No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20181213

ERR

Emma Ruth Rundle + Celeste + Jaye Jayle, L'Aéronef, Lille FR, 6 ottobre 2018

Non è passato neppure un anno, da quando mi sono fatto la strada da casa mia alla capitale della Slovenia, per vederla in concerto. Anche stavolta il suo tour promozionale, in occasione del nuovissimo e bellissimo On Dark Horses, lascia fuori l'Italia, e io avevo già deciso di venire fino a questa città francese, vicinissima al confine col Belgio fiammingo, giusto perché il volo Ryanair da Pisa a Charleroi, e la data di sabato a Lille, mi avrebbe permesso di sbrigare il tutto in un weekend. Per mia fortuna, la settimana prossima devo lavorare a Bruxelles, per cui la congiunzione è praticamente perfetta. L'Aéronef è situato al secondo piano della costruzione che ospita il centro commerciale Eurolille, e vi assicuro che non è stato facile capirlo. Per fortuna, ho un anticipo enorme, per cui arrivo al locale quando c'è pochissima gente, mi prendo un birra e attendo. Cominciano i Jaye Jayle, e c'è da dire che da quando è palese che il leader Evan è l'uomo di Emma, mi piacciono meno. La gelosia è proprio una brutta bestia. Mentre si esibiscono, noto proprio Emma al banco del merchandise, e la fermo scusandomi, facendo una battuta sulla mancanza di sue date italiane, e sul fatto che l'amico che me l'ha fatta conoscere andrà a vederla a Lisbona la settimana prossima. Quest'ultima cosa le fa piacere, ma la battuta "thank you for not to come in Italy ever" non la prende benissimo, e cerco di spiegare che era, appunto, una battuta. Dopo i Jaye Jayle ci sono i francesi (di Lione) Celeste, che sciorinano uno sludge/black metal di buonissima fattura, anche se il contrasto tra la prima band e loro è stridente. Ma a Emma si perdona tutto, e, a parte gli scherzi, questa è una delle cose che la contraddistingue: il suo pubblico è in buona parte formato da persone che amano il metal, eppure lei non è precisamente metal.
Ma, alla fine, quando sale sul palco, non ci interessa più niente. Ci interessa solo lei, e nel momento in cui attacca Dead Set Eyes tutto il resto scompare, comprese le t-shirt bruttine del merchandise. I pezzi del nuovo disco ci sono tutti escluso You Don't Have to Cry, ci sono versioni nuovamente arrangiate di Protection, Marked for Death e Heaven, il pubblico (qualcosa più di 100 unità), anche quello più distratto, viene catturato, ERR ringrazia con voce timida, anche in francese, e un'ora abbondante passa troppo velocemente. Fino a che Emma torna sul palco da sola, regalandoci un'ennesima, sofferta, ogni volta diversa e ogni volta ugualmente bellissima, versione di Shadows of My Name. Non vorrei esagerare, ma le canzoni di questa artista mi ricordano cosa vuol dire amare. Anche stavolta, ne è valsa totalmente la pena.


The moment she attacks Dead Set Eyes, everything else disappears, including the ugly merchandise t-shirts. The tracks of the new record are all here, excluded You Don't Have to Cry, there are again newly arranged versions of Protection, Marked for Death and Heaven, the audience (something more than 100 units), even the most distracted one, is captured, ERR thanks with a shy voice, even in French, and an abundant hour passes too quickly. Until Emma back on stage alone, giving us yet another, painful, every time different and each time equally beautiful, version of Shadows of My Name. I would not exaggerate, but the songs of this artist remind me of what does love means. Once again, it was totally worth it.

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