Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
In un hotel affacciato sul Mekong, a Nong Khai, al confine tra Thailandia e Laos, il regista Apichatpong Weerasethakul e il suo team stanno lavorando a un film intitolato Ecstasy Garden. Tra documentario e finzione, assistiamo alle prove del film che racconta l'incontro sulla terrazza di un hotel sulle rive del fiume Mekong tra Phon, una giovane ragazza, e Tong, un ragazzino. La giovane viene a sapere dell'esistenza di un "pob", un fantasma cannibale, e che sua madre, zia Jen, è una di loro. Il rapporto con entrambi i genitori cambierà gradualmente.
A voler essere cattivi, c'è un netto miglioramento con questo film del regista thailandese: dura meno di un'ora. Scherzi a parte, storia che evidentemente, io, per niente asiatico e poco propenso a sospendere l'incredulità, non ho digerito, nonostante l'innegabile fascino selvaggio dello scenario.
If I wanted to be mean, I could say that there is a clear improvement with this film by the Thai director: it lasts less than an hour. Jokes aside, a story that evidently, I, not at all Asian and not inclined to suspend disbelief, have not digested, despite the undeniable wild charm of the scenario.
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