No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20190313

March of the Fire Ants

Mastodon + Kvelertak + Mutoid Man, Spektrum, Oslo N, 3 febbraio 2019

Per la seconda sera consecutiva, esco nel fresco norvegese zampettando sulla neve, attraverso la piazza che separa l'hotel dove alloggio dallo Spektrum, ed eccomi, stasera seduto sulle gradinate, per assistere, stavolta lo spero, ad un concerto completo dei Mastodon. Visto che ero a Oslo per i Madrugada, a suo tempo ho deciso di allungare la permanenza di un giorno, e di vedermi per intero i Mastodon (forse vi ricordate che quando li vidi a Stoccolma, poco più di un anno fa, non stavo bene e me ne andai dopo qualche canzone), visto che a questo giro non passeranno dall'Italia, e che ad aprire, oltre ai già visti e molto apprezzati Mutoid Man, ci saranno i norvegesi Kvelertak, una delle band "giovani" più interessanti, anche se reduci del recente cambio di cantante. Quindi, siamo qua, ottima forma fisica, seduti comodi, e pronti al via. Lo Spektrum non è assolutamente pieno, anzi, con un gioco di teloni, è stato "ridotto" a livello di gradinate (sono semplicemente coperte, in modo che l'impatto non sia troppo triste, ma questo è un espediente che ho visto usare anche all'Alcatraz a Milano). Nota interessante, che ho evinto la sera precedente: ai banchi del merchandise non si può pagare con i contanti, solo carta di credito. Che paese meraviglioso.
Orario perfetto, ecco i 30 minuti concessi ai Mutoid Man, che però sono "orfani" di Ben Koller (batterista anche dei Converge, reduce da un incidente al polso, e ancora in riabilitazione - le band dove milita hanno organizzato un crowdfunding sui social per pagare le spese mediche...Koller come gli altri è statunitense e lì funziona così, come sapete): lo rimpiazza l'ottimo Chris Maggio (Wear Your Wounds, Trap Them), che si cala a dovere sia ai ritmi, sia verso l'attitudine cazzara del trio. Il pubblico è ancora sparuto, e Stephen deve sollecitare e solleticare un po' i presenti, ma la resa sonora è come sempre, da grandi professionisti. Mi pare di notare un grande affiatamento tra le tre band che dividono il palco per questo tour europeo, tra l'altro, per i richiami che si fanno.
Qualche decina di minuti di cambio palco, ed ecco i Kvelertak, con le loro tre chitarre e il loro metal sghembo ma efficace. Ivar Nikolaisen, che ha rimpiazzato il primo cantante Erlend, è inarrestabile sia sul palco che oltre il palco (si calerà più volte tra le prime file), e l'impatto è davvero d'effetto. Il fatto di giocare in casa fa ovviamente in modo che il pubblico reagisca in maniera più rumorosa, ma insomma, i ragazzi se lo meritano, sono interessanti sia come proposta sonora, che come resa dal vivo. Avanti così.
Eccoci quindi al piatto principale della serata: i Mastodon da Atlanta, Georgia. Palco bello grande e spazioso, visual che sembrano disegnati da un Robert Crumb in un trip fantasy, belle luci. Scaletta bilanciatissima tra i loro dischi (niente da The Hunter, ma addirittura un pezzo, Toe to Toes, dall'ultimo EP Cold Dark Place), suoni perfetti che fanno apprezzare il fatto che sono quattro ottimi musicisti, ma, devo ammetterlo, un grandissimo difetto: le voci. Troy se la cava, seppur non sia il massimo, ma quando canta Brann, è una catastrofe. Una band di questa caratura, con questo successo, non può permetterselo. Credo sia giunta l'ora di pensare ad un cantante vero. Ecco perché, dopo circa 45 minuti di concerto e ben 12 pezzi snocciolati, arriva sul palco Scott Kelly direttamente dai Neurosis, per le ultime sei canzoni (Scorpion Breath, Crystal Skull, Aqua Dementia, Crack the Skye, Diamond in the Witch House, Blood and Thunder), 30 minuti circa nei quali sembra di assistere ad un altro concerto, decisamente migliore. Terminato il set, la band saluta, e Brann, con un mazzo di bacchette da distribuire in mano, si prende tre minuti da entertainer, facendo praticamente un breve show da stand up comedian: se non fosse un così bravo batterista, direi che ha sbagliato mestiere. Soddisfazione quindi a metà, e un sollecito ai Mastodon per trovare urgentemente una soluzione per il canto.



So here we are at the main course of the evening: the Mastodon from Atlanta, Georgia. A large and spacious stage, visual that seems to be designed by a Robert Crumb in a fantasy trip, beautiful lights. Set list very balanced between their records (nothing from The Hunter, but even a track, Toe to Toes, from the last EP Cold Dark Place), perfect sounds that make you appreciate the fact that they are four excellent musicians, but, I must admit, a very great defect: the voices. Troy hold enough, though it's not the best, but when Brann sings, it's a catastrophe. A band of this caliber, with this success, can not afford it. I think it's time to think of a real singer. That's why, after about 45 minutes of concert and 12 tracks, Scott Kelly arrives on stage directly from Neurosis, for the last six songs (Scorpion Breath, Crystal Skull, Aqua Dementia, Crack the Skye, Diamond in the Witch House, Blood and Thunder), about 30 minutes in which it seems to attend another concert, much better. After the set, the band greets, and Brann, with a bunch of drumsticks by the hand, ready to be distributed, takes three minutes as an entertainer, practically doing a short stand-up comedian show: if he were not such a good drummer, I'd say he chosen the wrong craft. So half satisfaction, and a reminder to Mastodon to urgently find a solution for singing.

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