Live in London - Randy Newman (2011)
Randy Newman è un grande, chiariamolo subito, a beneficio di chi non avesse idea di chi fosse. Certo, è anziano: ha 68 anni. Lo dice lui stesso, fateci caso, se ascoltate bene la traccia numero 15, senza titolo perché è una di quelle dove Randy parla, fa cabaret tra un pezzo e l'altro, definendo se stesso (ed altri) geriatric rock. Ma, incluso da quando ha deciso di fare i soldi con le colonne sonore, ha sempre fatto grande musica (ha vinto due Oscar, per dire): e la grande musica non invecchia. Se mi mettessi a fare l'elenco di suoi pezzi diventati famosi, senza che la maggior parte delle persone sapesse che erano sue, faremmo notte. E badate, che neppure io sono un esperto di Newman.
Ecco perché, incuriosito dalla recensione tratta da Mojo, a cura di Jeff Tamarkin (ovviamente su Internazionale), mi sono procurato questo live, che a mio parere è perfetto perfino per quelli che non hanno la più pallida idea di chi sia Randy Newman.
Niente di più lontano dal rock, potremmo definirlo un cantautore con una vena caustica inesauribile [divertitevi a leggere i testi dei suoi pezzi più famosi, come Sail Away, God's Song (That's Why I Love Mankind) o Political Science, per non parlare di alcune di quelle più "recenti", tipo A Few Words In Defense Of Our Country], amante del ragtime e avvicinabile senza paura a Gershwin (un Gershwin con una lingua più che tagliente, direi), con una voce che sembra spesso sul punto di non farcela, ma che alla fine ce la fa sempre, accompagnato per l'occasione dalla BBC Concert Orchestra (e sono d'accordo con Tamarkin, anche se l'orchestra è sobria, spesso si preferiscono i pezzi dove Newman suona da solo col suo piano) diretta da Robert Ziegler, registrazione del 2008 del concerto svoltosi presso la London Symphony Orchestra St. Luke's (una chiesa anglicana del diciottesimo secolo restaurata appunto dalla LSO per usarla nei programmi di educazione musicale), e che esce pure nella versione dvd (il concerto è stato trasmesso dalla BBC... un po' come la RAI), questo disco è un'occasione magnifica per conoscere, approfondire o confermare, come dicevo in apertura, la grandezza di Randy Newman.
Il Sunday Times ha descritto questo lavoro "essential listening for anyone who cares about the art of songwriting", e devo dire che non posso che concordare anche con questo. Per approfondire, vi consiglio di leggere pure la bella recensione di Alfredo Marziano su rockol.it.
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