No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20181210

Ra

Amenra + Toner Low + Hemelbestormer + Soul Grip, Gebr. de Nobel, Leiden NL, 20 ottobre 2018

Dopo aver fatto il turista al mattino, ed essermi ben riposato nel pomeriggio, eccomi pronto e in perfetto orario per la seconda parte della Amenra Experience, come l'ha chiamata un collega belga, con il quale ogni tanto parliamo di musica, e che ha promesso che mi presenterà personalmente Melanie De Biasio (perché è sua amica, e perché si è stupito che la conoscessi musicalmente). Arrivo al Gebr. de Nobel, e al guardaroba mi consigliano, visto che ho anche una borsa, di usare gli stipetti al primo piano, che sono gratuiti come il guardaroba stesso. Dopo essere ricorso all'aiuto di una delle guardarobiere, causa la mia incapacità di chiudere lo stipetto, vago per qualche minuti alla ricerca della sala. La trovo, spendo i token che mi rimangono in una bibita, e mi piazzo strategicamente, per avere un minimo di appoggio per la schiena. Illuminante il passaggio musicale diffuso dagli altoparlanti: ad un certo punto, una dietro l'altra, Emma Ruth Rundle, Zola Jesus e Anna von Hausswolff: come dice giustamente l'amico e intenditore Beach, "chi si somiglia si piglia". Quello che non ho capito, e che capirò solo al momento di scrivere questo resoconto, è che il locale ha due sale (come molti locali fuori dall'Italia, eppure dovrei averlo imparato), e quindi due delle quattro band previste stasera me le perdo, dato che suonano nella sala piccola: Hemelbestormer e Soul Grip, entrambe belghe. Nella sala grande, in perfetto orario ci sono i Toner Low, terzetto olandese che rispecchia perfettamente il proprio nome, con uno stoner-doom dai toni decisamente bassi, ma dopo un po' anche basta. Mentre mi chiedo che fine abbiano fatto le altre due band, arrivano le 21,45, ed ecco che sul palco entrano dapprima Colin (voce) e Bjorn (batteria), e cominciano a percuotere degli strumenti metallici, con ritmica precisione e lentezza esasperante. Il resto della band entra sul palco e si prepara alla partenza, mentre è impossibile non pensare al rumore dei chiodi sulla croce. Naturalmente, chi fa già parte della Chiesa di Ra, avrà capito che si parte con Boden - Spijt. Siamo catapultati, tutti i presenti, in un mondo parallelo, irreale ma presente, da qualche parte nel profondo di ognuno, dove il dolore la fa da padrone, e viene dosato abilmente dai cinque fiamminghi, alternandolo a momenti di quiete. I visual, ma soprattutto le luci bianchissime, che esplodono esattamente nei momenti nei quali la band "apre il fuoco" musicale, investono gli spettatori insieme al muro di suono che gli Amenra riescono a costruire tutti insieme. E' doveroso citare la recensione di Zware Metalen, quella che mi ha permesso di capire che il locale ha due palchi, anche perché ha dei passaggi che descrivono molto meglio di quanto posso fare io, quello che può essere un concerto degli Amenra: "La band fa male, ma è un bel dolore", e via con altre bellissime descrizioni. E' esattamente la verità. Del resto, come lo stesso Colin dice delle storie che racconta, insieme alla sua band: "quel momento in cui sei in ginocchio, e fai domande che non hanno risposta". Se vi interessasse la scaletta la trovate qui, ma quello che è importante che sappiate, è che un concerto degli Amenra è realmente un'esperienza. Ancora Zware Metalen: "una sensazione che non è necessariamente piacevole, ma che crea dipendenza, e che come la malinconia, può essere bellissima". Nient'altro da aggiungere.



On the stage first Colin (voice) and Bjorn (drums) enter, and start to beat metal instruments, with rhythmic precision and exasperating slowness. The rest of the band enters the stage and prepares for the start, while it is impossible not to think about the noise of the nails on the cross. Naturally, whoever is already part of the Church of Ra, will have understood that it starts with Boden. We are catapulted, all the present, in a parallel world, unreal but present, somewhere in the depths of everyone, where pain is the master, and is skillfully dosed by the five Flemish, alternating with moments of quiet. The visuals, but above all the white lights, which explode exactly in the moments in which the band "opens the fire" music, invest the spectators together with the wall of sound that the Amenra can build together. It's right to mention the review by Zware Metalen, the one that allowed me to understand that the venue have two stages, also because it has steps that describe much better than I can, what can be a concert of Amenra: "the band hurts, but it's a nice pain", and go on with other beautiful descriptions. It is exactly the truth. After all, as Colin himself tells of the stories he sings, together with his band: "that moment when you're on your knees, and you ask questions that have no answer". If you are interested in the setlist you can find it here, but what is important for you to know is that an Amenra concert is really an experience. Still Zware Metalen: "a feeling that is not necessarily pleasant, but that is addictive, and that like melancholy, can be beautiful". Nothing else to add.

Nessun commento: