No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120910

il Faust

Faust - di Alexandr Sokurov (2011)


Giudizio sintetico: si può vedere (preparati) (2,5/5)
Giudizio vernacolare: zzzzzzzzzzzzzzzzzz

Nella Germania sette-ottocentesca, Heinrich Faust è uno scienziato ma anche una sorta di filosofo. Alla ricerca del senso dell'esistenza, disseziona cadaveri alla ricerca del posizionamento dell'anima. In realtà, è senza un soldo, e questa cosa lo cruccia, oltre che a fargli dolere lo stomaco. Sepolto nel suo studio sporco e polveroso, il problema si fa sempre più pressante, e si sa, con la fame si filosofeggia pochino. Ecco comparire un prestasoldi, che in breve diventa il suo migliore amico nonché consigliere. Mauricius, questo il suo nome, è un essere strano, deforme, ma convinto di essere una sorta di superuomo. Il prestasoldi gli rivela nuovi orizzonti, e tra questi c'è la bella, giovane, innocente Margarete: Faust la vede, se ne invaghisce, ne diviene ossessionato. Alla ricerca di qualcosa di più sul suo conto, Faust arriva ad uccidere accidentalmente (forse) suo fratello, in una rissa dentro una taverna. Ormai vicino a lei, non resiste, deve averla: Mauricius gli rivela che la può avere. In cambio, Faust deve cedergli nientemeno che la sua anima. Faust accetta, e il prestasoldi richiede un contratto scritto e firmato col sangue.

Presentato alla stampa come l'ultimo capitolo della tetralogia formata da Moloch, Toro e Il Sole, Faust, ispirato al (capo)lavoro di Goethe ma scritto dallo stesso Sokurov e dai due suoi collaboratori Marina Koreneva e Yuri Arabov, è un classico film d'autore, di quelli che spesso fanno domandare allo spettatore comune, alla fine della visione e dopo averne letto lodi sperticate da parte della critica: "ma non è che ho visto un altro film?". Io, che alla fine un po' come tutti gli italiani, sono di atteggiamento democristiano, verso il cinema, provo quantomeno a capire. Faust è una sorta di viaggio intellettuale, probabilmente anche un po' spocchioso, nel senso della vita. Il cammino verso la conoscenza trova ostacoli nella lussuria, o qualcosa del genere. La sete di potere porta alla dannazione eterna. Sokurov ci mette due ore e venti minuti a dire tutto questo, con una fotografia tutta tendente al verde marcio, tanto che in alcune scene sembra quasi di sentire il tanfo, e una messa in scena piuttosto teatrale, con scenografie tetre, e abbastanza povere.
Bravi bravissimi i tre protagonisti: Johannes Zeiler (tedesco) è Faust, Anton Adasinsky (mimo e clown russo) è il prestasoldi, Isolda Dychauk (anche lei russa, è Lucrezia Borgia nei Borgia di Tom Fontana) è Margarete. Film pesantissimo e davvero difficile da intendere.

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