Nuvole di maggio - di Nuri Bilge Ceylan (2003)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: pallosetto
Muzaffer, un giovane regista turco che lavora ad Istanbul, torna al paese d'origine (Yenice, nella provincia di Canakkale) per girare un film con un cast di locali, parenti e amici. Trova i genitori un po' invecchiati, ma col solito piglio e le solite manie: la madre si lamenta di piccoli problemi di salute, il padre, testardo, è in lotta col governo centrale che non gli vuole riconoscere la proprietà, via usufrutto, del pezzo di terra con annesso boschetto, che lui coltiva e cura da tempo immemorabile. Il cugino Saffet lascia il lavoro illudendosi che Muzaffer gliene trovi uno ad Istanbul, mentre un altro cugino, il piccolo Ali, è impegnatissimo a portare in tasca per 40 giorni un uovo, per dimostrare alla madre di Muzaffer che è in grado di gestire se stesso, e soprattutto per ricevere in regalo da lei un orologio "musicale" che desidera più di ogni altra cosa. Muzaffer, aiutato da Saffet, comincia i casting.
Espansione del primo cortometraggio Koza, il regista turco già al secondo lungometraggio dimostra al tempo stesso realismo (utilizzando ancora una volta, così come in Koza ma anche in Kasaba, primo film; proseguirà praticando questo vezzo anche in seguito), ambizione (maneggiando il meta-cinema, girando un film su un regista che sta girando un film) e idee. La sua poetica, spesso ispirata, almeno così salta agli occhi, ai grandi maestri del cinema iraniano, è comunque personale. Cineasta sicuramente di non facile fruizione, usa uno stile pesante, fatto di azioni lente, di camera fissa e inquadrature reiterate, ma fa capire il suo potenziale anche a colpi di umorismo ed ironia. Il distacco dalla provincia, la realtà rurale turca, la saggezza dei vecchi, la ripetitività della vita, i ritmi reali, la recitazione il più possibile naturale, sono i suoi temi di sempre. Regista estremamente low budget, si rivelerà un artista da seguire, non certo da grandi successi al botteghino, ma amato dagli appassionati. Nei primi piani delle facce del padre e della madre, Emin e Fatma Ceylan, c'è la ragione per seguirlo ed il senso del suo cinema.
Film del 1999, in Italia è andato in onda direttamente in televisione nel 2003.
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