L'altra verità - di Ken Loach (2011)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: più guerre più lavoro
Liverpool. Fergus è un ex militare, divenuto un contractor dopo il congedo, prima al soldo di un capo, poi con la propria agenzia. Si sta celebrando il funerale, senza onori militari, di Frankie, morto a Baghdad sulla cosiddetta Route Irish, anche lui ex militare, poi divenuto contractor convinto proprio da Fergus. Fra i due, una lunga amicizia virile nata sui banchi di scuola, passata attraverso guerre, bevute, tatuaggi, donne. Rachel è la vedova, che inizialmente ce l'ha a morte con Fergus. Fergus la capisce: in effetti, si sente in colpa.
La verità ufficiale non convince Fergus, e non accontenta Rachel. I due si coalizzano, alla ricerca dell'altra verità. Ma Fergus non è un uomo comune: è un militare.
L'ultima prova del compagno Ken, coadiuvato sempre dal fedele Paul Laverty alla sceneggiatura, è come sempre un film dall'altissima valenza socio-politica di denuncia, ma lascia un po' di amaro in bocca in quanto posseduto da una deriva violenta inaspettata, da Loach, e da un eccesso di trama complessa, che lo ha fatto definire thriller, addirittura. Mettiamoci anche una durata eccessiva, per una trama così, e una svolta erotico-sentimentale sinceramente stucchevole, ed ecco che i palati più esigenti, seppur fans sfegatati e sostenitori di Loach, come me, non possono andare oltre la sufficienza.
Bravi i protagonisti, Mark Womack (Fergus) ed Andrea Lowe (Rachel), due attori televisivi che se la cavano alla grande, per gli amanti della cultura pop iberica segnalo una piccolissima parte di Najwa Nimri (Gli amanti del Circolo Polare, Lucía y el sexo).
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