No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120913

Oswald State Correctional Facility

Oz - di Tom Fontana - 6 stagioni (56 episodi; HBO) - 1997/2003

Negli USA, in un luogo imprecisato, c'è Oz. Che non è altro che una prigione, di massima sicurezza per giunta; Oz, infatti, è il diminutivo, usato sia dai carcerati che dai secondini, dai dirigenti e dai dipendenti, di Oswald, prima Oswald State Penitentiary, poi Oswald State Correctional Facility, maximum-security prison level 4. La prigione consta di diversi bracci, tra cui naturalmente pure quello della morte, e le eventuali condanne capitali vengono in un primo momento effettuate facendo scegliere il metodo al condannato (in seguito le scelte verranno ristrette). Il direttore del penitenziario, che dipende direttamente dal  viscido Governatore Devlin, è Leo Glynn, anni prima guardia carceraria proprio nella stessa prigione. Uno dei suoi collaboratori principali è Tim McManus, un idealista che crede fermamente nel potere riabilitativo della detenzione; McManus dirige il braccio chiamato Emerald City (sempre per rimanere in tema Il mago di Oz), che nella versione italiana è diventato Il Paradiso. In questo braccio sperimentale, fortemente voluto dal succitato McManus, le celle non hanno sbarre, ma vetri, e per questo sono chiamate acquari. La "popolazione" è fortemente controllata, quasi tutti lavorano, e sono praticamente divisi in gruppi etnici: latinos, italiani, afroamericani, gay, irlandesi, musulmani, ariani, motociclisti, e gli altri. Augustus Hill, un giovane afroamericano (non "affiliato") finito su una sedia a rotelle proprio al momento del suo arresto, è la guida, il cantastorie: introduce, sottolinea, punteggia e chiosa ogni episodio, rivelando il tema per mezzo di statistiche e citazioni. Tobias Beecher è il punto di vista forse più "normale": un ex brillante avvocato, che per un problema di alcool travolge e uccide una bambina, e viene incarcerato proprio ad Oz. Seguiremo il suo percorso, così come quello di molti altri prigionieri: Miguel Alvarez è un giovane latino restio ad affiliarsi al suo gruppo, Simon Adebisi è un gigantesco afroamericano assetato di potere, Vernon Schillinger è il capo della fratellanza ariana ad Oz (e prenderà sotto la sua "ala" Beecher), Kareem Said è l'imam della comunità musulmana, Ryan O'Reily è l'irlandese manipolatore. Oltre ai prigionieri, ci sono alcuni personaggi di rilievo che lavorano come dipendenti o volontari ad Oz. Sorella Peter Marie è una suora psicologa che manda avanti un consultorio ed organizza riunioni cicliche per i tossicodipendenti (e all'occorrenza per altre problematiche), la dottoressa Nathan è a capo dell'infermeria, padre Mukada è il cappellano cattolico della prigione. La vita ad Oz è davvero dura, e questa serie ce la mostra, per così dire, senza veli.

E' innegabile, ed ormai appurato, che le serie televisive sono la nuova frontiera dell'arte visuale: ormai il cinema è robetta. C'è da capire in quale momento il vento sia girato. Molti pensano a The Sopranos come spartiacque, ma ci si dimentica molto spesso di Oz, che è partito due anni prima, probabilmente perché in Italia è stato fatto vedere solo dopo otto anni (nel 2005), e nemmeno in maniera completa (le ultime due stagioni sono ancora oggi inedite nel nostro paese).
Detto questo, Tom Fontana dev'essere un bel tipetto. Sessantenne di Buffalo, New York, scrittore anche di teatro, ha avuto fortune alterne con le serie tv, ma questa l'ha davvero indovinata. La tematica, le scelte di regia e di narrazione, lo stile aggressivo che mostra praticamente tutto (sesso, sodomia, pestaggi e nudi frontali maschili sono all'ordine del giorno), fanno di Oz un vero punto di rottura con tutto ciò che c'era prima, rispetto a tutto quello che è venuto dopo (e di HBO LA rete). Alcune trovate (il Macbeth, il varietà) sono poi superlative. Cast infinito, con molti volti che abbiamo rivisto soprattutto in altre serie tv che ci sono piaciute: Edie Falco (Diane Whittlesey), Lauren Vélez (la dottoressa Nathan), Zeljko Ivanek (il Governatore), J.K. Simmons (Schillinger), Mark Margolis (Antonio Nappa), Christopher Meloni (Keller), Jon Seda (Ortolani), David Zayas (Morales). Grandi apparizioni di facce note: Luke Perry (il reverendo Cloutier), Tony Musante (Nino Schibetta), LL Cool J (Walker), Luis Guzmàn (Hernandez), Rick Fox (Vahue), Tom Atkins (sindaco Loewen); eccezionale cameo di Bobby Cannavale nella sesta stagione, proprio verso la fine, nei panni di Torquemada. Bravi bravissimi i protagonisti Kirk Acevedo (Alvarez), Adewale Akinnuoye-Agbaje (Adebisi), Terry Kinney (McManus), Dean Winters (O'Reily), Eamonn Walker (Kareem Said), eccezionali le prove di Lee Tergesen nei panni di Beecher, e di Harold Perrineau Jr in quelli di Augustus Hill.
Se ve lo siete perso all'epoca, probabilmente perché ancora non c'era il sentore del "sorpasso" della tv sul cinema, fate come me: recuperatelo.

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