No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20200309

Storia di un matrimonio

Marriage Story - Di Noah Baumbach (2019)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Charlie Barber è un regista teatrale di successo a New York City. La sua compagnia teatrale sta attualmente producendo un'opera teatrale con la moglie Nicole, ex attrice cinematografica in film per adolescenti. La coppia sta vivendo problemi coniugali e vede un mediatore, il quale suggerisce che ognuno scriva ciò che gli piace l'uno dell'altro, ma Nicole è troppo imbarazzata per leggere ad alta voce i suoi, così decidono di rinunciare alla consulenza.
A Nicole viene offerto un ruolo da protagonista in un pilota televisivo a Los Angeles, e decide di lasciare la compagnia teatrale e vivere temporaneamente con sua madre a West Hollywood, portando con sé il giovane figlio della coppia Henry. Charlie decide di rimanere a New York, poiché la commedia è in procinto di trasferirsi a Broadway. Il matrimonio è finito.


Come già detto in altre recensioni, i migliori raccontatori di storie matrimoniali che finiscono sono gli scandinavi. Seppure Baumbach fosse stato in grado di raccontare discretamente le crisi di coppia con alcuni dei suoi film più datati, non condivido l'eccitazione, anche dei critici, per questo nuovo film, che ha ricevuto diverse candidature per gli Oscar 2020, ed ha fatto vincere quello per Miglior Attrice non Protagonista a Laura Dern, qui nei panni di Nora, l'avvocato divorzista assunto da Nicole. Non sono d'accordo perché, a differenza dei film precedenti di Baumbach che parlavano di crisi di coppia, e a differenza di come altre filmografie trattano lo stesso tema, qua si nota una eccessiva (per i miei gusti) spettacolarizzazione della "lotta" tra i due coniugi, esacerbata proprio dai rispettivi avvocati. Probabilmente è proprio quello che accade negli USA, ma è, sempre a mio modesto giudizio, quello che fa perdere di vista le dinamiche della coppia, anche durante la succitata "lotta". Dinamiche che tornano umane solo nel finale, che è probabilmente la parte più apprezzabile.

As mentioned in other reviews, the best storytellers about the end of couple stories are the Scandinavians. Although Baumbach had been able to discreetly recount the couple's crises with some of his older films, I do not share the excitement, even of the critics, for this new film, which has received several nominations for the 2020 Oscars, and has won the one for Best Supporting Actress to Laura Dern, here in the role of Nora, the divorce lawyer hired by Nicole. I do not agree because, unlike Baumbach's previous films that talked about a couple's crisis, and unlike how other filmographies deal with the same theme, here we notice an excessive (for my taste) spectacularization of the "struggle" between two spouses, exacerbated by their respective lawyers. This is probably what happens in the US, but it is, always in my humble opinion, what makes you lose sight of the dynamics of the couple, even during the aforementioned "struggle". Dynamics that return human only in the final, which is probably the most appreciable part.

Nessun commento: