dopo l’Iraq e Katrina, pensavo che avreste capito, ma vedo che è ora di buttare la maschera.
Il mio nome, per voi è George W. Bush.
Ma non è il mio vero nome.
Pensate a quello che ho combinato in questi ultimi anni.
Non ho mai servito il mio popolo, ma soltanto gli interessi di pochi petrolieri, mercanti di armi e miliardari assortiti.
Ho vinto le elezioni con trucchi miserabili.
Ho riempito la America di poveri, ho decuplicato i carcerati, ho moltiplicato i terroristi.
Ho invaso l'Iraq con la scusa di armi nucleari che non esistevano, e non sono neanche riuscito a vincere la guerra, stiamo lì rintanati e blindati, senza più muovere un dito mentre gli iracheni si massacrano.
E mai che abbia silurato un generale, o cambiato una strategia,o ammesso di avere sbagliato.
Perché mi va bene così, terrestri.
E gioco a golf nel mio ranch mentre i marines stremati e isterici sparano addosso ai civili, ai giornalisti, ai funzionari italiani .
E gioco a golf nel mio ranch quando gli scienziati avvertono che un uragano senza precedenti sta per abbattersi sulle coste degli Stati Uniti.
E non torno neanche dalle vacanze, non mando neanche un soldato in più sul posto, non faccio neanche controllare le dighe, dico solo “chi ha i soldi se ne vada, magari a Tahiti”.
E quando l’acqua sommerge una delle più belle città americane, io dico “sparate agli sciacalli, e tutto tornerà a galla”.
E li lascio cinque giorni, ad annegare nel caos dei soccorsi.
E mentre tutto il mondo parla di effetto serra, io consento ai petrolieri di trivellare l’Alaska, le mie multinazionali disboscano l’Amazzonia e io dico che gli scienziati sono dei fottuti allarmisti filoterroristi.
E ormai me ne frego anche del Senato e della stampa americana.
Ma cazzo, non avete ancora capito chi sono?Il mio nome non è George W. Bush, ma Groghus Warwag Bustarshuk, e vengo dal pianeta Godblessme, il pianeta più militarista, stronzo e malvagio della galassia.
Sono in missione per conto di Octane, il mio dio molto più potente e cazzuto del vostro.
Il mio compito è quello di distruggere il pianeta Terra, e lo sto facendo con cura, giorno per giorno.
Non ci credete?
Beh, pensateci bene. Quanto sangue è corso,e quanto è peggiorata la vita negli Usa e nel mondo da quando sono presidente? Certo il merito non è tutto mio, ci sono altri distruttori e assassini. Ma su tutto governa la mia incompetenza, la mia arroganza, il mio nefasto talento di distruggere, senza mai saper dialogare, costruire, pacificare.
Che mi crediate incompetente o malvagio, ricordate che sono l’uomo più potente del mondo, quello in grado di fare più danni, e finirò il mio lavoro, per la grandezza di Octane.
Sono io il nemico numero uno, la Madre di tutte le Sciagure Galattiche, e voi ve la prendete con Obi-uan Osama Bin Laden.
Beh, Osama è effettivamente un mio amico, ma resta sempre un misero terrestre.
Altri due alieni sono in missione con me sul vostro pianeta.
Uno si chiama Nanius Berlamerdus Lagnalagna, è un tricointermittente del pianeta Pecunia, l’etnia più vanesia, arraffona e bugiarda della galassia.
L’hanno mandato in missione insieme a me. Non era un mio vice, era la mia merenda, ma è scappato miracolosamente ed è riuscito a farsi eleggere presidente del consiglio in un Paese vassallo.
Il terzo non posso dire chi è, ma non è Luttwak, anche se dal grugno si direbbe.
Ebbene, ora che il mio piano sta per avere successo, posso svelarmi.
Continuerò a non firmare il protocollo di Kyoto, a trivellare il mondo, e se l’uragano fa fuori qualche migliaio di negri pezzenti, chi se ne frega, abbiamo sempre i rapper di Mtv e Colin Powell.
Continuerò a servire gli interessi dei petrolieri e dei mercanti di armi, inventerò le ultime guerre preventive, continuerò a minacciare a distruggere invece di occuparmi del mio Paese, che è tornato ai tempi del Ku Klux Klan.
Continuerò a giocare a golf, e a camminare come John Wayne, anche se il motivo del mio incedere balzellante non sono le cavalcate selvagge, ma un emorroide spaziale di cui soffro.
Continuerò a indicarvi falsi nemici per non farvi vedere chi sono i veri nemici.
E quando sarete estinti, prenderò la mia astronave, che è posteggiata sotto il Pentagono, e me ne tornerò nel mio pianeta.
Il mio maggiordomo-merenda Nanius Berlamerdus andrà a Tahiti, ma le Hawai saranno già sommerse, e lui vivrà come un paguro in un guscio di Gucci.
Non avrò più bisogno di trucchi elettorali, né bombardamenti. Tutto finirà in fretta.
Peccato soltanto che, quando il vostro pianetuzzo sarà distrutto, non potrete farmi un monumento. Mi piacerebbe una grande statua in mezzo a una palude. “A Grogus Warwag di Godblessme, il marine dello spazio, il grande disinfestatore dell’America e dell’Umanità”.
E non dite che sembro umano: anche se non ho sedici braccia e la bocca a tre stadi come Calderoli o non parlo saturniano come Tremonti, sono un vero warwaghese.
Guardate bene il mio sguardo: è lo sguardo di un uomo talmente pieno di sé, da odiare il resto del mondo.
E’ lo sguardo dell’alieno.
Vi ho fregato terrestri, sia antiamericani, sia filoamericani. Mi do’ dieci e lode".
di Stefano Benni (il Lupo).
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