Like Crazy - di Drake Doremus (2011)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: becchi e contenti?
Los Angeles, California. L.A. University. Jacob è un "locale", con la passione della falegnameria, già costruisce mobili artigianali, e sta studiando, appunto, all'università. Anna è una studentessa "di scambio", londinese, con visto di soggiorno in scadenza non appena terminerà gli studi. Si vedono, si conoscono, si innamorano. Ma non di un amore lieve, passeggero, stagionale: il loro è un amore folle, forte, tenace, forse quello vero, profondo. Forse per la vita. Ma, alla fine della scuola, c'è da pensare al fatto che Anna deve tornare in Inghilterra. Ci pensano e ci ripensano, si preparano al momento doloroso, escludono il matrimonio data l'ancor giovane età, i progetti di vita, vogliono prendersi ancora un po' di tempo. Ma, quando si arriva al dunque, Anna decide di violare la legge, e di non ripartire. I due sono felicissimi, e si godono ancora un po' di tempo insieme. Poi, Anna torna a casa, in visita. E dopo qualche tempo torna negli USA. O meglio, ci prova, perché quando arriva a passare i controlli all'aeroporto di Los Angeles, la violazione precedente viene notata, e la ragazza viene rimandata indietro con il divieto di ingresso negli Stati Uniti. Le pratiche per cancellare il "ban" sono lunghe e complesse, per cui, nell'attesa, Jacob ed Anna si devono adeguare alla nuova situazione che li vede innamorati ma separati da un oceano. Il tempo passa, la vita scorre, altre cose accadono, si conoscono persone nuove...
Non è certo un film trascendentale, questo inedito Like Crazy. Ma c'è da dire che chi, come ad esempio chi vi scrive, ha un debole per le storie d'amore, può essere dapprima incuriosito, e durante la visione può addirittura essere soddisfatto, sia pure in un modo masochistico, dal (ben) quarto lungometraggio del giovane (meno di 30 anni) regista di Orange, California. Masochistico perché in un amore così, ci deve essere per forza una componente che spinge a farsi del male per conto proprio. Ma si sa, così è spesso la vita.
Tocco lieve, telecamera che si disimpegna discretamente, film fatto dai due attori protagonisti, giovani ma che reggono piuttosto bene. Lui, Jacob, è Anton Yelchin, oggi 23enne, nato a Leningrado ma emigrato negli USA all'età di sei mesi, debutta a 11 anni con E.R., tanta tv e ultimamente lo abbiamo visto con Mel Gibson in Mr. Beaver, e con Colin Farrell in Fright Night. Lei, Anna, è Felicity Jones, deliziosa 29enne inglese di Birmingham con molta tv alle spalle pure lei, vista in Page Eight e in Hysteria (era la sorella di Maggie Gyllenhaal). Entrambi con l'espressione contrita per tutta la seconda parte del film, ma del resto è quello che gli chiedeva il regista. C'è pure la già leggendaria Jennifer Lawrence (candidata all'Oscar per il film precedente, Un gelido inverno, e fidanzata con Yelchin in Mr. Beaver, curiosamente), nella parte di Sam, il terzo (o quarto) incomodo.
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