No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120903

le fuggitive

The Runaways - di Floria Sigismondi (2010)


Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: precur...come cazzo di dice ar femminile?
PS: precorritrici

E' il 1975; nella San Fernando Valley, due ragazzine poco più che quindicenni sognano un futuro da star. Joan Larkin, famiglia assente, è già una discreta chitarrista, con uno spiccato talento musicale, e un'identità sessuale ancora in bilico. Cherie Currie è una timida ragazzina che idolatra David Bowie, tanto da esibirsi al talent show della sua scuola truccata, acconciata e abbigliata come lui, cantando in playback Lady Grinning Soul. L'idea, rivoluzionaria a quel tempo, di Joan, è di mettere in piedi una rock band interamente femminile. Riesce ad incontrare, in un club, il già leggendario Kim Fowley, produttore visionario, manager rock, scopritore di talenti e pure songwriter. Gli parla di questa sua idea, e Kim ne è entusiasta. Le presenta Sandy, una giovane batterista. Le due cominciano a provare insieme (in un furgone), diventano amiche. Fowley, dopo aver reclutato altre due ragazze, una alla chitarra solista, Lita, e Robin (nome fittizio, dato che la vera bassista originale, Jackie Fox, ha rifiutato il permesso per l'uso del suo nome) al basso, decide di ponderare bene la scelta della cantante. Deve essere qualcosa di forte, conturbante, malizioso. Una bionda, un po' Brigitte Bardot, ancor più glamour. Mentre è insieme a Joan in un club della zona, nota Cherie: è lei quella giusta. Qualche prova, e poi si passa alla scrittura dei primi pezzi, principalmente sempre a cura di Joan e Kim. Cominciano i primi piccoli tour, la vita on the road, il primo contratto con una grande casa discografica, i tour all'estero, i dischi. Le gelosie, le droghe, la notorietà. Non sarà facile tenere insieme tutto quanto.

Tratto dal libro di Cherie Currie Neon Angel: The Cherie Currie Story (pubblicato nel 1989 e ripubblicato con il titolo di Neon Angel: A Memoir of a Runaway nel 2010 con l'aggiunta di dettagli "piccanti"), The Runaways è il debutto sul lungometraggio della regista pescarese naturalizzata canadese (si trasferì lì all'età di due anni) Floria Sigismondi, regista di videoclip e spot (suo il video di The Beautiful People di Marilyn Manson, e l'introduzione di freaks nei suoi lavori) famosi. Il film è utile alla ricostruzione della storia della band che ha segnato un passaggio importante nel rock, è abbastanza "quadrato" (senza particolari stranezze, che era lecito aspettarsi dalla Sigismondi) e lineare, colorato e drammatico quanto basta, soprattutto si avvale di recitazioni interessanti da parte di quelli che possiamo individuare come i tre protagonisti.
Il geniale Kim Fowley è interpretato da quella faccia da psicopatico in libera uscita di Michael Shannon: già la sua presenza basterebbe a giustificare la visione del film. Joan Jett è un'ottima, come sempre, Kristen Stewart, particolarmente a suo agio in questo tipo di parti, secondo me, più che in robe fighette tipo Twilight. Infine, Cherie Currie è la (direi) rediviva Dakota Fanning, un po' in ombra negli ultimissimi anni, addirittura oscurata dalla sorella minore Elle; qui dimostra di avere la recitazione ancora nelle sue corde.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pare che la Jett sia stata durissima con la Steward perche' non era convinta della sua interpretazione. Peccato, sta roba da star me l'ha resa un pochino antipatica.

Anna dai capelli Rossi

jumbolo ha detto...

non lo sapevo, e adesso che lo so son d'accordo con te!