Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Keng è un soldato assegnato a un incarico in una piccola città nella Thailandia rurale. Il compito principale della truppa è indagare sulla misteriosa uccisione di bestiame nelle fattorie locali. Un giorno, mentre è sul campo, Keng incontra brevemente un abitante del villaggio di nome Tong. Più tardi, Keng vede Tong viaggiare su un camion, parlano ancora un po' e presto tra loro si sviluppa un'amicizia romantica.
Un soldato viene mandato da solo nel bosco per uccidere lo spirito di uno sciamano tigre. Segue le sue impronte e aspetta vicino a un albero quando fa buio. Quando si sveglia la mattina dopo, si ritrova faccia a faccia con lo sciamano in forma umana. Lo insegue e lo combatte, ma perde i sensi e viene spinto giù da un ripido pendio.
Ennesimo film (il quarto) del regista thailandese, che da una parte ricevette un premio (Premio della Giuria a Cannes nel 2004), dall'altra fu contestato (alla proiezione di Cannes molti se ne andarono, altri gridarano sonori "buu"). La verità, come sempre, sta nel mezzo: le intenzioni sono buone, ma lo svolgimento è estenuante.
Yet another film (the fourth) by the Thai director, which on the one hand received an award (Jury Prize at Cannes in 2004), on the other it was contested (many left at the Cannes screening, others shouted loudly "boo"). The truth, as always, lies in the middle: the intentions are good, but the execution is exhausting.
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