Era una cavalletta, ecco cos’era, lì, felice e derisa, lei si guardava intorno e noi ridevamo, lei si muoveva e noi parlavamo di spettri, chissà lei cosa pensava, forse aveva solo fame o sonno e non riusciva a dormire con tutte queste risate. Lucida, di media grandezza, verde chiaro, collo assente, ma zampe posteriori lunghissime, l’ ho soprannominata Casper, per ovvi motivi; questa mattina l’ ho sentita anche cantare una serenata, forse ad una formica che camminava veloce sotto di lei oppure alla sua bella,nel prato sottostante, il suo suono era monotono, ma piacevole, infatti mi ricordava l’estate o la primavera, a dire il vero ho anche pensato di catturarla, metterla in un recipiente trasparente con una piantina o con dell’erbetta verde, nutrirla per tenerla con me tutto l’inverno, per farla cantare e quindi avere un po’ di compagnia.
Pensieri sparuti e veloci, in un pomeriggio di settembre.
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