No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110828

selezione



Triage – di Danis Tanovic (2009)



Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: lavoraccio eh…


Mark Walsh, fotografo di guerra, torna dal Kurdistan piuttosto acciaccato. E’ rimasto coinvolto nell’esplosione di un ordigno imprecisato, ha perso conoscenza, ma è vivo, anche se zoppicante. La bella fidanzata spagnola, che vive con lui a Londra, Elena Morales, è felicissima di riabbracciarlo, ma dopo qualche giorno capisce che c’è qualcosa che non va: anche a livello psicologico, Mark non si è per nulla ripreso. Nel frattempo, l’amico nonché collega David, che era con lui all’inizio di questa “missione” lavorativa, ma che è ripartito qualche giorno prima, con l’intenzione di smettere di fare questo lavoro e piuttosto impaurito, non è ancora rientrato, e giustamente, la fidanzata Diane, incinta e vicina al parto, è fortemente preoccupata…

Ennesima variazione sul tema (se si esclude, tra i film da noi conosciuti, il precedente L’enfer, che però fu diretto da lui dopo la morte di Kieslowski, a cui era destinato) da parte del regista bosniaco, quello della guerra, basato sull’omonimo libro di Scott Anderson, giornalista statunitense nonché corrispondente di guerra, è sicuramente quello meno riuscito, per colpa probabilmente sua, visto che in effetti la storia è interessante. Quello che manca davvero, insieme ad un po’ di verve aggiuntiva, che poteva venire da un cast di nomi noti, ma poco in forma collettivamente, e una maggiore fluidità di fondo, una fluidità che era doveroso attendersi da uno sviluppo vagamente alla Memento, a ritroso, con l’inizio posto poco prima del finale, che spiega il tutto.
Ed è un peccato. Colin Farrell (Mark Walsh) ha perso oltre 15 kg per le scene in cui è convalescente (molte). La spiegazione del titolo (io non ne ero a conoscenza) la trovate qui, e la vedete “applicata” nei primi minuti della pellicola.

Nessun commento: