No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20190312

Maestà

Madrugada + Great News, Spektrum, Oslo N, 2 febbraio 2019

E così, sono qui, il 2 di febbraio ad Oslo, Norvegia, per assistere al secondo concerto, per due sere di seguito sold out, di riunione dei leggendari norvegesi Madrugada, una band fantastica fattami conoscere da una persona che non finirò mai di ringraziare anche per questo. La location è l'Oslo Spektrum, che può ospitare fino a 10mila spettatori, e le serate sono esaurite entrambe: ancora non ci credo che sono riuscito a trovare il biglietto. Ma sono qui, in platea, a ridosso del pit (una mania che ormai pare esistere ad ogni concerto), fin dall'apertura delle porte, e purtroppo, prima dell'inizio, mi ritrovo a sopportare circa tre quarti d'ora dei Great News, una band di giovani norvegesi che veste in modo osceno, e fa musica in maniera quasi altrettanto oscena. Resisto, conscio che la ricompensa sta per arrivare, e sarà quasi sicuramente molto alta. 
8.30 PM: eccoli. Si comincia con Vocal, e non poteva essere altrimenti: primo pezzo del loro primo disco, disco che dà il titolo a queste due date e che diventerà il titolo del tour europeo che seguirà (Industrial Silence), disco che compie 20 anni nel 2019. Brividi forti, pubblico che riempie lo Spektrum e che completa lo splendido colpo d'occhio, pubblico attento e partecipe, anche se alla loro maniera (anche in platea si sta larghissimi, per dire). Si prosegue con Belladonna, poi Higher e Sirens. Innegabile che i Madrugada mettano il blues al primo posto. Si va avanti con Shine. Mi lascio andare, l'emozione prende il sopravvento, e mentre balbetto insieme a Sivert "Oh well, hunny you, tonight/I'm here, tonight/Oh no, fall like a star/Oh in time, you and I, we'll shine", piango, in maniera discreta, senza farmene accorgere, ma piango. Come quando ero più giovane, quando ancora mi emozionavo ai concerti. Piango, sulle note di un pezzo che forse non è il loro più bello, ma che forse mi fa pensare alle persone che ho amato. Forse. Ma piango. This Old House, l'indimenticabile Strange Colour Blue, Salt, Norwegian Hammerworks Corp. con la quale si aumentano i ritmi e i visual si fanno decisivi, Beautyproof, Quite Emotional (mamma mia), Terraplane (blues allo stato quasi puro), Electric (anche questa è di quelle che mi farebbero venir voglia di scarnificarmi). Tutto Industrial Silence è stato eseguito. Diamine, questi si che sanno scrivere le canzoni. Ma che voce c'ha Hoyem? Niente, non mi danno il tempo di riflettere, siamo agli encore. Si riprende con Black Mambo, ed è forse qui che mi accorgo che c'è anche un quartetto d'archi (ma posso sbagliarmi, forse era su un'altra canzone). Hands Up I Love You, Only When You're Gone, quindi un trittico, veramente dark, dal secondo The Nightly Disease. Però. Succede qualcosa: arriva sul palco Ane Brun, per eseguire insieme alla band, Lift Me, il singolo del 2005, composto per il disco della stessa Brun Duets. Applausoni per tutti, giocano in casa. Si riprende con What's On Your Mind (dall'ultimo Madrugada, 2008, pubblicato dopo la morte del chitarrista Robert Buras), e finalmente, ecco LA canzone. Da Grit (2002), eccola: Majesty. Non poteva proprio mancare, e la versione le rende giustizia. Meravigliosa. Ancora qualche cartuccia, del resto fin dall'inizio ho notato delle reti attaccate al soffitto dello Spektrum contenenti palloncini colorati: The Kids Are on High Street dà il via alla festa, infatti. Che pezzo anche questo. Pioggia di palloncini, anche di taglie importanti, con uno che finisce per importunare il bassista Frode Jacobsen, rimbalzando dal pubblico al palco, durante l'ultima canzone, che è Valley of Deception (sulla quale arrivano anche i coriandoli, del resto, è una festa). Altra bellissima canzone, semplice ma sentita ed efficace, che chiude due ore tonde di un concerto che segna una rinascita, un tour celebrativo (tornerò a vederli in una delle tre date italiane), e chissà che altro. Sono davvero felice di aver fatto questa ulteriore follia, anche se appunto, ci saranno delle date italiane, ne è valsa la pena. La band saluta, la folla applaude. Giusto così. Si esce camminando nella neve. Grazie Madrugada.



8.30pm: here they are. It starts with Vocal, and it could not be otherwise: first track of their first album, an album that gives the title for these dates and that will become the title of the European tour that will follow, record that turns 20 in 2019. Strong chills, public that fills the Spektrum and completes the beauty, attentive audience and participant, even if in their way (quite cold). It continues with Belladonna, then Higher and Sirens. Undeniable that Madrugada put the blues in first place. It goes on with Shine, and I let myself go. While I whisper, with Sivert "Oh well, hunny you, tonight/I'm here, tonight/Oh no, fall like a star/Oh in time, you and I, we'll shine", I cry, discreetly, without let the others know, but I cry. Like when I was younger, when I still got excited at the concerts. I cry, on the notes of a track that perhaps is not their most beautiful, but that perhaps makes me think of the people I loved. Maybe. But I cry. This Old House, the unforgettable Strange Colour Blue, Salt, Norwegian Hammerworks Corp. with which the visuals are relevant, Beautyproof, Quite Emotional (oh my!), Terraplane (blues almost pure), Electric (also this song it is one of those that make me want to scarnify myself). All Industrial Silence has been performed. Heck, these are able to write the songs. And what a voice Hoyem! Nothing, they do not give me time to reflect, we are at the encore. It resumes with Black Mambo, and is perhaps the one when I notice that there is also a string quartet (but I can be wrong, maybe it was on another song). Hands Up I Love You, Only When You're Gone, then a triptych, really dark, from the second The Nightly Disease. However. Something happens: Ane Brun arrives on stage, to perform together with the band, Lift Me, the 2005 single, composed for Brun's Duets album. Applause for everyone, they play at home. It resumes with What's On Your Mind (from the last Madrugada, 2008, published after the death of the guitarist Robert Buras), and finally, here is the song. From Grit (2002), here it is: Majesty. It could not be missing, and the version renders it justice. Wonderful. Some other more shot are remaining, I noticed some nets attached to the ceiling of the Spektrum containing colored balloons: The Kids Are on High Street starts the party, in fact. What a track this too. Rain of balloons, also of important sizes, with one that ends up disturbing bassist Frode Jacobsen, bouncing from the audience to the stage, during the last song, which is Valley of Deception (on which also it comes confetti, remember, it's a party). Another beautiful song, simple but heartfelt and effective, a celebratory tour, who knows what else. I'm really happy to have had this experience, even if indeed, there will be Italian dates, it was worth it to come until up here. The band greets, the crowd applauds. That's right. We go out walking in the snow. Thanks Madrugada.

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