Gioventù - Scene di vita di provincia - di J. M. Coetzee (2002)
Sono gli anni '60, John è uno studente di Cape Town, Sudafrica. Studia matematica, ma sogna di diventare un grande poeta. Si vergogna della sua famiglia, fa in modo di vedere i membri meno possibile, svolge tanti lavoretti per potersi mantenere da solo, e soprattutto, per andarsene a Londra, quanto prima. E' un tipo schivo, ma riesce ugualmente ad avere esperienze con le donne, esperienze che lo lasciano ogni volta sempre più deluso, soprattutto da se stesso, dal suo comportamento villano, senza carattere, senza profondità. Riesce a trasferirsi a Londra, dove spera di dedicarsi alla scrittura, ma diventa un programmatore informatico. Le sue esperienze con le donne proseguono sempre uguali, deludenti, e lui è sempre più un uomo solo.
Era lì, abbandonato chissà da quanto tempo, accanto a Vergogna, dello stesso autore. Qualche giorno fa, riprendendo in mano appunto Vergogna, visto che avevo visionato Disgrace (titolo originale, sia del libro, sia del film che ne è stato tratto, inedito in Italia) e volevo controllare alcune differenze, mi ricordo dell'esistenza di questo altro libro dell'autore sudafricano, insignito del Nobel per la Letteratura nel 2003. Lo prendo e lo leggo, in un giorno. Lo stile è inconfondibile, Coetzee è perennemente amaro, secco, fatalista e pessimista tanto da sembrare uno che odia l'umanità per la cattiveria insita in sé stessa. Gioventù è un libro che non lascia scampo, non lascia speranza. O, se vogliamo vederla positivamente, insegna che cosa non fare per vivere un'esistenza vuota e ripetitiva.
Secondo di tre libri semi-autobiografici (o di semi-fiction), che raccontano (appunto) romanzandola la vita dello stesso autore: il primo, del 1997 (tradotto in italiano nel 2001), è Infanzia. Scene di vita di provincia (Boyhood: Scenes from Provincial Life), mentre il terzo, del 2009 (2010 in Italia) è Tempo d'estate. Scene di vita di provincia (Summertime).
Un autore da tenere in considerazione, se ancora non l'aveste fatto.
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