Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Sono passati vent'anni da quando la classe di Anna Odell ha terminato le scuole elementari ed è giunto il momento di riunirsi. Non tutti però sono invitati. Anna Odell è l'unica della classe a non essere stata invitata. È stata lei a essere ostracizzata e vittima di bullismo da parte dei suoi compagni di classe per nove anni. Realizza un cortometraggio sotto forma di progetto in cui ricrea l'incontro di classe e cosa sarebbe potuto succedere se fosse stata invitata. Poi vuole mostrare il film ai suoi compagni di classe e li invita, uno a uno o due a due, a guardarlo e a discuterne con lei il contenuto. Non è una vittima del bullismo che cerca vendetta, ma un'artista che vuole illuminare e concretizzare i fenomeni che avvengono tra le persone in cui si verifica il bullismo. Identifica i bulli attivi e quelli passivi che partecipano in silenzio e non fanno nulla riguardo a ciò che sta accadendo.
Come avrete notato, la regista svedese ci ha messo letteralmente la faccia e il nome. Vi consiglio di tenerla d'occhio anche per il futuro, perché questa sorta di Festen psicologicamente avanzato ha il suo perché, tra la denuncia e l'indagine sociale. Non per tutti, ma quelli che si faranno conquistare avranno una ricompensa mentale.
As you may have noticed, the Swedish director literally put her face and name into it. I advise you to keep an eye on her in the future too, because this sort of psychologically advanced Festen has its own why, between denunciation and social investigation. Not for everyone, but those who are won over will have a mental reward.
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