Afterschool - di Antonio Campos (2010)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: un si 'apisce una sega
Robert è un adolescente alle prese con la prep-school, in pratica una scuola superiore che prepara all'Università; quella che lui frequenta è prestigiosa, situata sulla costa est degli USA, e nasconde, oltre alle classiche insidie dell'età, quella della droga. Robert, i cui genitori probabilmente sono divorziati (al telefono sente sempre e solo la madre), è piuttosto timido ed introverso, "vive" tramite internet e soprattutto youtube, dove i video più cliccati sono quelli amatoriali dove si mostrano risse o cose buffe con protagonisti bambini o animali, ed impara "l'amore" attraverso i porno. Ecco che l'approccio verso l'altro sesso è ancor più difficile. Non lo aiuta il compagno di stanza Dave, piccolo spacciatore, mai un po' di tempo per lo studio, ma ben inserito a livello di frequentazioni. Ad esempio, Dave è molto amico delle gemelle Talbert, due ragazze bionde, esili e bellissime, al massimo della popolarità, idolatrate da ogni persona della scuola, ma si guarda bene dal presentarle a Robert. Quest'ultimo, al contrario è molto attratto dalla compagna di corso Amy, ragazza che poco a poco sembra ricambiare questo interesse. Immerso nel corso di video, all'improvviso Robert si ritrova esattamente in mezzo all'evento più importante e terribile della scuola: mentre sta facendo delle riprese di un corridoio deserto, per il corso prima citato, da una porta escono le gemelle Talbert in evidente stato di overdose. Le due ragazze praticamente muoiono tra le sue braccia, senza che lui riesca a chiamare i soccorsi. Convinto che la droga venduta loro da Dave le abbia uccise, mentre il suo rapporto con Amy sta per passare alla "fase successiva", Robert ed Amy vengono incaricati di girare un video commemorativo sulle gemelle decedute, mentre la verità viene pian piano edulcorata.
Ecco un classico caso-limite. Afterschool, impressionante debutto del giovane newyorkese Antonio Campos, "mezzosangue" di origini italiane e brasiliane, è un film degno di nota, coraggioso, che parla effettivamente della realtà giovanile, ma che adotta un linguaggio e uno stile che naturalmente allontanerà parecchi spettatori. Il film, infatti, piacerà solo a chi è preparato a lunghe sequenze apparentemente senza significato, noiose, con ritmo bassissimo, immagini sfuocate, quasi amatoriali, dialoghi smorzati, biascicati, accennati, silenzi, monosillabi, inquadrature che spesso, se non sfuocano le facce, le tagliano via, montaggio spiazzante. Il risultato è ugualmente spiazzante, alla fine, ma senza dubbio "cattivo", crudo, personalmente l'ho giudicato interessante, e mi riprometto di cercare il nuovo film di Campos, Simon Killer, recente, girato a Parigi, in attesa di distribuzione. Il cast dei giovani contiene alcuni motivi di interesse. Il protagonista Robert è interpretato da Ezra Miller, che abbiamo ammirato ultimamente in ... e ora parliamo di Kevin, e trasmette un'inquietudine a tratti disturbante. Nei panni del suo compagno di stanza Dave troviamo Jeremy Allen White, che altri non è se non il Lip dello Shameless statunitense. Infine, l'inizialmente timida Amy ha le fattezze di Addison Timlin: se vi chiedete dove l'avete vista, era (anzi, è stata, dopo qualche anno rispetto a questo film) Sasha Bingham (belle tette) in Californication.
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