(500) giorni insieme - di Marc Webb (2009)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: è propio 'osì (speriamo)
Los Angeles, California. Tom è un giovane laureato in architettura che ha rinunciato alla professione, ed ha ripiegato su un impiego da creativo per modo di dire: scrive slogan da apporre su biglietti d'auguri. E' timido, ma cerca il vero amore. Educato, con una moderata voglia di divertirsi, gli piace la buona musica ed ha un paio di buoni amici, uno dei quali lavora con lui. Un bel giorno, nell'ufficio arriva la nuova segretaria del capo. Si chiama Summer (nella versione italiana Sole; prego notare la perdita del bel gioco di parole dettato dal titolo originale), non è bellissima ma Tom se ne innamora perdutamente, anche se stenta ad ammetterlo perfino a se stesso. Sempre timidamente, Tom diventa amico e dopo amante di Summer; Summer continua a ripetere che non cerca una relazione stabile, mentre Tom diventa sempre più dipendente dalla presenza della ragazza.
Con colpevole ritardo, con molta calma, una sera africana mi sono visto questo delizioso debutto sulla lunga distanza dell'esperto videoclipparo Marc Webb, prossimo regista del reboot di Spider-Man (The Amazing Spider-Man). Il film è delicato, ma non risparmia un poco di dolore ai più sensibili. Movimentato da continui rewind e flash forward lungo i 500 giorni del titolo, la regia di Webb e la sceneggiatura di Scott Neustadter e Michael H. Weber (che in seguito hanno creato la serie tv Friends with Benefits, della quale vi parlerò in seguito) prendono per mano lo spettatore, lo intrattengono con divertimento, dialoghi brillanti, delusioni, un finale aperto e pieno di speranza, non senza lanciare spunti di riflessione sul comportamento umano, quando è alle prese con il corteggiamento e il rapporto di coppia. Joseph Gordon-Levitt (Tom) è come sempre da abbracciare, Zooey Deschanel (Summer/Sole) sembra nata per la parte, Chloe Grace Moretz (Rachel, la sorella piccola di Tom, la voce della sua coscienza) beneficia, come spesso le capita, di una parte spettacolare, anche se in questo caso con minutaggio ridotto e non da protagonista. Breve apparizione per la bella Minka Kelly (Autumn, cambiato in Luna - ahimé - per la versione doppiata), la Lyla Garrity di Friday Night Lights (serie tv).
Non è certo un capolavoro, ma senza dubbio un film romantico non sdolcinato, e per niente stupido. Splendide citazioni cinematografiche disseminate lungo l'arco del lungometraggio.
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