Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Philippe Lemesle gestisce un sito industriale che appartiene a una multinazionale americana. Gli viene ordinato di licenziare 58 persone, anche se recentemente ci sono stati tagli di posti di lavoro e i dipendenti sono già sotto pressione. Si ritrova intrappolato tra le ingiunzioni della sua direzione e la resistenza dei capi dipartimento che ritengono che il sito non sarà più in grado di funzionare con troppo poco personale. Allo stesso tempo, sua moglie Anne chiede il divorzio perché non sopporta più che la vita professionale del marito cannibalizzi la loro vita privata, e il figlio Lucas ha seri problemi psicologici al punto da dover essere ricoverato in ospedale. Philippe cerca una via d'uscita sviluppando un piano alternativo per realizzare i risparmi necessari senza licenziare persone, ma il piano viene nettamente respinto dal management americano.
Un altro strepitoso esempio di cinema militante, ma umile. Interpreti straordinari, più, se ho capito bene, alcuni veri lavoratori e sindacalisti, e una trama semplice, ispirata da tantissimi casi reali. Il risultato è una denuncia secca, senza fronzoli, ma diretta, e spietata, al cosiddetto ultraliberismo, con davvero poche possibilità di ribattere. E' difficile volere un mondo così.
Another amazing example of militant but humble cinema. Extraordinary performers, plus, if I understand correctly, some real workers and trade unionists, and a simple plot, inspired by many real cases. The result is a dry, no-nonsense, but direct and ruthless denunciation of so-called ultraliberalism, with very little possibility of replying. It's hard to want a world like this.
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