Soffiata dal vento, verso la storia, come è bella la città senza macchine, posso correre, camminare o urlare e so che nessuno mi sentirà o mi vedrà, accelero fino al tunnel ed è deserto, sessoamoreepastorizia, calore ancora è questo che cerco, confidenza, confusione, conforto e schiavitù, aspetta almeno un minuto, calcio il pallone così forte da far volare il portiere nel cercar di parare il tiro che è destinato ad entrare nonostante l’energia spesa per fargli smettere la corsa,
taxi e sai cosa succede in città, vedi tutto ciò che succede, sono morti i miracoli e chi mai prenderà il loro posto? Gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili, e lei era ancora nel bagno, è uscita solo con il viso, il corpo era ancora nell’accappatoio, per salutarmi e mi ha sorriso e io ho brillantemente giocato, poi un bacio, che io preferisco di lunga a due, e di gran gran lunga a tre, che anzi detesto, in città ci si può anche sentire soli perché non si appartiene a nessuno e a niente,
newyorkdinotte è pura e viva, questa è la mia soffiata.
Silenzio.
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