Open - di Andre Agassi (2011)
Andre Agassi è nato il 29 aprile 1970 a Las Vegas. Questa autobiografia (scritta insieme a J. R. Moehringer, scrittore e giornalista premio Pulitzer), visto che è uscita in lingua originale nel 2009, quindi prima che Agassi compisse 40 anni, potrebbe sembrare un po' troppo "in anticipo". Eppure, posso assicurarvi che Open è proprio un bel libro. Nonostante il mantra che Agassi ripete per tutte le quasi 500 pagine del libro, "io odio il tennis", e nonostante quello che ha scritto in proposito il New York Times Books Review, "Open è uno dei più appassionati libri contro lo sport che siano mai stati scritti da un atleta", non l'ho trovato così contro il tennis. Se in caso, contro certi genitori che riflettono sui loro figli le loro frustrazioni sportive e di carriera (come Emmanuel Agassian, il padre di Andre, olimpionico di pugilato iraniano, poi trasferitosi negli USA, dove cambiò il nome in Mike Agassi, e sposò Elizabeth Dudley, la madre di Andre e dei suoi tre fratelli), obbligandoli fin da età incredibilmente basse a sforzi disumani.
Non sono un appassionato di tennis, e non lo sono mai stato, anche se in passato l'ho seguito, a sprazzi. Certo è che Agassi tennista era un gran personaggio. Oltre ad essere un personaggio, e ad aver lasciato il segno pure nel mondo del gossip (un matrimonio senza figli con Brooke Shields, un'amicizia molto stretta con Barbra Streisand, un secondo matrimonio, che dura ancora oggi, con due figli, con la campionessa di tennis tedesca Steffi Graf), è stato uno dei più grandi tennisti della storia, con alti e bassi, con stravaganze, con un carattere anche irascibile, lunatico. Il personaggio Agassi mi piaceva molto. Ma mai avrei pensato di poterlo apprezzare tanto come dopo questo libro.
Open è degno di un film. Comincia con una scena che riprende nel finale, e poi, con un lungo flashback, ci racconta la vita di Andre, tutta in funzione del tennis, naturalmente. Ma tra un incontro e un altro, tra un torneo e un altro, Agassi ci lascia entrare nella sua intimità, ci racconta i suoi problemi fisici, ma soprattutto le sue debolezze mentali, il suo bisogno di circondarsi di persone fidate, i motivi della sua generosità; ci spiega con naturalezza la rivalità con il quasi amico Pete Sampras, la nascita, lo sviluppo, la fine del suo rapporto con la Shields, il suo incontro con le droghe, il suo corteggiamento alla Graf (protagonista, insieme ad Agassi, di un finale davvero commovente e, ancora una volta, molto molto cinematografico), ma soprattutto, l'uso di parrucchini! Il libro è ben scritto, e Agassi è una fonte continua di aneddoti divertenti, ma anche amari, riflessivi, quasi filosofici. Lettura appassionante, scorrevole, e perfino gli incontri raccontati a volte nel dettaglio risultano avvincenti, e nonostante l'uso, qua e là, di termini tecnici, riescono a descrivere la bellezza del gioco.
Grande Agassi.
3 commenti:
Linus oggi ha pubblicato un post con lo stesso argomento :D
Concordo pienamente.
👍
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