, in questi tempi moderni, c'è senz'altro posto per i Russian Circles, ed il loro nuovo, coinvolgente disco.
With this Blood Year, the Chicago, Illinois, based band, arrives at its seventh studio work, with an increasingly angry and massive sound, preserving its peculiarity of purely instrumental tracks. As anyone who does music will know, but also those who listen to it looking for something more, with respect to pop and easy melodies, being able to maintain high attention with parameters such as these (without singing, of whatever type it is), is not for nothing easy. Sure, there are shining examples, and we can't avoid, at least when it comes to post-rock, to mention the incorruptibles Mogwai, and, again for those who make or have made music, listen to records like this Blood Year, it will bring to mind long sessions in the rehearsal room without the singer, but it must be admitted that the three talented musicians who compose the Russian Circles, can be enrolled by right in the ranks of those who manage to convey emotions even so. A drumming that does not just keep time, a bass guitar that draws under the surface hard but elegant lines, guitars that tell about escapes and journeys. Although there is a sea of music, in these modern times, there is certainly room for the Russian Circles, and their new, engaging record.
20191005
20191004
La Grande Guerra
The Great War - Sabaton (2019)
Nono disco per la band svedese, prima volta che li ascolto per me. Curiosissimo il loro approccio: nei loro testi, parlano esclusivamente di guerre, battaglie storiche, atti di eroismo. Il sabaton in inglese altro non è se non la scarpa corazzata delle armature medievali. Questo disco è basato, a livello lirico, su storie inerenti la Prima Guerra Mondiale (l'ultimo brano, In Flanders Fields, è la messa in musica dell'omonimo poema scritto dal tenente colonnello nonché poeta canadese John McCrae), ed è uscito in ben quattro versioni diverse: quella standard, con i pezzi cantati, la history edition, che contiene una narrazione precedente ad ogni traccia (a cura di Bethan Dixon Bate), la soundtrack edition che contiene solo le versioni strumentali di ogni traccia, e la Sabaton History Patreon, che contiene la narrazione a cura di Indy Neidell. Detto tutto questo, il genere è un power metal che personalmente non sopporto, ma che a qualcuno potrebbe interessare.
Ninth record for the Swedish band, first time I listen to them for me. Their approach is very curious: in their lyrics, they speak exclusively of wars, historical battles, acts of heroism. sabaton in English is nothing but the armored shoe of medieval armor. This record is based, on a lyric level, on stories related to the World War I (the last track, In Flanders Fields, is the musical version of the eponymous poem written by Lieutenant Colonel and Canadian poet John McCrae), and was released in four different versions: the standard one, with the sung tracks, the history edition, which contains a narrative preceding each track (by Bethan Dixon Bate), the soundtrack edition that contains only the instrumental versions of each track, and the Sabaton History Patreon, which contains the narrative by Indy Neidell. Having said all this, the genre is a power metal that I personally can't stand, but that might be interesting to someone.
Nono disco per la band svedese, prima volta che li ascolto per me. Curiosissimo il loro approccio: nei loro testi, parlano esclusivamente di guerre, battaglie storiche, atti di eroismo. Il sabaton in inglese altro non è se non la scarpa corazzata delle armature medievali. Questo disco è basato, a livello lirico, su storie inerenti la Prima Guerra Mondiale (l'ultimo brano, In Flanders Fields, è la messa in musica dell'omonimo poema scritto dal tenente colonnello nonché poeta canadese John McCrae), ed è uscito in ben quattro versioni diverse: quella standard, con i pezzi cantati, la history edition, che contiene una narrazione precedente ad ogni traccia (a cura di Bethan Dixon Bate), la soundtrack edition che contiene solo le versioni strumentali di ogni traccia, e la Sabaton History Patreon, che contiene la narrazione a cura di Indy Neidell. Detto tutto questo, il genere è un power metal che personalmente non sopporto, ma che a qualcuno potrebbe interessare.
Ninth record for the Swedish band, first time I listen to them for me. Their approach is very curious: in their lyrics, they speak exclusively of wars, historical battles, acts of heroism. sabaton in English is nothing but the armored shoe of medieval armor. This record is based, on a lyric level, on stories related to the World War I (the last track, In Flanders Fields, is the musical version of the eponymous poem written by Lieutenant Colonel and Canadian poet John McCrae), and was released in four different versions: the standard one, with the sung tracks, the history edition, which contains a narrative preceding each track (by Bethan Dixon Bate), the soundtrack edition that contains only the instrumental versions of each track, and the Sabaton History Patreon, which contains the narrative by Indy Neidell. Having said all this, the genre is a power metal that I personally can't stand, but that might be interesting to someone.
20191003
Lo spazio tra le ombre
The Space Between the Shadows - Scott Stapp (2019)
Terzo disco solista per il cantante dei Creed, personaggio quantomeno discutibile nella vita privata, ma indubbiamente, cantante dotato, seppur poco originale. In poche parole, un tamarro, sia nella vita che nella musica. Eppure, eppure... se siete di quelli che, come me, accetta, e ogni tanto abbisogna pure di una sorta di moderno Adult Oriented Rock, con testi sdolcinati, prevedibili, ma che spesso vi fanno scendere la lacrimuccia, beh, Scott Stapp è quello che fa per voi. E' un disco che dimenticherò presto, ma non nego che l'ascolto di Gone Too Soon mi ha decisamente commosso. C'è da dire che con me, si vince facile da quel punto di vista. Non totalmente da buttare.
Third solo album for the singer of Creed, at least questionable character in private life, but undoubtedly, gifted singer, albeit little original. In short, a sort of an enriched white-trash, both in life and in music. And yet, and yet ... if you are one of those who, like me, accepts, and sometimes even needs a sort of modern Adult Oriented Rock, with sugary, predictable lyrics, but which often make you weep, well, Scott Stapp is what suits you. It is a record that I will soon forget, but I do not deny that listening to Gone Too Soon definitely moved me. It must be said that with me, it is easy to win from that point of view. Not totally to be thrown away.
Terzo disco solista per il cantante dei Creed, personaggio quantomeno discutibile nella vita privata, ma indubbiamente, cantante dotato, seppur poco originale. In poche parole, un tamarro, sia nella vita che nella musica. Eppure, eppure... se siete di quelli che, come me, accetta, e ogni tanto abbisogna pure di una sorta di moderno Adult Oriented Rock, con testi sdolcinati, prevedibili, ma che spesso vi fanno scendere la lacrimuccia, beh, Scott Stapp è quello che fa per voi. E' un disco che dimenticherò presto, ma non nego che l'ascolto di Gone Too Soon mi ha decisamente commosso. C'è da dire che con me, si vince facile da quel punto di vista. Non totalmente da buttare.
Third solo album for the singer of Creed, at least questionable character in private life, but undoubtedly, gifted singer, albeit little original. In short, a sort of an enriched white-trash, both in life and in music. And yet, and yet ... if you are one of those who, like me, accepts, and sometimes even needs a sort of modern Adult Oriented Rock, with sugary, predictable lyrics, but which often make you weep, well, Scott Stapp is what suits you. It is a record that I will soon forget, but I do not deny that listening to Gone Too Soon definitely moved me. It must be said that with me, it is easy to win from that point of view. Not totally to be thrown away.
20191002
Non siamo il tuo tipo
We Are Not Your Kind - Slipknot (2019)
Il sesto disco per la band di Des Moines, Iowa, una band dalla storia piena di pause e di cambi di formazione, non è affatto male, se consideriamo che ormai, le band che hanno rappresentato il cosiddetto nu metal, sono tutte più o meno bollite o morte. E' vero, ha ragione l'amico Beach quando dice che il suono della batteria, e più precisamente della grancassa, è decisamente fastidioso e suona molto "vecchio", in questa epoca di cambiamenti rapidissimi (ne riparleremo in occasione della recensione del nuovo Tool...), ma nel complesso gli Slipknot hanno saputo creare un suono e adottare una forma-canzone che può resistere abbastanza bene allo scorrere del tempo. Ci sono alcuni picchi e qualche scivolone, ma come detto, nel complesso riescono a risultare ascoltabili anche nel 2019. Non è poco, e non dimentichiamoci che i musicisti sono pur sempre molto validi.
The sixth album for the band from Des Moines, Iowa, a band with a history full of breaks and lineup changes, is not bad at all, if we consider that by now, the bands that have represented the so-called nu metal, are all more or less boiled or dead. It is true, the friend Beach is right when he says that the sound of the drums, and more precisely of the bass drum, is decidedly annoying and sounds very "old", in this age of very rapid changes (we'll talk again about this subject when we review the new Tool album...), but overall the Slipknot have been able to create a sound and adopt a song form that can withstand the flow of time quite well. There are some peaks and some slips, but as I said, on the whole they can be listened to even in 2019. It's not a bad thing, and let's not forget that musicians are still very good.
Il sesto disco per la band di Des Moines, Iowa, una band dalla storia piena di pause e di cambi di formazione, non è affatto male, se consideriamo che ormai, le band che hanno rappresentato il cosiddetto nu metal, sono tutte più o meno bollite o morte. E' vero, ha ragione l'amico Beach quando dice che il suono della batteria, e più precisamente della grancassa, è decisamente fastidioso e suona molto "vecchio", in questa epoca di cambiamenti rapidissimi (ne riparleremo in occasione della recensione del nuovo Tool...), ma nel complesso gli Slipknot hanno saputo creare un suono e adottare una forma-canzone che può resistere abbastanza bene allo scorrere del tempo. Ci sono alcuni picchi e qualche scivolone, ma come detto, nel complesso riescono a risultare ascoltabili anche nel 2019. Non è poco, e non dimentichiamoci che i musicisti sono pur sempre molto validi.
The sixth album for the band from Des Moines, Iowa, a band with a history full of breaks and lineup changes, is not bad at all, if we consider that by now, the bands that have represented the so-called nu metal, are all more or less boiled or dead. It is true, the friend Beach is right when he says that the sound of the drums, and more precisely of the bass drum, is decidedly annoying and sounds very "old", in this age of very rapid changes (we'll talk again about this subject when we review the new Tool album...), but overall the Slipknot have been able to create a sound and adopt a song form that can withstand the flow of time quite well. There are some peaks and some slips, but as I said, on the whole they can be listened to even in 2019. It's not a bad thing, and let's not forget that musicians are still very good.
20191001
Ammissione
Admission - Torche (2019)
Quinto disco per la band di Miami, Florida, capitanata dal cantante/chitarrista Stephen Brooks e dall'altro unico membro superstite della formazione originale, il batterista Rick Smith, ma per me prima volta che li ascolto. Ottimo disco di metal moderno, dentro il quale, così come si ostinano a catalogarli, si sentono influenze forti sludge, stoner e doom, ma che, so già che con questo paragone mi potrei attirare le maledizioni dei loro die-hard fan, ai miei orecchi "vergini", li fanno suonare come dei Bush più solidi e meno romantici (ascoltare Admission la canzone). Le chitarre sono belle compatte, il suono davvero massiccio, le canzoni davvero ben scritte e le melodie sono talvolta asimmetriche, ma sempre estremamente godibili; il disco è davvero buono nella sua interezza, e l'accostamento con i Bush, dal mio punto di vista, è un complimento. Adesso che li ho "scoperti" non li lascerò più inosservati.
Fifth album for the band from Miami, Florida, led by singer/guitarist Stephen Brooks and by the other only surviving member of the original line up, drummer Rick Smith, but for me first time listening to them. Excellent modern metal record, in which, as they insist on cataloging them, strong sludge, stoner and doom influences are heard, but to me, I already know that with this comparison I could attract the curses of their die-hard fans, to my "virgin" ears, make them sound like more solid and less romantic Bush (listen to the title track). The guitars are beautiful compacted, the sound really massive, the songs really well written and the melodies are sometimes asymmetrical, but always extremely enjoyable; the record is really good in its entirety, and the juxtaposition with the Bush, from my point of view, is a compliment. Now that I've "discovered" them, I will never leave them unnoticed.
Quinto disco per la band di Miami, Florida, capitanata dal cantante/chitarrista Stephen Brooks e dall'altro unico membro superstite della formazione originale, il batterista Rick Smith, ma per me prima volta che li ascolto. Ottimo disco di metal moderno, dentro il quale, così come si ostinano a catalogarli, si sentono influenze forti sludge, stoner e doom, ma che, so già che con questo paragone mi potrei attirare le maledizioni dei loro die-hard fan, ai miei orecchi "vergini", li fanno suonare come dei Bush più solidi e meno romantici (ascoltare Admission la canzone). Le chitarre sono belle compatte, il suono davvero massiccio, le canzoni davvero ben scritte e le melodie sono talvolta asimmetriche, ma sempre estremamente godibili; il disco è davvero buono nella sua interezza, e l'accostamento con i Bush, dal mio punto di vista, è un complimento. Adesso che li ho "scoperti" non li lascerò più inosservati.
Fifth album for the band from Miami, Florida, led by singer/guitarist Stephen Brooks and by the other only surviving member of the original line up, drummer Rick Smith, but for me first time listening to them. Excellent modern metal record, in which, as they insist on cataloging them, strong sludge, stoner and doom influences are heard, but to me, I already know that with this comparison I could attract the curses of their die-hard fans, to my "virgin" ears, make them sound like more solid and less romantic Bush (listen to the title track). The guitars are beautiful compacted, the sound really massive, the songs really well written and the melodies are sometimes asymmetrical, but always extremely enjoyable; the record is really good in its entirety, and the juxtaposition with the Bush, from my point of view, is a compliment. Now that I've "discovered" them, I will never leave them unnoticed.
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