No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120921

dolce e selvaggia

Sweet and Wild - Jewel (2010)

Soffrendo di mancanza d'affetto, l'ho capito perfino io (ché questa è una di quelle cose che uno cerca di nascondere perfino a se stesso), tendo a cercare delle "fidanzate musicali". Ecco, tipo una quindicina d'anni fa Jewel Kilcher, in arte solo Jewel, era un po' questo. Ricordo, vi avverto, potrei avervelo già raccontato una ventina di volte, di averla vista in concerto ai tempi della sua promozione di quel gioiellino che è Pieces of You, il suo debutto del 1995, in una sera di novembre allo Zelig di Milano, insieme ad un paio di centinaia di persone tra le quali Raf. Non so se mi sono innamorato quella sera o quella dopo, ripensandoci. Poi ci siamo lasciati, sicuramente quando ho ascoltato 0304, il suo disco pop del 2003. Ma, come dice giustamente il già citato Raffaele Riefoli, "certi amori non finiscono mai", e quindi ciclicamente, anche se ultimamente sapete benissimo che sono fidanzato con Basia, mi riavvicino a lei (Jewel). Lei, nel frattempo, è diventata mediamente famosa nel Nord America, ha scritto libri, ha fatto film, è diventata perfino un personaggio televisivo, mentre io sono ancora qui che aspetto da quasi 5 anni una promozione sul lavoro. Vedete voi se la vita è giusta.
Questo Sweet and Wild, di un paio d'anni fa, seguito poi nel 2011 da The Merry Goes 'Round, è al momento l'ultimo disco con materiale originale, dato che The Merry Goes 'Round, insieme a Lullaby del 2009, sono due album diciamo "per bambini", composti da traditional, ninne nanne, e cose così. E, non starete certamente più nella pelle dalla curiosità, lo so, vi chiederete: com'è 'sto cazzo di disco? E' buono, in realtà, anche se ormai sono passati i tempi delle ballate intimiste chitarra acustica e voce, per lasciare spazio ad un country-pop degno (come se fosse) della zia di Taylor Swift (a proposito, non sto più nella pelle io, ché sta per uscire il suo nuovo disco). Certo, la voce è sempre da usignolo, strepitosa in alcuni passaggi (I Love You Forever, per dirne una). Il songwriting è convenzionale, ma sicuramente le appartiene; e, ogni tanto, riesce ancora a rapire il cuore di un ragazzo: Fading, What You Are, Bad As It Gets, ed infine la bellissima e struggente Satisfied, possono davvero farti piangere.
Come dite? Volete parlare della copertina? No, davvero, lasciamo perdere. Ascoltate Satisfied, che è meglio.

2 commenti:

Dantès ha detto...

quando ho letto il nome Basia ho subito pensato a Basia Trzetrzelewska. sto invecchiando...

jumbolo ha detto...

eh a chi lo dici :)